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La giornata mira a promuovere l’uguaglianza di genere e a far sì che donne e ragazze ottengano parità di accesso e partecipazione nella scienza.
Sembra incredibile ma ancora oggi la vocazione scientifica di donne e ragazze viene osteggiata in nome di pregiudizi sulla scarsa attitudine femminile per materie quali fisica, matematica e chimica. Per capire la poca considerazione che circonda le donne nel mondo scientifico basti pensare che il 97 per cento dei premi Nobel scientifici è stato assegnato agli uomini.
Le donne, però, sono più forti degli stereotipi, lo dimostrano numerosi esempi di scienziate che hanno sfidato con successo un ambiente storicamente maschilista. Tra queste ricordiamo Marie Curie, premio Nobel per la fisica nel 1903 e per la chimica nel 1911, e prima donna professore alla Sorbona, Margherita Hack, astrofisica di spicco nella comunità scientifica italiana e internazionale, Cecilia Payne astrofisica che ha scoperto la composizione a elio e idrogeno delle stelle e l’astronauta Samantha Cristoforetti, prima donna italiana a entrare negli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea.
Proprio per promuovere l’uguaglianza di genere e consentire a donne e ragazze di avere parità di accesso e partecipazione nella scienza, l’11 febbraio si celebra la Giornata mondiale per le donne e le ragazze nella scienza, istituita dalle Nazioni Unite. Però, nonostante gli sforzi sostenuti dalla comunità internazionale per stimolare e coinvolgere la partecipazione di donne e ragazze nell’ambito scientifico, il confronto con i maschi è ancora impari.
Secondo uno studio condotto in quattordici paesi, le percentuali relative alla probabilità che le ragazze conseguano una laurea triennale, una laurea specialistica e un dottorato di ricerca nel campo della scienza, sono rispettivamente del 18 per cento, 8 per cento, e 2 per cento, mentre le percentuali per gli studenti di genere maschile sono 37 per cento, 18 per cento e 6 per cento.
“Il progresso della conoscenza avviene perché noi possiamo basarci sul lavoro dei grandi geni che ci hanno preceduto”, ha detto Margherita Hack, poco importa che fossero uomini o donne.
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