I comuni potranno istituire limiti di velocità al ribasso solo in determinate condizioni, arriva l’assicurazione per il monopattino.
Elezioni regionali 2018, cosa c’è da sapere sui candidati in Lombardia e Lazio
Il 2018 è anche anno di elezioni regionali. Molise, Friuli Venezia Giulia, Val d’Aosta, Trentino Alto Adige e Basilicata, ma per ora approfondiamo i programmi elettorali dei candidati alla Regione Lazio e Lombardia che si terranno il 4 marzo.
Domenica 4 marzo non si vota solo per le elezioni politiche, quelle legislative che daranno vita a un nuovo parlamento e alla diciottesima legislatura. Per Lazio e Lombardia sarà election day e i cittadini voteranno per eleggere anche il presidente della nuova giunta regionale. Nel corso del 2018, però, anche altre regioni non meno importanti andranno al voto: il 22 aprile sarà la volta del Molise, mentre entro il 2018 si rinnoveranno anche le assemblee regionali di Ele.
Elezioni regionali, la sfida in Lombardia
In Lombardia la partita vede la partecipazione di tre concorrenti principali. Attilio Fontana, ex sindaco di Varese. Si tratta della persona scelta dal centrodestra per provare a raccogliere l’eredità del governatore uscente Roberto Maroni: anche lui leghista, è considerato un “moderato”, anche se una sua recente gaffe ha convinto molti a rivedere questo giudizio. Il Partito democratico (Pd) si affida a Giorgio Gori, giornalista e sindaco di Bergamo. Il Movimento 5 stelle (M5s) ha scelto invece Dario Violi, 32 anni, consigliere regionale uscente. Corre da solo il candidato di Liberi e uguali (Leu), Onorio Rosati.
La partita si gioca nelle comunità locali
Buona parte della nuova legislatura regionale si giocherà sulla definizione delle nuove forme di maggiore autonomia che i lombardi hanno chiesto con il referendum consultivo dello scorso 22 ottobre, e questo interessa soprattutto le comunità montane. Attilio Fontana nel suo programma promette “uno specifico riconoscimento delle comunità alpine” e prevede “più risorse e investimenti strategici per fermare lo spopolamento delle valli”.
Giorgio Gori ha in programma un paragrafo specifico, inserito nel capitolo dell’autonomia. Il candidato democratico vorrebbe un assessorato che si occupi solo della montagna e a nuove risorse derivanti da una riforma delle concessioni idriche: interventi necessari perché, spiega, finora “è mancata la volontà di valorizzare il lavoro delle comunità montane, va quindi ridata forza alla loro azione che è di presidio per comunità anche minute”. E questo varrà anche per i piccoli comuni non montani.
Per Violi e il Movimento 5 stelle “la montagna deve tornare a essere tra gli attori principali dello scacchiere economico lombardo”, tra gli obiettivi prioritari anche in questo caso c’è l’istituzione di un assessorato per la montagna dotato di portafoglio e quindi di grandi capacità d’investimento, la destinazione della totalità delle risorse derivanti dai canoni idrici ai territori montani e una fiscalità specifica legata ai territori a rischio spopolamento, ma anche prevenzione del dissesto idrogeologico, riorganizzazione e manutenzione delle aree boschive e dei sentieri alpinistici, incentivi a un turismo montano responsabile e attento all’ambiente e al cicloturismo e investimenti in agricoltura e allevamento caratteristici. Sui prodotti tipici, montani e non, punta del resto anche Fontana, che parla di “stili alimentari più sani e sostenibilità nel segno della tradizione”.
La questione rifiuti e territorio
Per quanto riguarda la questione rifiuti, Fontana è chiaro e lapidario: “In Lombardia vogliamo solo i rifiuti dei lombardi”. Violi invece si pone l’obiettivo “rifiuti zero”, che sarà perseguito attraverso una raccolta differenziata massimizzata attraverso l’estensione del sistema porta a porta con sistemi di tariffazione puntuale volti a responsabilizzare la cittadinanza e premiare i comportamenti virtuosi: “La conseguente riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare a smaltimento consentirà di attuare il progressivo abbandono della pratica dell’incenerimento”. “Rifiuti zero” è anche il traguardo di Gori, secondo il quale la Regione deve sostenere gli sforzi dei Comuni per il miglioramento del sistema integrato e integrale di raccolta differenziata porta a porta che, oltre a rispettare l’ambiente e il territorio, responsabilizza i cittadini rafforzando il loro senso civico. “Ci impegneremo inoltre a finanziare la nascita o il consolidamento di centri del riuso e della riparazione che possano dare occupazione ad abili artigiani e giovani cooperative”. Su questo punto invece Rosati promette: “Introdurremo un nuovo sistema di gestione rifiuti per arrivare in 5 anni a un riciclo del 90 per cento”.
