La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Dopo un anno in cui non erano state registrate nascite, e che ha fatto disperare sul futuro della specie, tre piccoli sono stati avvistati al largo delle coste statunitensi.
La balena franca nordatlantica (Eubalaena glacialis) è uno dei mammiferi più minacciati del pianeta. La specie, classificata “in via di estinzione” dalla Lista Rossa della Iucn, conterebbe infatti appena 411 esemplari. Il numero di questi giganti del mare, che popolano le acque dell’oceano Atlantico, è stato drasticamente ridotto dalla caccia da parte dell’uomo e, nonostante sia vietato cacciarle dagli anni Trenta, la popolazione non mostra segni di ripresa. Nel 2018 i biologi del Woods hole oceanographic institute del Massachusetts avevano riferito che non era stato avvistato nessun cucciolo durante l’ultima stagione riproduttiva, lanciando l’allarme sul futuro della specie che, secondo i ricercatori, potrebbe scomparire definitivamente entro due decenni. C’è però un barlume di speranza per questi magnifici cetacei, negli ultimi mesi tra Florida e Georgia sono infatti stati avvistati tre piccoli di balena franca nordatlantica.
I ricercatori della Florida fish and conservation commission hanno riferito di aver visto il primo cucciolo a fine dicembre, mentre le altre due giovani balene sono state avvistate, con le rispettive madri, il 13 e il 17 gennaio al largo della costa della Florida. “Ogni nuovo cucciolo aiuta la popolazione a crescere e fa sperare nel recupero della specie”, ha dichiarato Jennifer Jakush della Florida fish and conservation commission. “Ogni nascita è eccitante – ha commentato Philip Hamilton, ricercatore dell’Anderson Cabot center for ocean life del New England aquarium. – Questa specie ha faticato a riprendersi per molto tempo e negli ultimi anni è stata colpita da un aumento dei decessi. Le nuove nascite rappresentano la nostra speranza”.
Negli ultimi anni la popolazione di balene franche nordatlantiche ha effettivamente subito un ulteriore calo. Tra il 2017 e il 2018 sono stati registrati venti decessi tra Stati Uniti e Canada, equivalenti a una perdita di oltre il 4 per cento della popolazione. Se la specie è stata portata sull’orlo dell’estinzione dalle baleniere, attualmente la principale minaccia per questi cetacei è rappresentata dalle collisioni con le imbarcazioni e dalle ormai onnipresenti reti da pesca. I cambiamenti climatici contribuiscono a peggiorare la situazione poiché l’aumento della temperatura dell’acqua comporta uno spostamento delle loro prede abituali.
Per quanto le tre nascite rappresentino una notizia straordinaria, i numeri continuano ad essere bassi e il calo delle nascite allarmante (dato particolarmente grave per una specie poco feconda come questa che partorisce un solo piccolo ogni 3-4 anni). Per garantire un futuro a queste straordinarie creature, che secondo recenti studi vivevano anche nel Mediterraneo prima di essere sterminate, occorrono concrete iniziative di conservazione.
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