
Uno studio di Fondazione Cmcc e università di Bologna ha analizzato due falde acquifere dell’Appennino, stimando i cali dei flussi nei prossimi decenni.
Uno studio internazionale, basato su osservazioni satellitari, conferma un’impressionante accelerazione dello scioglimento dei ghiacci in Groenlandia.
I ghiacci della Groenlandia stanno fondendo ad una velocità sei volte superiore rispetto a quella degli anni Ottanta. Ciò a causa dei cambiamenti climatici che affliggono la Terra. A rivelarlo è uno studio dell’Accademia americana delle scienze (Pnas, Proceedings of the national academy of sciences), che ha ricalcolato la diminuzione della superficie della calotta a partire dal 1972, ovvero da quando sono stati lanciati in orbita i satelliti che permettono di fotografare con regolarità la regione dall’alto.
I ricercatori hanno quindi comparato i dati “in entrata” relativi agli accumuli dell’immensa isola, in termini di pioggia e neve, con quelli “in uscita”, dipesi dallo scioglimento. In questo modo è stato possibile ricostruire nel dettaglio l’evoluzione dei ghiacci negli ultimi decenni: soltanto negli anni Ottanta, l’isola ha perso 47 miliardi di tonnellate all’anno, in media.
Greenland’s ice sheet is melting 6 times faster than in the 1980s, and ice loss since 1972 has raised the global sea level by 13.7mm. New research by #NASmember Eric Rignot in PNAS (OA): https://t.co/YrqmrWOtSJ pic.twitter.com/n0q1hZ0iRi
— PNAS (@PNASNews) 23 aprile 2019
La cifra è cresciuta poi a 286 miliardi a partire dal 2010. Per comprendere i numeri in questione, basti pensare che si tratta della quantità di acqua che consumano in un anno città come New York o Los Angeles.
I risultati rappresentano di fatto una conferma di ciò che era stato indicato in un altro studio, apparso nel gennaio di quest’anno, anch’esso basato sui dati satellitari. Esso aveva concluso che, tra il 2003 e il 2013, la velocità di scioglimento dei ghiacci in Groenlandia si è moltiplicata per quattro. E la crescita del livello dei mari che ne consegue è ormai percepibile in vaste zone dell’immensa isola artica.
“Tutto ciò incrementerà ulteriormente il fenomeno di risalita degli oceani. Stiamo assistendo al raggiungimento di un punto di non ritorno per i ghiacci della regione”, aveva commentato Michael Bevis, docente dell’università dell’Ohio e tra i principali autori dello studio apparso alcuni mesi fa. “Se si osserva il fenomeno su più decenni, è meglio rimanere seduti perché constatare la velocità raggiunta dallo scioglimento fa paura”, ha aggiunto ora il glaciologo francese Eric Rignot, co-autore del nuovo rapporto, curato da esperti provenienti da California, Grenoble, Utrecht e Copenaghen.
Greenland Ice Sheet melted almost six times faster in 2018 than in the the early 80’s:https://t.co/liGBUzWD5n#PNAS
— Inger Seiferheld (@ISeiferheld) 23 aprile 2019
Il risultato è che i ghiacci della Groenlandia hanno contribuito a far crescere il livello degli oceani di 13,7 millimetri dal 1972. E la metà di tale innalzamento è stata registrata negli ultimi otto anni. Un problema gigantesco, se si considera che circa la metà della popolazione mondiale vive in zone esposte ai rischi legati alla risalita delle acque marine.
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