L’importanza delle energie rinnovabili
Fontana promette di puntare sulle energie rinnovabili “per migliorare la qualità dell’aria”. Secondo Gori “c’è bisogno di una nuova strategia d’intervento che orienti nuovi investimenti sui grandi impianti idroelettrici, limitando la proliferazione di micro-derivazioni in località isolate, e rimediando agli errori di programmazione relativi agli impianti per la produzione di energia da biomasse e biogas”. Per Violi bisogna operare in tre modi “per arrivare al completo abbandono del combustibile fossile entro il 2050”: una forte riduzione dei consumi energetici complessivi; un passaggio graduale al vettore energia elettrica in diversi settori e usi finali, un notevole incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Rosati è molto ambizioso: “Vogliamo per la Lombardia – dice – una completa sostenibilità energetica, una gestione pubblica ed efficiente dell’acqua, nuove regole per la qualità dell’aria. Faremo che riduca davvero a zero il consumo di suolo e punteremo alla celere riconversione degli impianti di riscaldamento e introdurremo controlli severi sulle emissioni”.
È fondamentale che la mobilità in Lombardia sia sostenibile
Il dolore e la rabbia lasciati dall’incidente ferroviario di Pioltello hanno aperto numerosi dibattiti. Il vincitore delle elezioni regionali dovrà urgentemente impegnarsi nel miglioramento e nlla sicurezza della rete dei trasporti pubblici. Per Gori “vanno definite chiare priorità per gli investimenti futuri verso opzioni di trasporto intermodali e più sostenibili: treni, auto e bici elettriche, accanto alle biciclette tradizionali, il cui uso va incentivato e sostenuto”. E poi occorre mettere mano a una manutenzione delle strade statali, adottare una spending review per le grandi opere – che prevede anche il completamento dell’autostrada Pedemontana, ma modificata e alleggerita nei costi –, ammodernare la rete ferroviaria, investire sulla mobilità elettrica.
Violi dedica un capitolo del programma al trasporto sostenibile, e anche qui le linee da seguire sono tre: ampliare l’offerta e la qualità dei servizi di trasporto pubblico locale con l’obiettivo di renderli sempre più competitivi e appetibili rispetto al mezzo privato; promuovere la creazione di zone pedonali di qualità e di reti di percorsi ciclabili sicuri, funzionali e realmente fruibili; agevolare la diffusione di car sharing, bike sharing, il car pooling. Inoltre, spiega il candidato M5s, per i mezzi privati “è necessario programmare da subito i limiti alla circolazione che saranno progressivamente imposti ai veicoli inquinanti nei prossimi 15 anni e favorire la diffusione di veicoli a zero emissioni”.
Fontana propone invece tariffe scontate per i pendolari e nuovi treni più puntuali, puliti e sicuri, perché “la mobilità è sviluppo economico”, mentre per Rosati la priorità è un sistema integrato di treni, metropolitana, mezzi di superficie e parcheggi di interscambio e un cambio di governance in Trenord.
Le tematiche sociali
C’è spazio per integrazione e diritti sociali, nei programmi dei quattro candidati: Gori promette un supporto agli enti locali nell’adesione al Sistema di protezione per i richiedenti asilo con una distribuzione omogenea sul territorio dei richiedenti, ottenuta possibilmente attraverso un concreto sistema di incentivi, insegnamento dell’italiano per i migranti, accesso all’istruzione e formazione, inserimento lavorativo, in quadro complessivo in cui al titolare di protezione internazionale viene riconosciuto e facilitato l’accesso al welfare nazionale e regionale.
Violi si concentra sulle pari opportunità, perché “è indispensabile riconoscere il valore della differenza e della libertà femminile e promuovere nuove forme di convivenza sociale, più giuste e rispettose delle differenze”: e allora si propongono azioni per rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne l’effettiva partecipazione alla vita politica, sociale, economica, culturale e professionale e alle cariche politiche-istituzionali, una sanità di genere con la riapertura di consultori, educazione di genere nelle scuole come strumento essenziale per la prevenzione e il contrasto della violenza.
“Famiglia” è la parola chiave di Fontana per quanto riguarda le politiche sociali: tra gli obiettivi, ampliare gradualmente la platea dei beneficiari della misura dei “nidi gratis” anche per consentire alle madri di reinserirsi più facilmente nel mondo del lavoro.
