La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Ora è ufficiale, il parco nazionale Pumalín e il parco nazionale Patagonia entrano a far parte della rete di cinque parchi nazionali cileni. Insieme coprono un’area di 4 milioni di ettari.
È una firma che resterà molto probabilmente nella storia. Del Cile certo, ma anche del resto dell’umanità. Lo scorso 29 gennaio la presidente del Cile Michelle Bachelet e la presidente della Tompkins Conservation, Kristine McDivitt Tompkins, hanno ufficialmente dato vita al parco nazionale Pumalín e al parco nazionale Patagonia. Queste due aree entrano a far parte della rete di parchi nazionali cilena, insieme ad altri tre parchi, coprendo una superficie di oltre quattro milioni di ettari. In pratica il Cile oggi ha un’area protetta grande come la Svizzera o come tre volte la dimensioni dello Yosemite e di Yellowstone messi insieme.
Ma non si parla di accordo storico solo per le dimensioni. Questo risultato è infatti stato raggiunto grazie ad una delle maggiori donazioni da parte di un ente privato – la Tompkins Conservation – ad uno pubblico, ovvero al Governo cileno. Parliamo di 400mila ettari (Sila e Gran Paradiso coprono “solamente” poco più di 70mila ettari ciascuno). Non solo, l’accordo è stato raggiunto da due donne che, insieme, hanno dato vita ad una delle aree protette più grandi al mondo. “Con queste bellissime terre, le foreste e i ricchi ecosistemi, stiamo espandendo la rete di parchi a più di 10 milioni di acri (4 milioni di ettari), ha dichiarato la presidente Bachelet. “In questo modo i parchi nazionali in Cile aumenteranno del 38,5 per cento, arrivando a coprire l’81,1 per cento delle aree protette del Cile”.
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Già aperti al pubblico, stanno accogliendo visitatori da tutto il mondo, offrendo loro tutta la bellezza naturale della Patagonia, che da oggi sarà protetta. I due parchi nazionali entreranno a far parte della grande rete dei parchi cilena, collegati tra loro dalla Strada dei Parchi. Quasi 2500 chilometri di tragitto, che accompagneranno i visitatori tra escursioni nella foresta pluviale, in campeggio sulle rive dei laghi glaciali, in kayak o a fare trekking sulle cime alpine.
L’accordo risale a marzo dello scorso anno, quando a pochi anni dalla morte del marito Doug Tompkins, fondatore del marchio di abbigliamento per outdoor The North Face, la moglie Kristine a capo della Tompkins Conservation aveva donato la propria riserva naturale al Governo cileno. Un sogno nato 25 anni or sono e divenuto oggi realtà. “Sono orgogliosa di mio marito Doug e della sua visione che continua a guidarci, oltre a tutto il nostro team, per aver inaugurato questi due parchi nazionali e una rete più ampia. Una pietra miliare dei nostri primi 25 anni di lavoro”, ha detto Kristine Tompkins in una nota.
“Continueremo a promuovere e salvaguardare questi parchi, ma stiamo iniziando a rivolgere la nostra attenzione a nuovi progetti di conservazione e di riqualificazione in Cile e in Argentina, mentre lavoriamo per salvare e ripristinare ecosistemi grandi, selvaggi e connessi tra loro”.
Innamorato da sempre della Patagonia e grande amico di Yvon Chouinard, dopo aver venduto le quote di The North Face e Espirit, decide di dare una svolta alla propria vita. “Ho realizzato che quello che stavo facendo era fare un sacco di cose di cui nessuno aveva bisogno e che questo contribuiva ad una società consumistica, così mi son messo a fare altro”. Nel 1992 fonda insieme alla moglie Conservation Land Trust, fondazione per la realizzazione di progetti di conservazione della natura in Cile e Argentina. Da lì inizia ad acquistare terreni e vaste aree, rendendole di fatto aree protette. Fino a lasciarci in eredità una delle aree protette più grande al mondo.
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