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Come stanno le foreste italiane, al via il congresso nazionale Sisef
La Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale si è riunita a Palermo per fare il punto sullo stato delle nostre foreste.
Le foreste accompagnano il cammino della nostra specie da migliaia di anni, ma solo oggi, nel pieno di una grave crisi climatica ed ecologica, stiamo iniziando a comprenderne davvero l’importanza. In Italia le foreste ricoprono attualmente quasi 12 milioni di ettari, il 39 per cento del territorio nazionale, e sono in costante espansione. Tale espansione tuttavia, ha precisato Giorgio Vacchiano, ricercatore in gestione e pianificazione forestale dell’università Statale di Milano, “avviene soprattutto sulle montagne e nelle aree rurali, al contrario in pianura continua l’ampliamento dei centri urbani e l’impermeabilizzazione del suolo, ad un ritmo di 2 metri quadrati di suolo fertile perduti ogni secondo”.
Le foreste sembrano inoltre essere sempre più esposte ai fenomeni climatici estremi causati dal riscaldamento globale. È pertanto sempre più necessario intraprendere una riflessione sulle politiche di gestione forestale e di conservazione del territorio. Proprio per fare il punto sullo stato di salute delle nostre foreste e promuovere la loro gestione sostenibile, è in corso a Palermo il dodicesimo congresso nazionale della Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (Sisef).
Il ruolo della selvicoltura
Il congresso, iniziato il 12 e che si concluderà il 15 novembre, mira ad evidenziare l’importanza della selvicoltura “scienza della sintesi tra conoscenze ecologiche e tecniche gestionali, con interventi che salvaguardano l’esistenza del sistema bosco e la coniugano con le aspettative sociali ed economiche dell’uomo”, si legge sul portale del congresso.
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In particolare rappresenta l’occasione per esporre nuove idee, illustrare esperienze e “fare il punto sull’applicazione di saperi consolidati e di tecniche sperimentali da riversare nella pianificazione per attuare una vera sostenibilità del rapporto uomo-bosco”. La manifestazione si propone dunque di provare ad affrontare alcune problematiche attuali legate alle aree verdi, per dare indicazioni concrete ai gestori delle foreste.
Foreste per il clima
Uno dei temi più urgenti dibattuti al congresso è quello del ruolo delle foreste nella lotta ai cambiamenti climatici. Le foreste italiane assorbono infatti il 6 per cento delle emissioni antropogeniche di gas serra e recenti studi hanno dimostrato come la gestione forestale possa bilanciare il 7 per cento delle emissioni totali dell’Unione europea. Alla luce della rapidità dei cambiamenti in atto, occorrono tuttavia interventi che aiutino le foreste ad adattarsi, come la realizzazione di boschi misti per specie e a struttura diversificata, la migrazione assistita e la valorizzazione delle risorse genetiche.
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Portare le foreste nelle città
Un altro tema che sarà affrontato è quello del verde urbano. Le aree urbane sono le zone più colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici, proprio nelle città sarebbe pertanto necessaria la presenza di foreste, in grado di contrastare tali effetti. Gli alberi, ad esempio, sono regolatori del microclima e mitigano l’aumento di temperatura urbana di diversi gradi. Le foreste urbane sono inoltre in grado di rimuovere inquinanti, presenti in concentrazioni sempre maggiori nelle città europee, contribuendo al miglioramento della salute umana.
Come gestire le foreste
“Le foreste esistono da 500 milioni di anni, l’uomo da meno di 5 milioni – ha affermato Giorgio Vacchiano -. Gli ecosistemi non hanno bisogno dell’uomo. Al contrario, è l’uomo ad aver bisogno di ecosistemi sani e dei loro servizi”. La gestione sostenibile e la pianificazione forestale, temi cardine del congresso Sisef, progettano e attuano gli interventi necessari a ottenerli, conservando al tempo stesso il patrimonio forestale. Nel nostro Paese la gestione forestale sostenibile, indispensabile per assicurare la sostenibilità ecologica, economica e sociale del settore, è ancora da migliorare. Attualmente i boschi pianificati sono solo il 18 per cento e solo 1/5 della domanda italiana di legno è soddisfatta con risorse domestiche, con il rischio di “esportare” deforestazione e degrado forestale.
Ascoltare la scienza
Prima di agire, in maniera magari avventata come accaduto in passato, occorre però valutare attentamente la situazione e, soprattutto, ascoltare l’opinione degli scienziati. “In alcune circostanze, un intervento sull’ecosistema è compatibile con l’ambiente – ha detto Vacchiano – per esempio, utilizzare legno in modo sostenibile per rimpiazzare materiali impattanti come cemento, plastica o acciaio. Ma a patto che questi interventi assecondino le traiettorie di sviluppo degli ecosistemi, come la capacità delle foreste di rinnovarsi dai propri semi, e di conoscere sempre meglio le conseguenze delle nostre azioni su ogni processo naturale. Solo così potremo decidere responsabilmente quali azioni intraprendere per conseguire il bene comune”.
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