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Alla Banda Osiris l’oscar della comunicazione ambientale
Il Premio AICA per la comunicazione ambientale è stato attribuito alla Banda Osiris per la categoria “Comunicare con la musica”
Giancarlo Macrì fa parte della Banda Osiris fin dalla nascita del gruppo, fondato a Vercelli nel 1980. Di recente la Banda è stata premiata con il “Premio AICA” per aver saputo “comunicare l’ambiente attraverso la musica”. Abbiamo chiesto a Macrì di raccontarci qualcosa dopo aver ricevuto il premio che ogni anno attribuisce a personaggi della società civile e del mondo dello spettacolo un riconoscimento per aver saputo comunicare le questioni ambientali.
Come è nato l’interesse della Banda Osiris verso l’ambiente. Potevate trattare di qualunque argomento, perché avete scelto l’ambiente?
Il nostro interesse verso le questioni ambientali è stato un po’ frutto del caso. Da sempre i singoli membri del gruppo sono sensibili su determinati argomenti, tra cui quelli ambientali. All’inizio siamo stati invitati da diversi festival verdi, tipo da Legambiente. A forza di partecipare a queste feste abbiamo conosciuto personaggi del mondo scientifico con i quali abbiamo lavorato. È il caso di Telmo Pievani, filosofo della scienza, con cui abbiamo condiviso il palco per due spettacoli: “Il maschio inutile” e “Finalmente il finimondo” dove si affrontano i problemi della distruzione del mondo da parte dell’uomo. Quindi alterniamo spiegazioni scientifiche serie tenute da Telmo a quelle più cretine da parte nostra. E poi, di sesso non possiamo parliamo, di politica nemmeno, non ci rimangono più tanti argomenti da trattare.
Voi sapete coniugare gli argomenti scientifici con il linguaggio musicale. È una tecnica che aiuta a comunicare certi argomenti più sensibili, a farli meglio comprendere?
Logicamente il nostro ambiente è la musica e la tecnica che usiamo è quella dell’ironia musicale. Il meccanismo funziona perché si da scorrevolezza allo spettacolo e con questa più attenzione perché si fa riposare la mente agli spettatori. Quando si parla di scienza o comunque di discorsi seri, se spezzi on qualcosa di divertente, comico, ecco che questo ti dà la carica per proseguire quel discorso. Nello spettacolo che facciamo con Luca Mercalli sui cambiamenti climatici i suoi discorsi seri ci danno gli spunti per intermezzare con la nostra musica: quando Mercalli spiega lo scioglimento dei ghiacci noi suoniamo le Quattro Stagioni di Vivaldi, quando parla di laghi ghiacciati interveniamo rivisitando il lago dei cigni di Tchaykosvsky con tanto di balletto. Poi ci sono canzoni come “L’anno che verrà” di Lucio Dalla che noi abbiamo riproposto in varie forme: dal problema delle risorse idriche a quello dei cambiamenti climatici, lo abbiamo adattato a dodici versioni diverse.
Avete parlato di Luca Mercalli. Come è nato il rapporto con lui?
Partecipando ai festival. Siamo stati entrambi invitati da una grossa azienda che si occupa di prodotti erboristici a un festival organizzato da loro. Quella è stata la sede dove ci siamo conosciuti e dove ci è stato “commissionato” uno spettacolo da fare insieme. Così è nato “Non ci sono più le quattro stagioni”. Poi da cosa nasce cosa e lo stiamo portando in giro per l’Italia ancora adesso.
Da quanti anni si può dire che la Banda Osiris fa spettacoli ambientali?
Considerando che la banda esiste da 36 anni e che il primo festival di Legambiente al quale siamo stati invitati è stato 25 anni fa, direi un bel po’ di tempo.
Al Premio AICA avete vinto il premio “Comunicare l’ambiente attraverso la musica”. Come premio vi è stata regalata una pianta, nello specifico un pero. Cosa ne farete?
La sfiga nostra è che quando vinciamo dei premi, noi siamo in quattro e il premio di solito è uno. Anche in questo caso non possiamo dividercelo. Battute a parte, abbiamo pensato che l’unico ad avere uno spazio consono dove piantare un albero da frutto è il nostro toscano Sandro Berti, che vive a Greve in Chianti. Così abbiamo pensato di farla piantare a lui e di unire alle pere che nasceranno anche del buon vino di quella zona.
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