L’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre nella Cittadella della pace di Rondine per inaugurazione de L’Arena di Janine, dedicata all’amica uccisa ad Auschwitz.
Giorno della memoria. Ricordare il male perché non si ripeta
Il 27 gennaio è il Giorno della memoria, un momento di riflessione dedicato alle vittime della Shoah, il genocidio del popolo ebraico.
Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche liberarono i pochi prigionieri superstiti del campo di concentramento di Auschwitz, in Germania, e mostrarono al mondo le atrocità commesse in quei luoghi di morte. Ormai sono pochi i sopravvissuti ancora viventi, così diventa importante passare la testimonianza alle nuove generazioni per ricordare la Storia nella sua più feroce verità. La Shoah è stato uno sterminio senza precedenti; una crudele “soluzione finale”, un omicidio sistematico che ha voluto privare l’uomo della sua dignità, anche nella morte.
Partire dalla Giornata della memoria per combattere l’intolleranza di oggi
Un lutto incancellabile per l’umanità. Nemmeno va dimenticato quell’oscuro periodo della storia del nostro Paese complice della Germania nella mostruosità. È spaventoso pensare che con il tempo poco è cambiato; in tutto il mondo esiste ancora il razzismo, il bullismo, l’antisemitismo, la negazione dei diritti dei diversi, l’odio di religione. Il sonno della ragione e della coscienza ha continuato a generare altre discriminazioni, persecuzioni e terribili crimini. Ogni giorno deve diventare un Giorno della memoria. È necessario prendere coscienza del male e tenerne vivo il ricordo perché questa vergogna non sia mai dimenticata, perché l’orrore non si ripeta.
Non esistono razze
Ricordare la Shoah significa abbattere le barriere, fare crescere il confronto contro le ingiustizie attuali. Il passato contribuisce alla formazione di nuovi valori e ideali. La situazione attuale nel mondo è diventata pericolosa, non si può permettere che degeneri in un’inquietante follia collettiva. I fanatici, gli estremisti, i violenti vanno combattuti e puniti ma non si può condannare ogni persona diversa per razza o religione. Il “diverso” non è per forza un nemico. L’importante è riconoscere tutti come essere umani e immaginare il bene del futuro nel rispetto e nell’uguaglianza verso un cammino di libertà, giustizia e speranza. Senza mai dimenticare il valore dell’unità.
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“Non si può affidare la custodia dei diritti umani solo a chi ne ha vissuto in prima persona le violazioni”. Per la loro memoria lottano i figli di Sesto San Giovanni, da cui furono deportati centinaia di oppositori politici.
La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta alla deportazione ad Auschwitz da bambina, riceve 200 messaggi di odio e di minacce al giorno per i suoi racconti sulla Shoah: da oggi, per decisione della prefettura di Milano, andrà in giro con due uomini di scorta.
Ci sono nonne carine e nonne fantastiche. Poi c’è Inge Ginsberg, scrittrice sopravvissuta all’Olocausto ed ex spia che, superati i 90 anni, si è rimessa in gioco come cantante di una band death metal per urlare contro le ingiustizie sociali e i soprusi ambientali. Il documentario Death Metal Grandma di Leah Galant, presentato lo scorso
Un’importante vicenda dell’Olocausto, sconosciuta per molti, arriva al cinema grazie al docufilm Chi scriverà la nostra storia. In sala dal 27 gennaio, Giornata della memoria.
Al cinema il 13 e 14 marzo il docufilm Hitler contro Picasso e gli altri, che fotografa l’ossessione per l’arte che spinse Hitler a mettere al bando le avanguardie e a impossessarsi della “grande bellezza” dell’Europa.
A Ferrara, in un ex penitenziario, si trova la sede principale del Meis, il Museo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah. Inaugurato con una mostra che ripercorre i primi mille anni dell’insediamento ebraico in Italia.
Anna Frank, di famiglia ebrea tedesca rifugiatasi ad Amsterdam negli anni dell’occupazione nazista, visse nascosta con i suoi in una stanza murata e poi deportata a Bergen-Belsen. Nei due anni di segregazione tenne un diario, straordinaria testimonianza.
Bisogna fare di tutto per non dimenticarsi di ricordare Auschwitz. Sembra un gioco di parole, ma è invece esattamente il senso dell’iniziativa lanciata proprio in occasione del giorno della memoria degli orrori dell’Olocausto dall’associazione Figli della Shoah e dalla Fondazione Cdec (Centro di documentazione ebraica contemporanea): mantenere viva l’esperienza di Nedo Fiano, uno degli ultimi sopravvissuti