Con una sentenza storica la Corte costituzionale ha sancito che tutte le vittime di violenza possono ricorrere all’assistenza legale gratuita, grazie al patrocinio a spese dello Stato.
Sul caso dj Fabo, la Corte costituzionale rimanda la decisione al Parlamento
Nell’ambito del processo a Marco Cappato per la morte di Dj Fabo, la Corte Costituzionale ha chiesto al parlamento di varare una legge sul fine vita entro un anno.
Era attesa per ieri, 24 ottobre, la sentenza della Corte Costituzionale su Marco Cappato, il tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni incriminato per istigazione al suicidio per aver aiutato Dj Fabo a morire in Svizzera. Alla fine la sentenza non c’è stata, perché la Consulta ha rimandato tutto al 24 settembre del 2019, ma si tratta comunque di una decisione storica: la Corte costituzionale infatti ha chiesto al parlamento di varare, entro questi 12 mesi, una legge adeguata sull’eutanasia.
“La Corte Costituzionale ha rilevato che l’attuale assetto normativo concernente il fine vita lascia prive di adeguata tutela determinate situazioni costituzionalmente meritevoli di protezione e da bilanciare con altri beni costituzionalmente rilevanti. Per consentire in primo luogo al Parlamento di intervenire con un’appropriata disciplina, la Corte ha deciso di rinviare la trattazione della questione di costituzionalità dell’articolo 580 codice penale all’udienza del 24 settembre 2019”.
L’articolo in questione dispone che “chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni”.
La vicenda di Dj Fabo e il processo
Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come Dj Fabo, era morto il 27 febbraio 2017 in una clinica svizzera, dove si era recato volontariamente per porre fine alla propria agonia tramite eutanasia, accompagnato da Marco Cappato: Dj Fabo era rimasto tetraplegico e completamente cieco in seguito a un incidente stradale.
Secondo Cappato “la Corte ha riconosciuto le nostre ragioni, questo pronunciamento dà un anno di tempo al Parlamento per fare ciò che chiedevamo da 5 anni. È un successo, un altro, dopo la vittoria sul biotestamento, di Fabo e della nonviolenza, oltre che delle tante persone malate che, iniziando da Luca Coscioni e Piergiorgio Welby e finendo con Dominique Velati e Davide Trentini, in questi 15 anni hanno dato corpo alle proprie speranze di libertà”. Ora il Parlamento ha la strada spianata per affrontare finalmente il tema, “e per discutere la nostra proposta di legge di iniziativa popolare per l’eutanasia legale, come sta accadendo nel parlamento spagnolo”.
La legge sul biotestamento
Lo scorso dicembre, proprio sull’onda emotiva del caso di Dj Fabo, il parlamento italiano aveva varato una legge sul testamento biologico, che prevede che nessun trattamento sanitario possa essere iniziato, o proseguito, senza il consenso libero e informato della persona interessata, e che di fatto poneva fine all’accanimento terapeutico; il testo di legge approvato, però, non arriva ancora a legalizzare l’eutanasia, che era e rimane il vero obiettivo di Cappato e dell’Associazione Luca Coscioni.
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