Questo periodo storico è l’opportunità per una ripartenza più sostenibile. Troviamo il coraggio di abbandonare i sistemi produttivi obsoleti in favore di una nuova economia.
La cacca sta diventando un problema serio
Entro il 2030 il pianeta genererà almeno 5 miliardi di tonnellate di cacca ogni anno, l’80 per cento di questa sarà prodotta dagli allevamenti intensivi.
Sul pianeta sono presenti circa 70 miliardi di animali terrestri da allevamento, questi animali producono un’enorme, incalcolabile mole di escrementi. Una recente ricerca ha stimato che entro il 2030 il pianeta genererà almeno cinque miliardi di tonnellate di cacca ogni anno e l’80 per cento di questa sarà prodotta dagli allevamenti intensivi. Per dare un’idea del fenomeno, si stima che solo gli animali allevati negli Stati Uniti producano circa 40 tonnellate di rifiuti organici al secondo.
“Così tanta merda, gestita così male, che cola nei fiumi, nei laghi e nei mari, uccidendo la fauna selvatica e inquinando l’aria, l’acqua e la terra con modalità devastanti per la salute umana”, ha scritto Jonathan Safran Foer nel libro Se niente importa. Oltre ad essere troppa, la cacca prodotta dagli allevamenti intensivi ha un terribile impatto ambientale. Negli escrementi dei maiali allevati in maniera intensiva, ad esempio, si trovano sostanze altamente inquinanti, come ammoniaca, metano, acido solfidrico, monossido di carbonio, cianuro, fosforo nitrati e metalli pesanti. Tali sostanze finiscono nei corsi d’acqua e i gas velenosi evaporano nell’aria, con gravi conseguenze sulla salute umana, che vanno dall’asma ai seri danni neurologici.
Un problema sottovalutato
L’impatto delle deiezioni animali sulla nostra salute, oltre a ricordarci che la carne a basso prezzo non esiste (gli allevamenti intensivi possono infatti perpetuare il proprio modello di business esclusivamente perché esternalizzano costi che gravano poi sull’intera collettività), ci ricorda ancora una volta l’assoluta necessità di ridurre il consumo di carne. Nonostante l’evidenza del problema, quasi non esistono impianti di trattamento dei rifiuti organici per gli animali da allevamento. “I rifiuti di origine animale stanno aumentando perché con l’aumento della popolazione globale e della ricchezza, c’è una maggiore richiesta di proteine animali – ha affermato Joe Brown, professore di ingegneria ambientale del Georgia Institute of Technology. – Ma, mentre sono state intraprese molte iniziative per gestire in modo sicuro i rifiuti organici umani, nessuno sembra occuparsi di quelli animali”.
Leggi anche
- Prosciutto nudo, qual è il vero costo della carne di maiale
- Stefano Liberti. Come i signori del cibo stanno affamando la terra
- Ci stiamo mangiando il pianeta
I rischi per l’uomo e l’ambiente
L’inalazione dei gas nocivi emanati dalla cacca del bestiame presente negli allevamenti aumenta le possibilità di contrarre asma cronico (specie nei bambini) e malattie respiratorie, può provocare disturbi dell’umore e, in grandi quantità, può rivelarsi fatale. Queste feci, ricche di metano e anidride carbonica, contribuiscono inoltre ad accelerare i cambiamenti cimatici. “I rifiuti agricoli sono tra le principali fonti di emissione di metano in tutta Europa”, ha affermato Philip Longhurst, professore del Centro per il clima e la protezione dell’ambiente dell’università di Cranfield.