Accoglienza e diritti delle donne sono tra i punti del programma di Rosati: accoglienza diffusa per una immigrazione serena e strutturata. coordinamento fra le politiche regionali e nazionali per la gestione dei flussi, cancellazione della legge anti moschee da una parte; contributi stabili per i congedi parentali di padri e madri dall’altra.
Elezioni regionali, la sfida nel Lazio
Nel Lazio il governatore uscente Nicola Zingaretti si ricandida per conto di un centrosinistra unito (dal Partito democratico a Liberi e uguali) al quale il centrodestra risponde con il nome di Stefano Parisi, già sfidante di Beppe Sala lo scorso anno alle comunali di Milano. Il Movimento 5 stelle corre invece con Roberta Lombardi, una delle personalità più in voga del movimento. C’è, però, un quarto convitato, il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi che correrà da solo con il partito Fratelli d’Italia.
I rifiuti che fanno la differenza…
È sulla questione dei rifiuti che si gioca buona parte della campagna elettorale per la Regione Lazio, afflitta da parecchi anni da gravi problemi di smaltimento. Nicola Zingaretti, presidente uscente, punta sull’approvazione già nei primi sei mesi di una strategia “rifiuti zero” che punta all’innalzamento della quota di raccolta differenziata al 70 per cento con 57 milioni di investimenti in tre anni a disposizione di tutti i Comuni per realizzare isole ecologiche, impianti di compostaggio e di auto-compostaggio, riuso agricolo dei rifiuti compostati, accordi con la grande distribuzione per la riduzione dei rifiuti e progetti contro lo spreco alimentare, raccolta differenziata sulle spiagge e recupero dei rifiuti marini. In questo quadro rientrerebbe anche la formazione di tremila nuove professionalità nel settore della green economy. Per quanto riguarda Roma Capitale, invece, Zingaretti pensa a un sostegno speciale con finanziamenti per la raccolta differenziata, con l’attuazione di un progetto speciale per la tariffa puntuale e per la realizzazione di un centro comunale per il riuso e la preparazione al riuso.
Roberta Lombardi ricorda che “dalla chiusura della discarica di Malagrotta l’attuale giunta uscente non ha mai varato un piano rifiuti regionale. Il nostro primo passo sarà dunque mettere in piedi una programmazione per i prossimi anni”. Programmazione che passa per la revisione del piano rifiuti regionale recependo il piano zero rifiuti di Roma Capitale, un piano di prevenzione della produzione dei rifiuti (raccolta porta a porta e riciclo); sostegno economico ai Comuni che attuano la raccolta porta a porta ed applicano una tariffa puntuale.
Per Stefano Parisi, candidato del centrodestra, la ricetta è piuttosto semplice: “Gli impianti ci sono, basta semplicemente riattivarli, a partire da quello di Colleferro. Bisogna riattivare gli inceneritori spenti e aumentare la raccolta differenziata. Ci vuole il coraggio di decidere”.
Stefano Pirozzi da parte sua assicura un percorso verso l’autosufficienza regionale: “riformeremo il ciclo dei rifiuti assicurando che gli impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti siano in grado di privilegiare il riciclo, il riutilizzo, e la valorizzazione del rifiuto”.
Come si tutela anche l’ambiente?
Sulla tutela dell’ambiente tout court, Roberta Lombardi afferma che “l’obiettivo è tornare a far respirare la nostra regione”. Come? Con il finanziamento di interventi contro il dissesto idrogeologico, la difesa delle coste attraverso l’approvazione di un piano pluriennale dei ripascimenti delle spiagge per contrastare l’erosione, l’istituzione di piani regolatori per i bacini idrografici e gli acquedotti, con un supporto economico per il monitoraggio delle risorse idriche. E con una novità: il reddito di cittadinanza energetico, un contributo all’utilizzo di energie alternative che aiuterebbe a risparmiare sulle bollette e diffondere le rinnovabili.
Su questo punto Zingaretti va più nello specifico, e propone l’adozione di una strategia regionale di prevenzione e adattamento ai cambiamenti climatici che incida anche sulla riqualificazione urbana, di un piano regionale della mobilità ciclistica per realizzare almeno cento chilometri di nuove ciclovie in tutto il Lazio, con ciclostazioni, strutture di parcheggio e affitto bici, interscambio con il treno. Anche il presidente uscente punta poi su un piano degli acquedotti, un risanamento del Tevere attraverso nuovi impianti di depurazione, il completamento degli interventi contro il dissesto idrogeologico con un finanziamento di 90 milioni di euro e la creazione di nuove aree protette come il parco dei Volsci e il parco interregionale del fiume Tevere e dell’Aniene.
