La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
I ricercatori hanno liberato tre coppie di uccelli. È il primo caso di reintroduzione di un animale estinto in natura in America Latina.
Il Pauxi mitu è un bizzarro uccello dal becco rosso e dalle piume corvine dell’antica famiglia dei cracidi, galliformi il cui aspetto ricorda vagamente quello dei tacchini e che popolano le regioni a clima tropicale e subtropicale dell’America centrale e del Sudamerica. Questa specie, endemica di un’area nordorientale del Brasile, è stata decimata insieme alla foresta in cui viveva, rasa al suolo per essere convertita in monocolture di canna da zucchero. Da almeno trenta anni, anche a causa della massiccia caccia per la sua carne, il Pauxi mitu è estinto in natura, ma ora, finalmente, è tornato nella sua giungla.
La stessa specie che ne ha quasi causato la definitiva scomparsa, l’Homo sapiens, sta cercando di salvare questi animali e di riportarli nel loro habitat originario. Grazie agli sforzi di una dozzina di organizzazioni conservazionistiche, tre coppie di Pauxi mitu sono state reintrodotte in natura lo scorso 25 settembre, in un’area di 980 ettari di foresta atlantica nello stato brasiliano di Alagoas.
Si tratta del primo caso di reintroduzione di una specie animale dichiarata estinta in natura in America Latina, e tra i pochi nel mondo. Solo una manciata di specie è infatti stata salvata dall’estinzione, allevata in cattività e reintrodotta nel suo ambiente. Tra queste il condor della California (Gymnogyps californianus), il corvo hawaiano (Corvus hawaiiensis), il furetto dai piedi neri (Mustela nigripes) e il gheppio di Mauritius (Falco punctatus).
I ricercatori, grazie ai gps installati sugli animali, monitorano da remoto spostamenti e comportamento dei sei uccelli liberati, per capire se sono effettivamente in grado di cavarsela nella giungla, trovare riparo e sostentamento ed evitare i predatori. Se gli animali si dimostrassero in grado di vivere allo stato selvatico, il progetto, coordinato dalla Society for wildlife research (Crax) e dall’Atlantic forest preservation institute (Ipma), prevede di rilasciare altre tre coppie in natura ogni anno, fino al 2024.
Nel frattempo, l’allevamento della specie in cattività continua. Attualmente ci sono circa 90 esemplari di Pauxi mitu in voliere in tutto il Brasile. La scarsa variabilità genetica, dovuta al fatto che tutti gli esemplari esistenti discendono da una manciata di individui, rappresenta però una delle minacce principali per il futuro della specie.
Nonostante sia in corso la sesta estinzione di massa della storia del pianeta, ci sono anche piccole storie positive di specie che riemergono dalle sabbie mobili dell’estinzione. Come questo arcaico galliforme, che per la prima volta dopo oltre trent’anni è tornato a casa.
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