Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Tagli brutali nel primo bilancio di Donald Trump. Scure su ambiente, povertà e ricerca
Il piano di spesa presentato da Donald Trump al Congresso prevede tagli draconiani al welfare state e alle politiche di lotta ai cambiamenti climatici.
Tagli agli aiuti alimentari per i cittadini meno abbienti, alle politiche di sostegno per i diversamente abili, all’educazione. E ancora scure draconiana sull’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (Epa), agli Istituti nazionali per la Salute e alla National Science Foundation. Il primo programma di spesa pubblica dell’era di Donald Trump, valido per il 2018, rappresenta un colpo durissimo al welfare state, alla lotta ai cambiamenti climatici e alla ricerca scientifica degli Stati Uniti.
14 milioni di persone perderanno gli aiuti sanitari del Medicaid
Mick Mulvaney, responsabile del bilancio nella squadra del presidente degli Stati Uniti Donald Trump e fervente sostenitore del conservatorismo fiscale, ha presentato il progetto al Congresso nella giornata di martedì 23 maggio. Dal testo emerge la volontà della Casa Bianca di sopprimere numerosi programmi sociali finora finanziati dal governo federale. Essi, ne sono convinti i membri della nuova amministrazione degli Stati Uniti, inciterebbero i beneficiari a non cercare un impiego: “Abbiamo bisogno che le persone lavorino. Tutti devono remare nella stessa direzione”, ha spiegato Mulvaney ai parlamentari.
Per il Medicaid – programma federale con il quale vengono assicurati aiuti alle famiglie con basso reddito salariale – è previsto un taglio, di qui al 2026, pari a ben 800 miliardi di dollari. Il che significa un calo del 25 per cento del budget nel periodo: in questo modo 14 milioni di americani perderanno la copertura, ha stimato la Cnn.
Aiuti internazionali in calo del 30 per cento
Di fatto, il piano di spesa per il 2018 presenta una sola misura sociale: l’introduzione di un periodo di maternità di sei settimane. Mentre la quota principale degli stanziamenti pubblici andrà ai settori della difesa e del controllo delle frontiere. Al contrario, gli aiuti internazionali saranno tagliati del 30 per cento.
In linea con quanto promesso da Donald Trump durante la campagna elettorale, poi, tutto ciò che riguarda politiche per il clima e l’ambiente passerà decisamente in secondo piano nei prossimi anni. L’Epa dovrà fare i conti con un taglio del 30 per cento del proprio budget (e su un nuovo direttore, Scott Pruitt, apertamente climatoscettico). Agli Istituti per la Salute verrà sottratto più di un quinto dei finanziamenti, mentre la Fondazione nazionale per la Scienza (che si occupa soprattuto di scienze sociali, informatica e scienze della Terra) riceverà l’11 per cento in meno rispetto ai fondi attuali.
“La scure di Donald Trump peggiore di quella di Ronald Reagan”
Ma non è tutto: saranno eliminati anche numerosi programmi di ricerca a cominciare da quelli condotti sulle condizioni del clima dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). Stessa sorte per le iniziative in materia di ambiente del dipartimento per l’Energia. Mentre la Nasa si vedrà costretta a rinunciare al Sistema di monitoraggio della CO2, con il quale vengono tenute sotto controllo le emissioni di biossido di carbonio.
Secondo la stampa internazionale, si tratta di “un progetto ancor più brutale di quello che fu deciso dal presidente repubblicano Ronald Reagan negli anni in cui governò gli Stati Uniti (dal 1981 al 1989)”. Un’accetta usata in modo talmente duro da far storcere il naso perfino a numerosi membri del partito conservatore americano. Proprio per questo, la Cnn ha spiegato che non è affatto escluso che il Congresso decida di respingere il piano.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Ancora giornata di chiusura al valico di Rafah: anche oggi gli aiuti umanitari arrivano domani. Ma i 20 camion sono comunque insufficienti.
Le inondazioni causate dai monsoni in Pakistan continuano a distruggere case e strade. Segnalati i primi casi di malaria in un ospedale.
Un rapporto dell’associazione Care France ha recensito le crisi umanitarie, spesso legate ai cambiamenti climatici, ignorate dai media.
50 milioni di persone si sono prese per mano in India fino a formare un’interminabile catena umana. Il messaggio? Bisogna unirsi per salvare il Pianeta.
Rennes, in Francia, ha deciso di vietare i sistemi di riscaldamento all’esterno di bar e ristoranti, per il loro impatto ambientale troppo elevato.
La furia di precipitazioni eccezionali continua a colpire l’Iran. Sono 70 le vittime accertate. Danneggiato un terzo delle strade del paese.
Jair Bolsonaro è dal 1 gennaio alla guida del Brasile. Presentato il governo: il ministro degli Esteri considera i cambiamenti climatici “un complotto”.
Piogge torrenziali e inondazioni stanno flagellando lo stato del Kerala, in India. Dall’inizio della stagione dei monsoni sono circa mille le vittime.