La regione, con un tempismo discutibile, ha presentato ricorso contro la sospensione del piano di abbattimento delle volpi in provincia di Lodi.
Chi ha paura del cinghiale cattivo
In seguito alle proteste delle organizzazioni animaliste la proposta di cacciare i cinghiali 365 giorni l’anno senza piano di gestione non è stata presentata.
I cinghiali (Sus scrofa) sono brutti, cattivi, devastano le colture e minacciano l’incolumità delle persone. Oppure no? Così vengono dipinti con crescente insistenza dai media questi animali e il governo sembrava voler cavalcare questi timori autorizzandone la caccia tutto l’anno. Andiamo con ordine e scopriamo le cause dell’allarmismo suscitato da questi suidi.
Perché ci sono tanti cinghiali?
Agli inizi del secolo scorso il cinghiale sopravviveva solo in poche zone d’Italia. Dagli anni Cinquanta il numero di cinghiali è progressivamente aumentato, anche grazie all’eccezionale adattabilità di questi animali. Ma non è stato solo un evento naturale, grandi responsabilità sono da ascrivere ai cacciatori e alle istituzioni. Le introduzioni a fini venatori hanno infatti ingigantito il problema, in particolare sono stati introdotti cinghiali importati dall’Est Europa, di grossa taglia e particolarmente prolifici. L’uomo ha inoltre sterminato la maggior parte dei predatori naturali di questi ungulati, soprattutto i lupi.
Allevamenti e immissione di cinghiali per scopi venatori
Esistono in Italia numerosi allevamenti di cinghiali principalmente per ripopolamenti venatori e per scopi alimentari. Un’altra pratica da bandire è quella del foraggiamento, ovvero una costante offerta di cibo, messo a disposizione allo scopo di attirare i cinghiali per poterli cacciare. Questo stratagemma altera l’equilibrio biologico rendendo i cinghiali meno soggetti alla selezione naturale. Se si vuole ridurre il numero di cinghiali la soluzione principale è bloccare i ripopolamenti.
La caccia non è una soluzione
Dinnanzi all’aumento dei cinghiali la scelta invocata a gran voce è l’abbattimento degli animali. È abbastanza ironico che la causa dell’attuale problema, la caccia, sia anche considerata la soluzione. Nonostante la caccia al cinghiale prosegua da anni il numero degli animali non è diminuito, anzi tende a crescere proprio laddove si fa maggiore ricorso agli abbattimenti. La caccia provoca la destrutturazione sociale nei branchi di cinghiali, causando la dispersione degli individui e favorendo la riproduzione delle femmine più giovani. Numerosi studi, come quelli svolti in Francia da Vassant e da Moretti in Svizzera, sostengono che la pressione venatoria aumenta la prolificità degli ungulati. Soluzioni non cruente sarebbero al contrario molto efficaci.
Tecniche di prevenzione
È dunque possibile prevenire i danni provocati dai cinghiali tramite diverse soluzioni, la principale prevede l’installazione di recinti elettrificati a protezione delle colture. Meno efficaci sono invece i repellenti olfattivi e acustici, mentre è discussa la tecnica del foraggiamento dissuasivo. Un’altra strada è quella della sterilizzazione, è possibile attraverso un apposito vaccino denominato GonaCon, in grado di garantire un effetto durevole per vari anni.
L’emendamento “caccia selvaggia” non è stato presentato
Stefano Vaccari, senatore del Pd, aveva proposto un emendamento che prevedeva l’apertura della caccia ai cinghiali tutto l’anno per tre anni, senza alcun piano di gestione. In seguito alle proteste della Lav e dell’Enpa l’emendamento, per il quale era prevista la votazione al Senato il 3 novembre, non è stato presentato.
Sono più pericolosi i cinghiali o i cacciatori?
Negli ultimi mesi si è parlato di attacchi mortali ad opera dei cinghiali verso esseri umani. Non è chiaro quante persone siano state uccise da cinghiali in Italia, è invece certo (ma approssimato per difetto) il dato relativo al numero di persone morte o ferite in incidenti collegati alla caccia. Dal 2007 ad oggi, secondo i dati dell’Associazione Vittime della Caccia, sarebbero mille le vittime dei cacciatori. Sembra evidente quale sia la minaccia principale per l’incolumità dei cittadini italiani, non certo i cinghiali quanto persone armate che vagano nei boschi e che hanno perfino accesso ai terreni privati.
A tu per tu con il cinghiale, cosa fare
I cinghiali sono creature grandi e potenti, potenzialmente pericolose. Ricordiamo però che sono animali prevalentemente erbivori, non sono predatori, sono tranquilli e intelligenti e quando incontrano l’uomo l’istinto li spinge a scappare rapidamente. Questo può non avvenire quando si sentono minacciati, in particolare se sono presenti dei cuccioli. Il consiglio, in caso di avvistamento, è quello di fermarsi e aspettare che i cinghiali facciano la prima mossa, ovvero scomparire in fretta e furia nella macchia.
Violenza contro gli animali e contro gli uomini
I cacciatori sono circa 700mila su 60 milioni di cittadini, resta un mistero perché lo stato consenta a queste persone di andare in giro armate mettendo a repentaglio l’incolumità della stragrande maggioranza della popolazione. “La violenza contro gli animali è il tirocinio della violenza contro gli uomini”, scriveva il poeta romano Ovidio, eppure l’abolizione della caccia sembra ancora un’utopia.
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