La campagna Vote for animals, promossa da Lav e altre organizzazioni, mira a far assumere a candidati e partiti un impegno maggiore sul tema dei diritti animali.
Il violento carico dei polli verso il macello
Un investigatore di Essere Animali ha lavorato sotto copertura nelle operazioni di carico dei polli. Il reportage mostra le condizioni e le sofferenze degli animali e lo sfruttamento degli operai all’interno della filiera zootecnica.
Il carico e il trasporto verso il macello possono causare stress e sofferenza agli animali. Lo riconosce anche la Commissione europea che ha stilato delle linee guida in cui afferma che i polli andrebbero presi e posizionati in gabbia delicatamente, uno alla volta. Il video ottenuto con una telecamera nascosta dal nostro infiltrato e diffuso in esclusiva su Internazionale mostra una realtà lontana anni luce. In un allevamento di una grande azienda italiana i polli subiscono ogni genere di maltrattamento. Gli operai afferrano bruscamente quattro animali per volta e li lanciano nelle gabbie. Alcuni li prendono a calci, altri li stringono a sé come a coccolarli per poi scaraventarli con forza a terra.
I maltrattamenti
Non è la prima volta che il nostro team investigativo documenta violenze sugli animali negli allevamenti italiani. Sono diversi i fattori che contribuiscono a scatenare questi gesti, ma raramente si tratta di comportamenti deliberatamente crudeli. Le cause principali sono da ricercarsi nella produzione di cibo a basso costo, un sistema che, pur presentandosi come protezione sociale per i consumatori, può nascondere meccanismi di sfruttamento degli operai impiegati nella filiera.
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100 polli al minuto
Assieme ad una squadra di otto persone il nostro infiltrato ha dovuto caricare circa 48mila polli destinati a diventare carne in vendita a pochi euro. In altri termini si tratta di prendere e mettere in gabbia circa 100 polli ogni minuto per 8 ore consecutive, all’interno di capannoni dove l’aria è irrespirabile per le esalazioni delle deiezioni di migliaia di animali.
Costretti a turni massacranti, privi della formazione obbligatoria per legge che li educherebbe perlomeno a manipolare gli animali in modo tale da ridurre la loro sofferenza e, al contrario, desensibilizzati da mansioni che obbligano a trattarli come oggetti, gli operai sfogano sui polli la propria frustrazione.
Scegliere un’altra strada
Lo sfruttamento dei lavoratori è una problematica che non riguarda solo l’industria della carne, ma può annidarsi ovunque vi siano politiche di svendita del cibo. La cronaca degli ultimi anni ad esempio riporta numerose notizie di braccianti impiegati in agricoltura in condizioni fuori da ogni regola e dignità umane. È importante essere informati su ciò che acquistiamo, preferendo quando possibile filiere etiche e biologiche.
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Spostandoci poi verso un’alimentazione vegetale prendiamo anche le distanze dalle violenze verso gli animali. Non si tratta unicamente di maltrattamenti compiuti da operai a loro volta sfruttati, ma di crudeltà insite nello stesso sistema di produzione.
Minore il costo, minori i diritti di lavoratori e animali
Il 99 per cento dei polli allevati in Italia proviene da capannoni sovraffollati in cui la densità può raggiungere i 20 animali per ogni metro quadrato. Problemi respiratori, cardiovascolari e deformità alle zampe sono le conseguenze della selezione genetica a cui sono stati sottoposti allo scopo di ingrassare più velocemente.
Anche queste condizioni di allevamento contribuiscono a mantenere basso il costo della carne che troviamo in vendita. Ma, come abbiamo visto, più risparmiamo, più ciò va a discapito degli animali e delle categorie di lavoratori fragili e marginalizzate.
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