In caso di allerta meteo, i lavoratori spagnoli avranno diritto a un congedo climatico retribuito che può durare fino a quattro giorni.
Milano ha dichiarato l’emergenza climatica e ambientale
La richiesta di Fridays For Future Milano è stata accolta, il comune di Milano ha dichiarato l’emergenza climatica ed ambientale, è la prima grande città a farlo, la seconda in Italia.
Nell’ultimo anno si è assistito ad una crescente consapevolezza da parte dell’opinione pubblica della grande e incombente minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici. Grazie ai movimenti per il clima Fridays for future, nato dalla solitaria protesta di Greta Thunberg, e Exticntion Rebellion, quasi due milioni di persone in tutto il mondo hanno manifestato per chiedere ai governi di intraprendere azioni immediate e concrete per arginare gli effetti del riscaldamento globale. Regno Unito e Irlanda, pochi giorni fa, sono stati i primi paesi ad accogliere la richiesta, oltre a quasi 500 consigli comunali, e a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale.
In Italia invece la politica, alle prese con una perenne campagna elettorale, non sembra preoccuparsi dei cambiamenti climatici, nonostante gli effetti siano già sotto i nostri occhi e il Mediterraneo sia una delle aree più colpite del pianeta (le temperature medie, rispetto all’era preindustriale, sono aumentate di 1,4 gradi, 0,4 gradi in più rispetto alla media globale). Considerato l’immobilismo delle istituzioni gli attivisti di Fridays for future Milano hanno chiesto ufficialmente al comune milanese di dichiarare l’emergenza climatica e ambientale.
Una data storica
Il 20 maggio a Palazzo Marino a Milano si è svolto il consiglio comunale, nell’ambito del quale è stata proposta la mozione per dichiarare l’emergenza climatica e ambientale. La mozione con le richieste di Fridays for future Milano è stata presentata ufficialmente dal consigliere Carlo Monguzzi (Pd). La mozione è stata approvata con 30 voti favorevoli, 6 sono stati invece i voti contrari. “Ora posso dire che è valsa la pena scioperare da scuola tutti quei giorni”, ha dichiarato euforica una giovane attivista del movimento per il clima al termine del consiglio comunale. Milano diventa così la seconda città italiana, la prima per grandezza, a riconoscere ufficialmente lo stato di crisi climatica. La prima è stata Acri, in Calabria, lo scorso 29 aprile.
Verso il secondo sciopero globale per il clima
La richiesta, rivolta al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, e al presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, è stata presentata lo scorso 17 maggio, in vista del secondo sciopero globale per il futuro del 24 maggio, dopo la straordinaria partecipazione del primo sciopero, che lo scorso 15 marzo ha visto sfilare un milione e 600mila persone. Facendo leva sul dovere morale dello stato e di tutte le istituzioni locali di rispettare il patto intergenerazionale, “che ci impone di lasciare alle generazioni future un pianeta vivibile”, Fridays for future Milano ha chiesto “al comune di Milano, alla città metropolitana, alla regione Lombardia, al governo nazionale, alle università, alle scuole, a ogni collettività del nostro territorio di dichiarare lo stato di emergenza climatica ed ambientale”.
Un grido d’allarme dalle generazioni più giovani
L’obiettivo del movimento Fridays for future è, proprio come ha fatto colei che ne ha ispirato la nascita, lanciare un allarme per scuotere le coscienze e, soprattutto, ottenere azioni concrete. “La lotta al collasso climatico ed ecologico e la tutela dell’ambiente sono la sfida più grande di sempre per l’umanità – si legge nel comunicato di Fridays for future Milano. – Stiamo affrontando una crisi non solo climatica ma anche esistenziale, considerando il tasso con cui stiamo compromettendo irreparabilmente l’ecosistema terrestre e la sopravvivenza di tutti gli esseri viventi, includendo la specie umana. Per evitare il caos climatico servono misure concrete ed urgenti. Per riconvertire ecologicamente la nostra economia occorre la partecipazione di tutti”.
Cosa chiedono gli attivisti di Fff
Oltre a dichiarare lo stato di emergenza climatica e ambientale, gli attivisti per il clima milanesi hanno chiesto alle istituzioni di “fare ogni sforzo possibile per contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi e fissare un obiettivo di riduzione a zero delle emissioni nette di gas serra per il 2030”. Le autorità dovrebbero inoltre considerare la lotta ai cambiamenti climatici e la transizione a un’economia sostenibile come priorità assoluta dei prossimi dieci anni. Infine, così come hanno fatto gli attivisti di Extinction Rebellion in Gran Bretagna, Fridays For Future Milano ha chiesto che venga riconosciuta una maggiore importanza alla democrazia partecipativa: le istituzioni si devono impegnare a riconoscere alle assemblee cittadine un ruolo nel processo di individuazione delle misure per il contrasto dell’emergenza climatica.
Leggi anche
- Il Regno Unito dichiara l’emergenza climatica, è il primo paese al mondo
- L’Irlanda è il secondo paese al mondo a dichiarare l’emergenza climatica
- Centinaia di organizzazioni della società civile chiedono all’Europa di agire sui cambiamenti climatici
- Greta Thunberg e le sue sorelle, chi sono le ragazze che lottano per il clima
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Uccello migratore della famiglia degli scolopacidi, il chiurlottello non è più avvistato dal 1995. Uno studio lo considera estinto al 96 per cento.
Finanza climatica, carbon credit, gender, mitigazione. La Cop29 si è chiusa risultati difficilmente catalogabili in maniera netta come positivi o negativi.
Approvato il testo sulla finanza climatica. Al sud del mondo la promessa di 300 miliardi di dollari all’anno: molto meno del necessario.
Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative.
Pubblicati i nuovi testi alla Cop29 di Baku. C’è la cifra di 1.300 miliardi di dollari, ma con un linguaggio molto vago e quindi debole.
Come costruire un nuovo multilateralismo climatico? Secondo Mark Watts, alla guida di C40, la risposta è nelle città e nel loro modo di far rete.
Pubblicate nella notte le nuove bozze di lavoro alla Cop29 di Baku, compresa quella sulla finanza climatica. Strada ancora in salita.
Si parla tanto di finanza climatica, di numeri, di cifre. Ma ogni dato ha un significato preciso, che non bisogna dimenticare in queste ore di negoziati cruciali alla Cop29 di Baku.