La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Gli scienziati stanno pianificando di inondare il mercato nero con riproduzioni realistiche nel tentativo di ridurre il bracconaggio.
I rinoceronti vengono abbattuti ad un ritmo insostenibile e, secondo l’associazione Save the rhino, in meno di 30 anni potrebbero estinguersi in natura. Nel 2018, solo in Sudafrica, 769 rinoceronti sono stati ammazzati dai bracconieri. Questi enormi erbivori sono vittime di una caccia spietata per via del corno, che ha raggiunto cifre esorbitanti.
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Per evitare la drammatica scomparsa di queste creature antiche e carismatiche, gli scienziati hanno finora tentato diverse soluzioni. Dall’installazione di gps nei corni degli animali, al ricollocamento in zone più sicure (perfino in un altro continente), all’impiego di vere e proprie guardie del corpo, fino al taglio del corno. A queste si potrebbe presto aggiungere una nuova e originale strategia, attualmente al vaglio degli scienziati, che prevede di inondare il mercato nero con riproduzioni realistiche di corni di rinoceronte.
L’idea, esposta nello studio Creating artificial rhino horns from horse hair, è di tre ricercatori del dipartimento di Zoologia dell’università di Oxford e dell’università cinese di Fudan. Gli scienziati hanno trovato il modo di realizzare fedeli riproduzioni di corni di rinoceronte con crine di cavallo.
L’obiettivo sarebbe quello di saturare il mercato di falsi per ridurre il valore dei corni e contrastare il bracconaggio. “Gli economisti ritengono che, inondando il mercato di corni falsi, il prezzo scenderà”, ha spiegato il coautore della ricerca, Fritz Vollrath. Se il prezzo scende e le pene legate al commercio illegale di corni restano alte, il traffico potrebbe non essere più così redditizio, disincentivando dunque il bracconaggio.
LIVE: Our very own Fritz Vollrath is on Radio Four now, talking about
creating fake rhino horn with horse hair to help save the endangered rhino!
Give it a listen and let us know your thoughts:https://t.co/BkRpykwVUF— OxZooDept (@OxZooDept) 11 novembre 2019
I corni di rinoceronte sono fatti di cheratina, come le unghie e i capelli. Per riprodurli i ricercatori hanno incollato i crini della coda di un cavallo, animale imparentato coi rinoceronti, con una sostanza a base di seta. Il materiale ottenuto può essere facilmente modellato a forma di corno di rinoceronte, essiccato e lucidato. Il risultato è un oggetto sorprendentemente simile all’originale, difficile da distinguere perfino al microscopio. “Dalla nostra indagine sembra che sia abbastanza facile, oltre che economico, realizzare un materiale simile a un corno che imiti il ciuffo di peli del naso stravagantemente costoso del rinoceronte”, hanno scritto gli autori dello studio.
Non tutti, tuttavia, la ritengono una buona idea. Save the rhino, ong con sede nel Regno Unito che si occupa della conservazione di questi grandi mammiferi, ha avvertito che questa strategia potrebbe inavvertitamente stimolare il mercato di corni di rinoceronte. L’organizzazione ritiene che sarebbe più importante concentrarsi sull’adozione di misure anti-bracconaggio e sui tentativi di ridurre la domanda dei consumatori.
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