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La decisione del presidente francese Macron arriva dopo la visita a uno dei ghiacciai del Monte Bianco che sta scomparendo. L’obiettivo è di proteggere la biodiversità da turismo e cambiamenti climatici. Ma potrebbe non essere abbastanza.
Mare di ghiaccio. È quello che ci si aspetterebbe di trovare sulla montagna più alta dell’Europa occidentale, il Monte Bianco, e uno dei suoi ghiacciai più iconici che porta questo nome: Mer de Glace. Eppure, come tutto l’arco alpino, anche questo ghiacciaio, che è il più grande in suolo francese, sta retrocedendo inesorabilmente e a un ritmo allarmante, perdendo decine di metri ogni anno.
Ed è quello che il presidente della repubblica francese Emmanuel Macron ha potuto vedere con i propri occhi quando, la scorsa settimana, dalla cittadina francese di Chamonix ai piedi del Monte Bianco ha visitato proprio il ghiacciaio Mer de Glace. “Quello che stiamo osservando è una prova inconfutabile del riscaldamento globale”, ha affermato.
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Il Mer de Glace, ha infatti già perso 800 metri solo negli ultimi trent’anni ricordandoci la triste, inquietante previsione che se nulla sarà fatto per contrastare la crisi climatica il 90 per cento dei ghiacciai di tutte le Alpi scomparirà entro il 2100.
Oltre alla morsa del riscaldamento globale, però, questo iconico ghiacciaio è anche vittima dell’impatto antropico diretto causato dal turismo. “Grazie” a una sempre maggiore accessibilità e popolarità dell’alta montagna ogni anno decine di migliaia di persone – centinaia al giorno – si avventurano sul tetto d’Europa nel tentativo di raggiungerne le sue vette e suoi ghiacciai, lasciando dietro di sé rifiuti di ogni tipo e agendo in maniera non consona alle altitudini a cui ci si approccia.
Tornano subito alla mente le immagini di turisti sul ghiacciaio in scarpe da ginnastica, l’alpinista che voleva raggiungere la vetta con il proprio cane o un membro della marina inglese che voleva arrivare in cima con un vogatore in spalla, poi abbandonato a metà tragitto. E proprio il Mer de Glace è diventato negli anni una meta gettonata per la facile accessibilità dovuta anche al treno che porta direttamente alla sua base.
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Di fronte a queste minacce, e riconoscendo che quella per la biodiversità è “la battaglia del secolo per la nostra sopravvivenza”, Macron ha annunciato una serie di misure: la creazione dell’ufficio francese per la biodiversità (Ofb), che si occuperà di monitorare e tutelare l’ambiente e implementare nuove aree naturali protette (per raggiungere l’obiettivo precedentemente annunciato del 30 per cento nel paese); e la limitazione degli accessi alla vetta della montagna, richiedendo a chi è diretto in vetta prove di aver pianificato il viaggio e di portare con sé l’attrezzatura necessaria.
Mer de Glace, 1910-2020.
Voilà pour quoi nous nous battons. pic.twitter.com/BVr99M7UjZ— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) February 13, 2020
Questa decisione è arrivata anche in seguito alle critiche all’Eliseo da parte del sindaco di uno dei paesi ai piedi del monte Bianco, Saint Gervais, di come una “montagna per tutti” rappresenti un rischio per la vita delle persone e per l’ambiente. “Va benissimo preoccuparsi della foresta Amazzonica, ma ignorare cosa sta accadendo sul Monte Bianco e permettere che questa mancanza di rispetto continui non è più tollerabile”, ha scritto in una lettera aperta il primo cittadino Jean-Marc Peillex.
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Se le misure annunciate del presidente francese possono contribuire da un lato a cercare di mantenere il selvaggio e inospitale monte al riparo dalle tracce del turismo di massa, dall’altro lato – quello della scomparsa dei suoi ghiacciai – la mera protezione potrebbe non essere sufficiente. Infatti, per contrastare l’aumento della temperatura e quindi rallentare il loro scioglimento tutti i paesi, Francia compresa, devono agire in modo coraggioso e radicale per ridurre le proprie emissioni.
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Sono dello stesso parere numerose associazioni ambientaliste che hanno criticato la mossa di Macron. Ad esempio Clément Sénéchal, responsabile della campagna per il clima di Greenpeace France, ha affermato che “l’esemplarità di uno stato inizia rispettando l’Accordo di Parigi. Ma il governo si limita ad azioni insufficienti”. Aggiungendo che le misure devono intaccare tutto il sistema, come la fine dei sussidi ai combustibili fossili. Perché i ghiacciai, per essere salvati, hanno bisogno di azioni della portata del rischio che si trovano ad affrontare anche a causa nostra.
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