Pirozzi si concentra sulle risorse idriche: “Procederemo alla realizzazione di una strategia gestionale integrata delle acque su ambito regionale, per ridurre sprechi e costi e migliorare il servizio su tutto il territorio. Sprecarla è un crimine per le future generazioni”.
Secondo Parisi la prima cosa da fare è una nuova legge urbanistica “perché la rigenerazione e il decoro urbani passano attraverso regole chiare, regole certe, essenziali per poter fare gli investimenti”.
Mobilità: quali promesse per i pendolari e i turisti?
La questione ambientale ovviamente è strettamente legata a quella della mobilità e dei trasporti, possibilmente moderni e pubblici: secondo Parisi Cotral (la compagnia dei trasporti laziali) e Atac (la municipalizzata capitolina) vanno rilanciate con investimenti importanti. “Atac al momento non è privatizzabile, ma vanno fatti investimenti importanti. E poi bisogna sbloccare i fondi fermi per la Roma-Lido”.
Il capitolo trasporti è fondamentale anche per Roberta Lombardi, perché “ci passiamo gran parte del tempo che impieghiamo nel tragitto casa lavoro. Renderli più efficienti e puliti è un dovere, per agevolare innanzitutto le nostre giornate e riorganizzare i nostri spazi, le nostre necessità”. Il rafforzamento del trasporto su ferro, la razionalizzazione del servizio erogato da Cotral, la riduzione dello spostamento con mezzi privati attraverso politiche incentrate sul telelavoro, l’erogazione di servizi a distanza e l’istituzione della figura del mobility manager regionale, insieme a un piano di interventi per la manutenzione straordinaria e ordinaria della rete stradale regionale.
Zingaretti ricorda che “ogni giorno 800mila persone entrano ed escono dalla città di Roma, sono in gioco la qualità della vita delle cittadine e dei cittadini e la competitività economica della nostra regione”. Anche in questo la cura delle ferrovie è importante, dell’integrazione modale e della riqualificazione di stazioni e nodi di scambio: un miliardo di euro per le opere strategiche e per la sicurezza delle strade, sviluppo della rete ferroviaria suburbana a Roma, sostegno al trasporto pubblico di Roma Capitale con 240 milioni all’anno oltre alle risorse per il contratto di servizio di Atac e risorse per il completamento della linea C e della linea B delle metropolitana. Ma è previsto anche uno studio di fattibilità per la realizzazione di un nuovo aeroporto laziale, da affiancare eventualmente a Fiumicino e Ciampino.
Abbandonare i vecchi mezzi e puntare su mezzi sicuri ed efficienti, privilegiare il trasporto su ferro e concertare con i comuni un piano della mobilità regionale sono gli obiettivi di Pirozzi.
Un occhio alla sostenibilità sociale
Anche nella campagna elettorale del Lazio spicca il tema della parità di genere. Zingaretti propone un vero e proprio piano strategico, che passa dal consolidamento della rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio al reddito minimo per sostenere i percorsi di donne che fuoriescono dalla violenza, all’istituzione di un osservatorio regionale contro le discriminazioni legate all’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Ma è previsto anche sostegno ai comuni per l’accoglienza dei rifugiati, e nuove iniziative per il reinserimento sociale dei detenuti.
Roberta Lombardi ripropone anche a livello regionale il reddito di cittadinanza, composto da una parte diretta, attraverso erogazione di assegno di sostegno economico, e una indiretta grazie a progetti personalizzati per il nucleo familiare di servizi sociosanitari, formazione e riqualificazione professionale. E poi misure per la famiglia e per garantire il diritto alla casa.
Parisi ricorda che “10mila famiglie non possono entrare nelle case a loro assegnate, in quanto occupate senza titolo” . E inserisce perciò nel proprio programma un piano di housing sociale che coinvolga pubblico, privato e fondazioni.
Pirozzi pensa a favorire l’occupazione dei giovani e dei lavoratori over 50 che rischiano di restare fuori dal mercato del lavoro e a una serie di incentivi per l’assunzione di donne uscite dal mercato del lavoro per maternità, rafforzando l’istituto stesso della maternità, prima e durante il lavoro. Ma soprattutto, da sindaco uscente di Amatrice, l’attenzione è volta sulla totale detassazione per l’aiuto al rilancio delle micromprese delle zone colpite dai terremoti.
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