La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Un rapporto delle Nazioni Unite sulla biodiversità spiega che “fino ad un milione di specie vegetali ed animali” è a rischio estinzione. A causa dell’uomo.
La situazione della biodiversità nel mondo è inquietante. Tanto che il numero di specie minacciate potrebbe raggiungere un milione (su un totale di otto milioni) nei prossimi decenni. L’ennesima conferma del fatto che i cambiamenti climatici potranno sconvolgere le specie animali e vegetali è arrivata da un nuovo rapporto delle Nazioni Unite sul tema. La Piattaforma intergovernativa scientifico-politica sulla biodiversità e gli ecosistemi (Ipbes) si è riunita infatti a Parigi per approvare il documento tra il 29 aprile e il 4 maggio.
#UPDATE Map showing #biodiversity loss around the world compared to an intact ecosystem, measured as a percentage. https://t.co/BPHLu11xo1 #IPBES pic.twitter.com/Yp4ltY7Xq5
— AFP news agency (@AFP) 23 aprile 2019
Si tratta della prima valutazione globale sulla biodiversità da circa quindici anni (l’ultima risale al 2005). Uno studio gigantesco, di circa 1.800 pagine, sul quale hanno lavorato 150 esperti provenienti da 50 nazioni per ben tre anni. Quello presentato dall’Ipbes è un “riassunto”, che è stato discusso parola per parola ed è stato approvato dai 130 paesi membri dell’organizzazione. Esattamente come accaduto nel caso dello Special Report del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici, pubblicato nello scorso mese di ottobre.
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Proprio nel documento riassuntivo, gli esperti hanno precisato che diverse “prove indipendenti segnalano un’accelerazione rapida e imminente del tasso di estinzione delle specie”. Il totale di quelle che nei prossimi decenni saranno a rischio è compreso tra 500mila e un milione. Ciò ha portato numerosi scienziati ad affermare che la Terra è all’inizio della “Sesta estinzione di massa” della storia del pianeta. La prima attribuita all’uomo e alle sue attività. Che hanno già portato alla scomparsa di 680 specie di vertebrati negli ultimi secoli.
“The Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES) report warns of “an imminent rapid acceleration in the global… https://t.co/E2K4C0AABo
— Gabrielle Bouchard (@__Gabbrielle___) 24 aprile 2019
La scomparsa della biodiversità avrà inoltre un impatto diretto su ciascuno di noi. Dal cibo all’energia fino alla produzione di farmaci: “La quantità di elementi della natura che sfruttiamo a vario titolo è immensa. Ed è fondamentale per l’esistenza e la prosperità della vita umana”. Anche perché “la maggior parte di tali materie prime non è sostituibile”.
Alcuni esempi arrivano dal fatto che più di due miliardi di persone dipendono dal legno per la produzione di energia, quattro miliardi si curano con medicinali naturali e il 75 per cento delle colture necessita di essere impollinato dagli insetti (tra i primi a rischio scomparsa).
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Secondo le Nazioni Unite, i principali responsabili della perdita di biodiversità sono i metodi di sfruttamento delle terre (agricoltura intensiva, sfruttamento delle foreste, miniere) e quelli delle risorse naturali (a partire da pesca e caccia). A ciò si aggiungono i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la crescita delle specie invasive. Fattori incrementati proprio dalle stesse attività antropiche, “che hanno già alterato gravemente tre quarti delle superfici terrestri, il 40 per cento degli ecosistemi marini e la metà di quelli di acqua dolce”. Un circolo vizioso perverso che il mondo deve bloccare immediatamente. Prima che sia troppo tardi.
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