La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Un rapporto della ong britannica Ifaw ha denunciato un diffuso traffico illegale di specie animali protette online.
Dalle zanne di elefante alla pelle di leopardo, dalle tartarughe ai rapaci vivi. Su internet è possibile acquistare quasi di tutto, compresi animali vivi appartenenti a specie protette e parti di questi. In Europa il commercio illegale di animali selvatici è più diffuso di quanto si pensasse, lo ha rivelato l’indagine Disrupt: Wildlife Cybercrime – Uncovering the scale and nature of online wildlife trade, condotta dalla ong britannica per la difesa degli animali Ifaw.
Dal rapporto è emerso che il traffico illegale di animali selvatici è attivo su molte popolari piattaforme di e-commerce, tra cui eBay, Gumtree e Preloved. Gli attivisti di Ifaw nel 2017 hanno monitorato per sei settimane un centinaio di siti di e-commerce in Gran Bretagna, Germania, Francia e Russia. Hanno scoperto 5.381 annunci che offrivano animali vivi minacciati e prodotti animali, catalogando complessivamente 11.772 esemplari di specie in pericolo, per un valore di quasi quattro milioni di dollari.
Nonostante l’adozione di importanti iniziative per contrastare il commercio illegale di avorio, come lo storico divieto sulla compravendita in Cina, il 20 per cento delle offerte individuate riguardava proprio l’avorio. Il commercio illecito di avorio continua dunque a rappresentare un problema significativo e a minacciare la sopravvivenza degli elefanti.
During a 6-week period in 2017, our researchers revealed 11,772 protected animal specimens for sale across online marketplaces and social media platforms.
Read that again: Eleven thousand seven hundred seventy-two.
It’s time to end #WildlifeCybercrimehttps://t.co/pQRI8gZjw6 pic.twitter.com/yBsYc12O92
— IFAW (@action4ifaw) 23 maggio 2018
Tra le offerte incriminate la maggior parte riguardava la vendita di animali vivi, il cui commercio è limitato o vietato dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie a rischio (Cites). Gli animali più contrabbandati sono i rettili (37 per cento), in particolare le tartarughe, seguono gli uccelli (31 per cento), soprattutto pappagalli, ma anche molti rapaci. Il crescente e irrazionale desiderio di animali esotici sembra tuttavia non conoscere limiti, sono state infatti trovate anche offerte riguardanti primati, come orangutan, lemuri e gibboni e grandi felini, come leopardi, giaguari e ghepardi.
Il commercio di animali rappresenta una grave minaccia per la sopravvivenza di alcune specie. “Il commercio illegale di specie selvatiche rappresenta una minaccia multiforme per la vita animale e deve essere affrontato globalmente – ha dichiarato Rikkert Reijnen, direttore del programma Ifaw Wildlife Crime. – Con la pubblicazione di questo rapporto, Ifaw rinnova il suo impegno nel riunire le principali parti interessate del settore pubblico e privato per fornire informazioni e supporto nella lotta contro la criminalità informatica perché, in parole povere, serve una rete per sconfiggere una rete”.
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