Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
Frank Jensen. Copenaghen, la mia città proiettata nel futuro sostenibile
Il sindaco di Copenaghen Frank Jensen racconta in che modo la sua città è diventata la più sostenibile del mondo. E come riuscirà a rimanere tale.
La crescita economica può essere garantita dall’ecologia. Gli investimenti possono essere sostenibili e utili per ambiente e popolazione. E la transizione energetica può rappresentare un’opportunità unica per coniugare benessere e sviluppo sul lungo periodo. È sulla base di queste convinzioni che Frank Jensen guida la città di Copenaghen dal 1 gennaio 2010. Un impegno che ha consentito alla capitale della Danimarca di porsi come un esempio a livello internazionale.
Cinquantasei anni, socialdemocratico, ex ministro della Ricerca, Jensen racconta Lifegate.it le strategie adottate finora, le sfide imposte dai cambiamenti climatici e l’impegno internazionale.
Copenaghen si è classificata prima nel Global Green Economy Index del 2016, indice che misura le performance ecologiche di 80 paesi e 50 città di tutto il mondo. Qual è la chiave per coniugare crescita e transizione ecologica?
La nostra città è spesso citata come una delle più vivibili del mondo ed una delle più verdi. È qualcosa di cui andiamo davvero molto fieri. Credo che siamo riusciti ad ottenere questo obiettivo innanzitutto perché crediamo che crescita e sostenibilità debbano procede mano nella mano. A Copenaghen siamo riusciti a combinare soluzioni ecologiche e opportunità di business, partendo dall’idea secondo la quale gli investimenti nella sostenibilità possono garantire anche benefici dal punto di vista finanziario. Le politiche “green”, infatti, non rappresentano un ostacolo alla crescita, al contrario sono un modo efficiente per costruire un luogo migliore, con aria più pulita, meno rumoroso, più sano. E una solida sostenibilità economica.
Nel 2013 avete annunciato un piano per diventare una città “carbon neutral” entro il 2025. Ce la farete?
Ci siamo fissati una serie di obiettivi ambiziosi, che dovrebbero consentirci di diventare la prima capitale al mondo ad azzerare il bilancio netto delle proprie emissioni nocive. Puntiamo al 2025 e la strada che stiamo seguendo è quella giusta: le emissioni di CO2 sono diminuite del 40 per cento dal 2005 ad oggi. Sono sincero quando dico che credo nella possibilità di raggiungere l’obiettivo. Ciò grazie ad una transizione nel modo di produrre e consumare energia e grazie ai trasporti ecologici.
La crescita della temperatura media globale e del livello dei mari, assieme agli eventi climatici estremi, porranno a serio rischio le aree costiere di Copenaghen. Come pensa di proteggere la città e la sua popolazione?
Gli studi indicano che i rischi in questo senso per Copenaghen sono in aumento. Tuttavia, abbiamo predisposto un nuovo piano per fronteggiare i casi di tempeste di grande intensità: esso contiene una serie di misure che dovremo introdurre al fine di garantire la sicurezza della popolazione. Concretamente, ciò include ad esempio la costruzione di barriere a sud e a nord della città.
Nel 2016 il numero di bici a Copenaghen ha superato quello delle auto. Come si raggiunge un risultato di questo tipo?
La bicicletta è il modo di vivere di Copenaghen. Per questo noi abbiamo sempre operato per cercare di rendere la città il più possibile perfetta per questo mezzo di trasporto. Occorre certamente creare delle adeguate condizioni culturali, il che presuppone una strategia politica, la condivisione delle conoscenze e notevoli investimenti. Oggi possiamo vantare 435 chilometri di piste ciclabili e “autostrade” dedicate specificatamente alle due ruote. E anche autentiche attrazioni come i ponti The Circle Bridge e Inderhavnen Bridge, o il The bicycle snake.
https://www.youtube.com/watch?v=R_vk4WtvsDE&feature=youtu.be https://www.youtube.com/watch?time_continue=2&v=sRudUWG7e7A&has_verified=1
Più in generale, quale ritiene sia il ruolo delle metropoli nella lotta ai cambiamenti climatici?
Le grandi città devono farsi carico delle loro responsabilità. Le metropoli rappresentano centinaia di milioni di abitanti in tutto il mondo e possono giocare un ruolo chiave per garantire un futuro sostenibile all’umanità. I sindaci devono essere in grado di indicare la via ai governi nazionali, al fine di spingerli ad andare oltre nelle loro politiche ecologiche. Fortunatamente, numerose città si sono attivate in modo concreto nell’azione climatica. Copenaghen è fortemente impegnata nel C40, che rappresenta il principale consesso nel quale i sindaci possono ideare e sviluppare nuove soluzioni sostenibili, nonché condividere le esperienze di quelle già esistenti. È proprio mettendo insieme idee e soluzioni che possiamo trovare eccellenti risposte locali e garantire al contempo enormi avanzamenti a livello globale.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un’escursionista ha scoperto per caso un sito fossile risalente al Permiano, venuto alla luce a causa dello scioglimento di un ghiacciaio.
L’aviazione privata “vola” anche troppo: le emissioni nel 2023 hanno raggiunto le 15,6 milioni di tonnellate di CO2.
Le Azzorre hanno approvato una legge per istituire la più vasta Amp dell’Atlantico settentrionale, pari al 30% dell’oceano intorno all’arcipelago.
Sostenibilità e blue economy aprono nuove prospettive per le professioni del mare: intervista a Massimo Bellavista su Gen Z e green jobs del futuro.
Finanza etica e sostenibile catalizzano il cambiamento nella blue economy, creando nuove opportunità economiche e ambientali.
“Le imprese sanno come andare verso investimenti green, ma hanno bisogno di politiche chiare”, spiega Irene Priolo, presidente dell’Emilia-Romagna.
L’albero potrebbe avere fino a mille anni, ma è stato scoperto solo dal 2009, dopo la segnalazione di una band della zona, che ora gli dedicherà un brano.
Allarme per l’anomalia climatica sulla cima della montagna più famosa e venerata del Sol Levante dopo un’estate e un ottobre caldissimi.