Acqua avvelenata
Uno dei problemi più evidenti generati dalla grande quantità di letame esistente è l’inquinamento dei corsi d’acqua. Gli alti livelli di nutrienti presenti nel letame, come fosforo e nitrati, provocano la diffusione di microrganismi patogeni che possono causare malattie nell’uomo e la crescita di fioriture algali tossiche. Queste ultime possono avvelenare la fauna selvatica rilasciando neurotossine e possono entrare nella catena alimentare, finendo per essere consumate dagli esseri umani. In Cina, ad esempio, dove viene consumato circa il 28 per cento della carne di tutto il mondo, oltre la metà dei laghi è inquinata, con il conseguente aumento di malattie come il colera in molte comunità rurali. “L’inquinamento delle acque è uno dei maggiori problemi derivanti dall’inadeguata gestione dei rifiuti di origine animale – ha spiegato Oene Oenema, professore dell’università olandese di Wageningen, specializzata in studi agrari. – Quando i rifiuti organici vengono smaltiti nei fiumi e poi trasportati nei laghi e nelle zone costiere, i pesci scompaiono, l’acqua diventa scura e nera, e c’è un alto rischio di trasmissione di infezioni agli esseri umani”.
Leggi anche
- Cowspiracy, il documentario sul terribile impatto degli allevamenti
- Antibiotici negli allevamenti, il Parlamento europeo approva nuove restrizioni
- Allevamenti intensivi in Italia, perché il consumo di carne rossa è in calo
I paesi più minacciati
Quello della cacca è un problema globale, con conseguenze che riguardano ogni essere umano, è però particolarmente grave in alcune parti del mondo, come Africa, India e gran parte del Sudest asiatico, dove le comunità vivono ancora a stretto contatto con il bestiame. Se in Occidente la meccanizzazione degli allevamenti ha permesso alla maggior parte delle persone di evitare l’esposizione diretta alle deiezioni animali, nei paesi più poveri questo non è avvenuto, facendo sì che le infezioni enteriche siano ancora una causa comune di morte, specialmente tra i bambini. Gli scienziati ritengono che la maggior parte di tali infezioni mortali siano trasmesse all’uomo direttamente dagli animali o dalle loro feci e spesso, a causa dello scriteriato utilizzo di antibiotici negli allevamenti, questi ceppi virali si rivelano resistenti agli antibiotici.
Un nuovo paradigma
Per contrastare questa bomba ecologica pronta a deflagrare tra le nostre mani, è necessario sviluppare un approccio sistemico alla gestione sicura dei rifiuti organici degli animali da allevamento. Il problema va però risolto alla radice: la produzione industriale di bestiame, che ha concentrato gli animali in densità assurde, è ormai evidentemente insostenibile. La zootecnia ha intrapreso la strada della produzione di proteine animali a basso costo a discapito della salute umana e dell’ambiente. I consumatori possono contribuire a invertire questa allarmante tendenza, comprendendo innanzitutto il legame tra benessere animale e salute pubblica e utilizzando in maniera consapevole il loro potere di acquisto.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’emergenza sanitaria e l’emergenza climatica sono due facce della stessa medaglia. Capiamo perché, tra analogie e sovrapposizioni per una ripartenza sana.
Contro questa pandemia, il vaccino è la solidarietà e non il semplice rispetto delle regole.
Le tribù della valle dell’Omo in Etiopia vivono a stretto contatto con la natura e il fiume da cui dipendono. Questo reportage esclusivo racconta come la costruzione di una diga, i cambiamenti climatici e un boom turistico stiano mettendo a dura prova la loro capacità di preservare stili di vita ancestrali.
L’università di Warwick ha sviluppato un’app basata sulla combinazione e la condivisione delle informazioni sulle alluvioni, fornite dalle comunità locali, che creerà un importante database.
Inaugurato a Milano, in piazza della Scala, il primo dei cento globi d’artista per un futuro sostenibile. Il progetto di Weplanet porterà in primavera una grande mostra open air per le vie della città.
Il tempo è quasi scaduto. È questo il monito che arriva dal Doomsday clock (l’orologio dell’apocalisse), che ora segna soli 100 secondi alla mezzanotte, mai così vicino allo scadere simbolico del giorno, da quando è stato creato nel 1947. La minaccia nucleare dei primi giorni del 2020, la mancanza di un’azione decisa sui cambiamenti climatici
Per pubblicare il libro, un intenso reportage fotografico impreziosito dalle parole dello scrittore Wu Ming 2, è stata lanciata una campagna di crowdfunding.
L’esportazione di animali vivi è in aumento. Nel 2017 quasi due miliardi di maiali, bovini, ovini e polli sono stati trasportati su camion e navi.