Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
146 paesi si impegnano a ridurre i gas ad effetto serra
Secondo le Nazioni Unite, mai nella storia si era verificata una mobilitazione simile da parte dei governi: un buon segnale in vista della Cop 21.
“Si tratta di un risultato senza precedenti”. L’entusiasmo degli organizzatori della Cop 21 è cresciuto esponenzialmente negli ultimi giorni, di pari passo con l’arrivo di decine di “Indc” (Intended nationally determined contributions), ovvero le promesse di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra avanzate in modo ufficiale dai governi di tutto il mondo. In poche settimane si è passati da una sessantina di nazioni che fanno parte della Convezione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (la Unfccc), a ben 146. Ciò significa che circa il 75 per cento degli stati – che rappresentano l’87 per cento delle emissioni globali di agenti nocivi per il clima – ha informato l’Onu dei loro propositi in tema di politiche ambientali.
Soprattutto, sottolinea Christiana Figueres, segretaria esecutiva della Unfccc, più dell’80 per cento dei documenti inviati presenta obiettivi quantitativi, e non solo indicazioni di massima: “Nel corso delle ultime settimane il numero di governi che hanno inviato i loro Indc è cresciuto fortemente, arrivando ad un totale mai raggiunto prima. Ciò conferma il fatto che il mondo riconosce la Cop 21 come un’opportunità unica per adottare un modello di sviluppo sostenibile”.
Occorre però ricordare che, secondo alcuni studi scientifici, le politiche annunciate finora non basteranno ad evitare una crescita delle temperature medie globali superiore ai 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo (obiettivo ufficiale della Cop 21). Le Nazioni Unite forniranno il prossimo primo novembre un rapporto di sintesi di tutti gli Indc ricevuti, il che dovrebbe permettere una valutazione globale dello sforzo anti cambiamenti climatici previsto a livello mondiale. Tale report costituirà uno dei documenti sui quali i governi baseranno le loro discussioni a Parigi.
Tra questi, ci sarà anche la bozza preparata da un gruppo di lavoro guidato dall’algerino Ahmed Djoghlaf e dello statunitense Dan Reifsnyder, che è stata pubblicata il 5 ottobre. Tuttavia, va detto che si tratta di un documento che traccia unicamente alcune linee generali di indirizzo, in una ventina di pagine, non entrando nel merito di numerose questioni. Ciò nonostante, al suo interno viene specificato che i paesi dovranno adattare ogni cinque anni le loro politiche agli obiettivi prefissati alla Cop 21. Inoltre, si prende in considerazione l’ipotesi di far partire i piani d’azione anche prima della data stabilita alle precedenti conferenze mondiali (ovvero il 2020). Le premesse per un accordo, insomma, pare siano state gettate. La parola, ora, passa ai governi.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.
Basta con i “teatrini”. Qua si fa l’azione per il clima, o si muore. Dalla Cop29 arriva un chiaro messaggio a mettere da parte le strategie e gli individualismi.
La digitalizzazione è il tema del 16 novembre alla Cop29 di Baku. Perché non possiamo farne a meno, anche nelle strategie climatiche.
Per mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro impatti servono fondi. Alla Cop29 i Paesi sono molto distanti su quanto e chi debba pagare.
L’ad del colosso statunitense, Darren Woods, ha parlato dalla Cop29 di Baku. Exxon prevede di investire nella transizione oltre 20 miliardi di dollari entro il 2027.
Il governo del Regno Unito ha scelto la Cop29 di Baku per annunciare il suo prossimo piano di riduzione delle emissioni di gas serra.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop29 a Baku, ha ribadito il proprio approccio in materia di lotta ai cambiamenti climatici.