Al mare ne trovava talmente tanta da decidere di farne un museo, degli orrori. L’idea di una guida naturalistica. Lo scopo? Riflettere sulle nostre colpe.
Comuni ricicloni, sono più di 500 quelli liberi dai rifiuti
Ha superato quota 500 il numero dei comuni italiani considerati “rifiuti-free”: lo dice Comuni ricicloni, il dossier annuale di Legambiente. Il Sud in netto miglioramento.
Sono ormai più di 500 in Italia i comuni “rifiuti free”, dove la raccolta differenziata funziona correttamente, ma soprattutto dove ogni cittadino produce, al massimo, 75 chili di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento. Lo certifica il dossier annuale di Legambiente “Comuni ricicloni”, giunto alla venticinquesima edizione, che segnala un miglioramento negli ultimi 12 mesi: l’anno scorso infatti i comuni virtuosi erano 486, mentre oggi sono 505 per un totale 3,4 milioni di cittadini, circa 200mila in più rispetto al 2017. Ma, avverte il rapporto, i numeri sono ancora bassi rispetto ai circa 60 milioni di cittadini italiani totali.
Il Sud in netta ripresa
A spiccare in positivo quest’anno è soprattutto l’aumento dei comuni ‘rifiuti free’ al Sud: erano 43 (pari al 10 per cento) lo scorso anno e oggi sono 76 (15 per centro); il Centro si conferma sostanzialmente stabile (passando da 38 a 43 Comuni e cioè dall’8 al 9 per cento) con qualche avanzamento dovuto al successo del porta a porta in Toscana, mentre il numero dei comuni virtuosi diminuisce del 6 per cento al Nord tra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige che pur perdendo 26 comuni e con un leggero aumento della produzione di rifiuti indifferenziati, rimangono comunque le regioni col maggior numero di virtuosi. Al Nord migliora solo la Lombardia che aggiunge altri 11 comuni ai 90 all’anno precedente, mentre a livello nazionale l’aumento più significativo di comuni virtuosi è in Basilicata dove la percentuale dei Comuni ‘rifiuti free’ sul totale passa dall’1,5 per cento all’8 per cento.
Da Treviso a Empoli, i capoluoghi più virtuosi
Le città di Treviso, Pordenone e Trento si riconfermano, come lo scorso anno, in testa ai capoluoghi di provincia, così come, ancora una volta, il Nord-Est si dimostra quale area geografica più efficiente in tema di gestione virtuosa dei rifiuti urbani. Su 505 comuni a bassa produzione di secco residuo, ben 264 appartengono infatti a quest’area in cui, non a caso, la raccolta e la gestione dei rifiuti sono basate, quasi totalmente, su sistemi consortili con una raccolta organizzata esclusivamente con il sistema porta a porta I Comuni. rifiuti free che superano i 15mila abitanti sono 50, comprendendo anche comuni di una certa dimensione, come Carpi (quasi 73mila abitanti) ed Empoli (52mila abitanti), a testimonianza del fatto che dove esistono politiche di buona gestione dei rifiuti, si possono raggiungere risultati estremamente soddisfacenti.
“La corretta gestione dei rifiuti non è un’esclusiva di alcune parti del nostro paese, ma si sta diffondendo. Abbiamo ristretto i criteri: 500 comuni ce l’hanno fatta.”
Il commento su #ComuniRicicloni di @GiorgioZampetti direttore di @Legambiente a chiusura dell’#EcoforumRifiuti pic.twitter.com/zZBjeUxBrR— Forum Rifiuti (@EcoForumRifiuti) 28 giugno 2018
“Il ruolo dei Comuni nel portare l’attuale sistema di gestione dei rifiuti sempre di più verso l’economia circolare è fondamentale – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti – le amministrazioni locali sono le uniche in grado di indirizzare i propri concittadini verso pratiche virtuose di prevenzione, raccolta e riciclo”.
Gli obiettivi europei del 2030
Nel corso degli anni gli obiettivi della classifica di Comuni Ricicloni sono diventati sempre più stringenti adeguandosi al panorama della gestione dei rifiuti in Italia che è mutato molto dalle prime raccolte stradali dedicate alle frazioni ed agli imballaggi principali, fino ad arrivare ai giorni nostri con l’intercettazione di rifiuti “complessi” porta a porta e un target minimo del 65% in vigore già dal 2012 nel nostro Paese. A pesare sulla classifica non sono più (da tre anni) solo i livelli di raccolta differenziata raggiunti ma anche le politiche di riduzione della quantità di rifiuto destinata a smaltimento. Il nuovo pacchetto europeo sull’economia circolare pone, tra i suoi obiettivi, il riciclo del 70 per cento degli imballaggi entro il 2030 e del 65 per cento dei rifiuti urbani (al 2035) e, sempre entro il 2030, un massimo del 10 per cento di rifiuti che possono essere smaltiti in discarica.
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