La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Secondo gli esperti il fenicottero non avrebbe potuto sopravvivere in natura fino ad oggi, e invece l’uccello fuggitivo si è stabilito in Texas.
Il suo destino prevedeva una vita intera da galeotto, con tanto di numero identificativo. Ma a 492, giovane maschio di fenicottero minore (Phoeniconaias minor), lo zoo della contea di Sedgwick, nel comune di Wichita, Kansas, andava stretto, aveva altri programmi, voleva vivere la sua vita da fenicottero libero. E così scappò, facendo perdere le sue tracce, fino ad oggi, tredici anni dopo.
La storia del nostro eroe inizia nel 2003, quando viene catturato in Tanzania, insieme al resto del suo stormo composto da quaranta fenicotteri, per finire negli Stati Uniti, in uno zoo del Kansas. Un anno dopo, nel maggio del 2004, i fenicotteri vengono esposti al pubblico per la prima volta. Se avete visitato qualche zoo avrete probabilmente visto fenicotteri apparentemente liberi, se non volano via, però, non è perché si sono affezionati al luogo ma perché non possono. Esistono due tecniche per impedire a questi uccelli di spiccare il volo e andarsene, il primo, definitivo, prevede l’amputazione delle penne di un’ala, mentre il secondo consiste nel taglio periodico di una parte delle penne remiganti, affinché l’uccello non riesca a decollare e a gestire la fase aerea.
Ai fenicotteri giunti in Kansas, fortunatamente, è toccata le seconda. Alla fine di giugno del 2005 un visitatore dello zoo riferì di aver visto due fenicotteri fuori dal loro recinto, erano il numero 492 e il numero 347, per un errore da parte dello staff le loro piume non erano state tagliate (pratica che viene effettuata una volta all’anno). I due uccelli spiccarono dunque il volo per poi atterrare in un canale di drenaggio poco distante dove rimasero sotto osservazione dei funzionari dello zoo per una settimana.
Per recuperare i due animali, secondo quanto riferito da Scott Newland, responsabile degli uccelli dello zoo di Wichita, l’idea era di avvicinarli di notte, usando un riflettore per disorientarli. Ma il personale dello zoo non ebbe neppure l’occasione di provare il piano, nella notte del 3 luglio un violento temporale si abbatté sulla città e il 4 luglio, il giorno dell’Indipendenza degli Stati Uniti, i fenicotteri se n’erano andati.
I due fenicotteri, non sappiamo perché, si separarono, n. 347 si diresse a nord, e nell’agosto del 2005 fu avvistato nel lago Au Train, in Michigan. Dopodiché non fu mai più visto e si ritiene che non sopravvisse all’inverno. Il n. 492, forse per caso o forse seguendo un’intuizione, volò invece fino al Texas, dove trovò un clima e un ambiente adatti, con aree umide salate e poco profonde. I fenicotteri sono animali dalla spiccata socialità che vivono abitualmente in stormi molto numerosi. 492 aveva dunque trovato un ambiente idoneo alla sua sopravvivenza, ma era solo.
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Ma la fortuna, si sa, aiuta gli audaci, così, poco dopo il suo arrivo in Texas, trovò inaspettatamente un compagno: un fenicottero dei Caraibi (Phoenicopterus ruber) che potrebbe essere giunto lì, secondo gli esperti, in seguito a una tempesta tropicale. I due fenicotteri sono stati osservati insieme in diverse occasioni tra il 2006 e il 2013. “Anche se appartengono a due specie diverse, sono abbastanza simili ed è probabile che siano stati più che felici di vedersi – ha affermato Scott Newland. – Sono due uccelli solitari che si ritrovano in terra straniera. Non avrebbero dovuto essere lì, è evidente che si sia formato un legame”.
L’ultimo avvistamento del “fenicottero latitante” risale allo scorso maggio, a Lavaca Bay, nel sud del Texas, ed è stato effettuato da un giovane ricercatore del Texas parks and wildlife department, che ha riferito che l’uccello ha ancora la targhetta identificativa legata alla zampa. Si stima che l’animale abbia circa venti anni e potrebbe continuare ad alimentare la sua leggenda per altri dieci o venti anni, i fenicotteri in natura possono infatti vivere fino ai quaranta anni, ricordandoci, con la sua elegante irriverenza, che nessuno dovrebbe vivere in gabbia.
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