Con una sentenza storica, la Cassazione conferma la condanna per il comandante italiano che ha consegnato 101 migranti alla Libia.
Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, il 6 febbraio
Oggi ci sono almeno 200 milioni di donne che hanno vissuto il dramma delle mutilazioni genitali femminili, con drammatiche conseguenze fisiche e psicologiche.
Le mutilazioni genitali femminili, eseguite principalmente su bambine tra i 4 e i 14 anni di età, comprendono diverse operazioni che prevedono la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni. Le donne che subiscono questa pratica, riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani, rischiano gravi danni fisici, talvolta irreversibili, oltre a pesanti conseguenze psicologiche.
Dove si praticano le mutilazioni genitali femminili
Per contrastare questo fenomeno, cui sono state sottoposte almeno 200 milioni le donne in 30 paesi del mondo, il 6 febbraio si celebra la Giornata mondiale della tolleranza zero nei confronti delle mutilazioni genitali femminili. L’obiettivo della ricorrenza, istituita dalle Nazioni Unite il 20 dicembre 2012, è quello di incoraggiare i governi, i membri della società civile e tutte le parti interessate ad intraprendere azioni concrete e a potenziare campagne di sensibilizzazione contro questa pratica.
Il rapporto dell’Unicef Female genital mutilation/cutting: a global concern afferma che metà delle bambine e delle donne che hanno subito forme di mutilazione vive in tre paesi: Egitto, Etiopia e Indonesia. Il fenomeno è fortunatamente in calo, tra il 2005 e il 2010 si è registrata una diminuzione del 5 per cento, ma l’obiettivo è ancora estremamente lontano, si stima che il fenomeno possa dimezzarsi entro il 2074. Tuttavia la costante crescita della popolazione mondiale, compresi i paesi coinvolti, potrebbe fare aumentare il numero di ragazze vittime di mutilazioni genitali femminili.
Contrariamente a quanto molti pensano questa usanza crudele non ha radici religiose. Il problema principale è legato alla mancanza di istruzione e al rifiuto di abbandonare usanze, retaggio di una società tribale, considerate normali, anzi, un tempo fondamentali per la vita comunitaria. La mutilazione infatti rappresenta una forma simbolica ma anche materiale del passaggio definitivo della ragazza dall’età della fanciullezza a quella adulta, quindi in età di matrimonio, e favorirebbe quindi la coesione nella comunità.
L’istruzione è la chiave
“Se permettiamo alle ragazze di studiare nel giro di qualche anno il fenomeno sarà debellato. Se però resteranno analfabete, chi farà evolvere la comunità? Chi dirà alla gente che tagliare le bambine è sbagliato?”, ha dichiarato Lucy Yepe Itore, che da anni salva le bambine masai del Kenya dalla circoncisione e dai matrimoni forzati.
Il fenomeno però non riguarda solo i paesi dell’Africa subsahariana, anche in Italia viene praticata la mutilazione genitale femminile, perpetuata da famiglie originarie di paesi dove la pratica è diffusa. Le legge italiana in materia prevede il carcere da 3 a 16 anni per chi pratica la mutilazione.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Numerose ong hanno sottolineato la situazione drammatica della popolazione palestinese a Gaza, chiedendo a Israele di rispettare il diritto umanitario.
Vida Diba, mente di Radical voice, ci parla della genesi della mostra che, grazie all’arte, racconta cosa significhi davvero la libertà. Ed esserne prive.
L’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva (Unfpa) e il gruppo Prada hanno lanciato un programma di formazione per le donne africane.
Amnesty International ha pubblicato un manifesto elettorale in 10 punti rivolto ai partiti italiani: “I diritti umani non sono mai controversi”.
Si tratta di Zahra Seddiqi Hamedani ed Elham Choubdar colpevoli, secondo un tribunale, di aver promosso la “diffusione della corruzione sulla terra”.
Dal 2 al 4 settembre Emergency ricorderà che la pace è una scelta realmente perseguibile a partire dalla conoscenza e dalla pratica dei diritti umani.
Il Comune di Milano lo faceva già ma smise, attendendo una legge nazionale che ancora non c’è. Non si può più rimandare: si riparte per garantire diritti.
Le persone transgender hanno ora il diritto alla piena autodeterminazione a Milano grazie al primo registro di genere in Italia.