Drogata e stuprata per anni, Gisèle Pelicot ha trasformato il processo sulle violenze che ha subìto in un j’accuse “a una società machista e patriarcale che banalizza lo stupro”.
Glifosato, la Monsanto ricorre contro la condanna a risarcire il giardiniere malato
Nonostante una forte riduzione dell’indennizzo, la Monsanto ha deciso di ricorrere contro la condanna a risarcire un giardiniere americano malato.
La multinazionale Monsanto, dal giugno del 2018 di proprietà della tedesca Bayer, non si arrende alla storica condanna subita ad agosto. Un tribunale aveva infatti ordinato all’azienda di pagare un maxi-risarcimento da 289 milioni di dollari ad un giardiniere che per anni ha utilizzato il Roundup, erbicida a base di glifosato che gli avrebbe provocato un tumore.
Monsanto Appeals $78 Million Verdict in California Weed Killer Lawsuit https://t.co/RhO3FuUztw
— The Voice of America (@VOANews) 21 novembre 2018
La Monsanto punta ad un nuovo giudizio che possa scagionarla
L’Agenzia per la ricerca sul cancro (International agency for research on cancer, Iarc), che fa capo alle Nazioni Unite, ha infatti definito da anni la sostanza come “probabilmente cancerogena” per gli esseri umani. Ciò dopo aver riscontrato una correlazione epidemiologica tra l’esposizione al pesticida e il linfoma di non-Hodgkin con “prove convincenti che possa causare il cancro negli animali da laboratorio”.
La pena era stata già fortemente ridimensionata (a 78,5 milioni di dollari) lo scorso 22 ottobre. Il giardiniere, al quale i medici hanno detto che vivrà per al massimo due anni ancora, “aveva accettato la riduzione al fine di evitare il peso di un nuovo processo” e nella speranza “di arrivare a concludere la vicenda prima di morire”, hanno spiegato i suoi avvocati. Ma la Monsanto ha deciso di non versare neppure la cifra ridotta. L’azienda ha infatti depositato un “avviso di ricorso”, primo passaggio necessario per chiedere un nuovo giudizio.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I ribelli che hanno preso il potere in Siria stanno smantellando la produzione di captagon, la droga che arricchiva il regime di Assad.
Il 15 dicembre una petroliera russa si è spezzata a metà e un’altra è rimasta incagliata, riversando combustibile nello stretto di Kerch.
Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, le donne palestinesi preparano pasti e distribuiscono aiuti alle persone in difficoltà nella città di Beirut.
Israele ha approfittato della caduta di Assad in Siria per espandere la sua occupazione del Golan, altopiano dove è presente illegalmente dal 1967.
Un’offensiva dei ribelli in Siria ha rovesciato nel giro di 11 giorni il regime di Assad. Ora si cerca una transizione pacifica del potere.
La scarcerazione di Narges Mohammadi è avvenuta per motivi di salute e durerà tre settimane. Cresce la pressione sul regime dell’Iran per renderla definitiva.
Migliaia di persone sono scese in strada contro la decisione del governo di sospendere i negoziati per l’adesione all’Unione europea fino al 2028. Violenta la reazione delle forze dell’ordine. La presidente della Georgia rifiuta di lasciare il mandato finché non verranno indette nuove elezioni.
Il 28 novembre a Nuuk è atterrato il primo volo diretto internazionale. Un evento storico che ha acceso un dibattito sui rischi del turismo di massa.