Dove sono andate per portare una petizione contro il riscaldamento globale e per la protezione dei migranti climatici.
Cosa è successo durante il quinto sciopero mondiale per il clima, il primo in formato digitale
Durante una crisi bisogna cambiare i propri comportamenti e adattarsi. Così i Fridays for future rispondono alle misure di isolamento e organizzano un quinto sciopero mondiale digitale.
L’avevano detto e l’hanno fatto. Neanche la pandemia di coronavirus, che da mesi sta costringendo milioni di persone a rimanere nelle proprie case, ha fermato gli scioperi globali per il clima dei Fridays for future. Non potendo scendere fisicamente nelle piazze per protestare contro la crisi climatica, gli attivisti hanno optato per alternative tecnologiche.
Le parole di Greta Thunberg per il quinto sciopero mondiale
Non poteva mancare un intervento da parte di Greta Thunberg, l’attivista svedese che ad agosto del 2018 ha ispirato il movimento globale di proteste per il clima.
“Oggi avevamo pianificato un grande sciopero globale per il clima con milioni di partecipanti. Ma in un’emergenza bisogna adattarsi e cambiare i propri comportamenti. La crisi climatica è ancora in atto e dobbiamo combattere ogni crisi”, ha scritto in un post su Instagram come didascalia ad una foto del suo cappotto viola e del celebre cartello skolstrejk för klimatet – sciopero scolastico per il clima in svedese – che l’hanno accompagnata in ogni protesta.
Ritorno al futuro, una campagna italiana per ripartire con il piede giusto
In occasione del Global digital strike – così è stato chiamato questo sciopero virtuale –, i Fridays for future italiani hanno reso pubblici i sette punti della loro nuova campagna, intesa come un piano necessario per la rinascita del paese, per risollevarsi dalla crisi economica e da quella climatica. Il nome Ritorno al futuro è stato scelto proprio perché “dopo la fine dell’isolamento bisognerà cercare di affrontare la crisi economica che ci aspetta immaginando un futuro diverso da quello che ci aspettavamo”, hanno raccontato i ragazzi ai microfoni di Radio for future, il programma radiofonico di LifeGate che dà spazio alle voci degli attivisti. “Pensiamo sia importante che opinione pubblica e politica affrontino anche la crisi climatica”.
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Sette punti per un futuro migliore
Sono sette i principi che gli attivisti vorrebbero fossero seguiti per far ripartire l’economia, perché la crisi economica si può e si deve affrontare contemporaneamente a quella climatica.
- Investire nella transizione ecologica: creare centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro puntando su energia rinnovabile diffusa, mobilità sostenibile, efficientamento energetico degli edifici;
- Riaffermare il ruolo pubblico nell’economia: stimolare l’economia con sussidi pubblici vincolati alla riconversione ecologica e istituire una programmazione precisa per una rapida riconversione verso imprese sostenibili;
- Realizzare la giustizia climatica e sociale: tutelare i lavoratori e le lavoratrici, i territori e le fasce della popolazione più esposte alle conseguenze della crisi economica e climatica;
- Ripensare il sistema agro-alimentare: promuovere la transizione verso un’agricoltura che salvaguardi i suoli e gli ecosistemi e che sia più sostenibile a livello climatico;
- Tutelare la salute, il territorio e le comunità: promuovere la tutela e la messa in sicurezza dei territori, implementare opere che garantiscano la riduzione dell’inquinamento e la revisione sostenibile dell’intera filiera produttiva;
- Promuovere democrazia, istruzione e ricerca: per una società in cui esista maggiore partecipazione democratica nelle scelte collettive, per aumentare il finanziamento dell’istruzione pubblica e della ricerca assicurandone l’accesso e garantendo che siano condotte in maniera trasparente e libera da conflitti di interesse;
- Costruire l’Europa della riconversione e dei popoli: aumentare la portata del Green deal europeo al fine di alzarne i target climatici superando il e superare il paradigma dell’austerità a livello europeo.
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Le attività del quinto sciopero mondiale per il clima
Anche se fisicamente distanti, i Fridays for future hanno dimostrato, ancora una volta, di essere un movimento unito. Tra tutte le attività della giornata, spicca una diretta di 24 ore su Youtube in cui, a turno, ragazzi provenienti da tutto il mondo hanno raccontato cosa vuol dire lottare contro la crisi climatica nei loro paesi, confrontandosi con realtà diverse e raccogliendo consigli.
A livello locale, il movimento italiano ha chiesto ai suoi partecipanti di geolocalizzarsi davanti a Palazzo Chigi e ha organizzato un webinar, un momento di confronto con esperti di vari settori, a cui hanno partecipato anche la climatologa Elisa Palazzi e lo scienziato Giorgio Vacchiano. Nel pomeriggio è stato poi aperto un collegamento con tutte le città italiane che hanno proposto attività diverse incentrate sul tema della ripartita dopo il coronavirus e della crisi climatica. Particolarmente d’effetto è stata la protesta degli attivisti in Germania che hanno ricoperto il prato davanti al parlamento con una distesa di cartelli colorati.
Wir können heute keine Menschenmassen mobilisieren. Aber wir können unsere Streikschilder für uns sprechen lassen. Möglich gemacht von Tausenden, die uns ihre Schilder überlassen haben, entsteht heute der wohl größte #FridysForFuture Klima-Kunstprotest jemals. #FightEveryCrisis pic.twitter.com/T2WAQbl2CG
— Luisa Neubauer (@Luisamneubauer) April 24, 2020
Una lettera all’Italia
In vista di questo sciopero mondiale, una settimana fa è stata inviata una lettera all’Italia in cui il movimento ha lanciato un appello, che tutti possono firmare: usciti da questa pandemia bisogna ricostruire un mondo nuovo. Nella lettera si legge come la transizione ecologica sia la strada migliore per rilanciare l’occupazione e redistribuire il benessere, per creare lavoro e al contempo evitare che nuove crisi dovute al riscaldamento globale si abbattano sul Pianeta.
Guarda tutti i numeri del clima spiegati dai Fridays for future
Un appello che da subito è stato firmato da decine di scienziati e che si è arricchito dei più grandi nomi del panorama ecologista italiano – come Greenpeace, Wwf e Wwf young, Legambiente, Terra!, Stop-ttip. Un elenco destinato ad allungarsi e che mira ad estendersi anche al mondo dei sindacati, dell’associazionismo e dei comitati.
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