Circa 40.000 persone hanno sostenuto le richieste indigene, che si oppongono a un progetto di revisione del trattato fondativo della Nuova Zelanda.
Donald Trump vuole armare anche chi è affetto da disturbi mentali
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump abrogherà una norma voluta da Barack Obama, che imponeva restrizioni alla vendita di armi.
Negli Stati Uniti anche alcune categorie di persone che soffrono di disturbi mentali potranno recarsi nei numerosi negozi di armi presenti nel paese per acquistare legalmente una pistola o un fucile. La decisione arriva direttamente dal nuovo presidente Donald Trump, e fa parte della politica volta a smantellare le decisioni assunte dal vecchio inquilino della Casa Bianca, Barack Obama. Quest’ultimo, infatti, aveva imposto restrizioni all’acquisto di armi, ritenendo che i numerosi episodi di violenza siano attribuibili anche alla loro eccessiva (e disinvolta) diffusione.
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Lo stop in vigore dalla fine del mandato di Obama
Obama aveva introdotto il provvedimento – attraverso un atto presidenziale che non ha necessitato di un passaggio al Congresso – all’indomani della strage di San Bernandino, nel 2015, ma per la sua entrata in vigore si è dovuto attendere lo scorso mese di dicembre, ovvero la fine del mandato. La legge imponeva al servizio sanitario nazionale di comunicare le informazioni relative alla salute mentale di chi vuole comprare un’arma all’organismo federale che si occupa di concedere i nulla osta.
Secondo il partito repubblicano, tali restrizioni erano troppo stringenti, dal momento che includevano, ad esempio, le persone giudicate inadatte a gestire le loro finanze personali e poste per questa ragione sotto tutela. Obama aveva però indicato che il numero di persone colpite dal provvedimento risultava piuttosto basso: pari a 75mila in tutto il territorio nazionale. In ogni caso la norma era finita – caso raro – sia nel mirino della National Rifle Association (Nra, la potente lobby dell’industria delle armi), sia in quello dell’Aclu, una delle principali associazioni che si occupa di difendere i diritti civili. Ciò perché secondo gli attivisti la norma rischiava di discriminare coloro che sono affetti da disagio psichico.
Negli Usa aggirabili le leggi sull’acquisto di armi
Nonostante il passo indietro, la legge americana continuerà a vietare la vendita a persone che sono state precedentemente dichiarate incapaci di intendere e di volere e a quelle ricoverate in ospedali psichiatrici. Almeno sulla carta: il problema è infatti che sul vasto territorio degli Stati Uniti non sempre le norme vengono applicate in modo uniforme. Ciascuno Stato federale, infatti, può scegliere se trasmettere o meno le informazioni sui singoli cittadini all’Fbi. Senza dimenticare che regole diverse si applicano per i saloni d’esposizione e per agli acquisti online. Il risultato è che negli Stati Uniti, ogni anno, migliaia di persone “a rischio” riescono ad acquistare pistole e fucili in modo legale. Il caso della strage del Virginia Tech, nel 2007, è in questo senso emblematico, dal momento che l’autore non avrebbe dovuto possedere armi. Ma anche quello di Sandy Hook: in quel caso il killer, che ammazzò 27 persone in una scuola, utilizzò armi di proprietà della madre (anche lei uccisa). Che a quanto pare possedeva un arsenale perché si preparava alla fine del mondo…
La politica militare di Donald Trump
Nel frattempo, Donald Trump ha anche annunciato un aumento storico delle spese militari, nell’ordine di 54 miliardi di dollari (51 miliardi di euro). Il che porterà il totale degli stanziamenti americani ad oltre 600 miliardi di dollari nel corso del 2018, contro i 583 miliardi di quest’anno.
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