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Greta Thunberg, un anno dal primo sciopero per il clima: non solo Fridays for future
Sono passati dodici mesi da quando una quindicenne svedese con sindrome di Asperger decise di cominciare un sit-in di protesta davanti al parlamento a Stoccolma per chiedere interventi urgenti per salvare il clima. Era il 20 agosto 2018, Greta Thunberg allora era sconosciuta e in pochi avrebbero immaginato che un anno dopo il suo sarebbe
Sono passati dodici mesi da quando una quindicenne svedese con sindrome di Asperger decise di cominciare un sit-in di protesta davanti al parlamento a Stoccolma per chiedere interventi urgenti per salvare il clima. Era il 20 agosto 2018, Greta Thunberg allora era sconosciuta e in pochi avrebbero immaginato che un anno dopo il suo sarebbe diventato uno dei volti ambientalisti più noti al mondo. La giovane attivista fu sconvolta dal caldo torrido inusuale che colpì la Svezia causando numerosi incendi nel Paese scandinavo. Per questo, come spiegò a LifeGate a settembre 2018, decise che doveva fare qualcosa, continuando gli scioperi della scuola per il clima e cercando di coinvolgere quante più persone possibili, a cominciare dai giovani.
School strike week 50. This is the last day for me in Sweden for a very long time… We are all at Mynttorget as usual 8-15h.#fridaysforfuture #climatestrike #schoolstrike4climate pic.twitter.com/fhf7YvahUc — Greta Thunberg (@GretaThunberg) August 2, 2019
Nel giro di un anno la giovane Greta Thunberg ha girato l’Europa tenendo dei discorsi davanti ai potenti del Pianeta che l’hanno resa nota a livello internazionale, ha ispirato centinaia di migliaia di studenti che hanno partecipato agli scioperi della scuola del venerdì e fatto crescere il movimento Fridays for future. L’attivista svedese ha inoltre deciso di intraprendere per la prima volta un viaggio oltreoceano per partecipare alla Cop 25 che si terrà a dicembre in Cile, ottenendo la possibilità di muoversi con una barca a vela con la quale è salpata il 13 agosto.
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Dal 5 al 9 di agosto 2019 ben 450 attivisti di Fridays for future si sono incontrati a Losanna per l’evento Smile (Summer meeting in Lausanne, Europe), dedicato a un maggior coordinamento delle varie sezioni europee di Fridays for future. L’incontro è servito anche per organizzare la nuova mobilitazione del terzo Sciopero globale per il clima dal 20 al 27 settembre. Con loro anche Greta Thunberg che ha partecipato alla giornata finale, durante la quale si è tenuta una manifestazione.
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La differenza tra Fridays for future di Greta Thunberg ed Extinction Rebellion
Smile ha visto la partecipazione anche di Roger Hallam e Rupert Read, rispettivamente fondatore e portavoce di Extinction Rebellion, movimento nato a maggio 2018 con una strategia precisa per ottenere misure da parte dei governi contro i cambiamenti climatici, a cui la stessa Greta Thunberg ha dato l’appoggio.
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Se Fridays for future è riuscito a mobilitare tanti giovani attraverso gli scioperi della scuola per il clima (che è la traduzione del cartello Skolstrejk för klimatet che Greta Thunberg porta sempre con sé) organizzati il venerdì, Extinction Rebellion ha avuto un’incisività maggiore nell’ottenere lo stato di emergenza climatica da parte delle istituzioni.
Quest’ultimo non ha un leader popolare, coinvolge persone di tutte le età ma soprattutto ha deciso di utilizzare una strategia ben precisa per dare maggiore peso e risalto alle azioni ambientaliste. Spesso nei sit-in di Extinction Rebellion vengono arrestate delle persone, un evento non solo previsto ma addirittura sperato dal movimento ambientalista: il motivo è che le forze dell’ordine, secondo la loro analisi, non potranno arrestare migliaia di attivisti, tra cui minorenni e ultra-settantenni, una volta che il movimento avrà milioni di partecipanti in tutto il mondo. Una situazione che costringerebbe i governi ad agire politicamente e non solo con gli arresti dei manifestanti da parte della polizia.
Roger Hallam e Gail Bradbrook, un’altra dei fondatori di Extinction Rebellion, hanno entrambi un dottorato dedicato alla storia delle proteste sociali dal 1900 a oggi. Questi studi hanno permesso loro di approfondire per quali motivi alcune proteste hanno avuto successo e altre no. Da qui Bradbrook e Hallam hanno creato un modello da utilizzare durante le manifestazioni di Extinction Rebellion, che appunto prevede gli arresti di massa come strumenti di pressione politica.
L’azione più massiccia di questo movimento è avvenuta ad aprile 2019, quando seimila persone hanno manifestato a Londra per una settimana bloccando i ponti della città. Pochi giorni dopo il parlamento britannico ha dichiarato l’emergenza climatica.
Sullo stesso sito di Extinction Rebellion (versione tedesca) danno una spiegazione della differenza tra le loro azioni, quelle di Greenpeace e di Fridays for future: “Greenpeace, in quanto grande ong, è molto limitata dalla politica relativa alla partecipazione alla disobbedienza pacifica organizzata. E a differenza di Fridays for future facciamo affidamento su comprovate strategie nvda (azione diretta non violenta). Ma è importante sottolineare che qui ognuno contribuisce alla propria parte”.
Greta Thunberg sta facendo la propria parte riuscendo ad andare dall’altra parte dell’oceano senza usare l’aereo o altri mezzi di trasporto inquinanti. La giovane attivista svedese ha voluto questo viaggio sulla barca a vela Malizia II perché vuole convincere i cittadini degli Stati Uniti che è arrivata l’ora di un grande mutamento politico che punti sulla lotta ai cambiamenti climatici e su un nuovo modello di economia che tuteli la vita delle persone e la salute della Terra.
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