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Un’indagine di Animal Equality ha mostrato la crudeltà e l’illegalità perpetuate in un macello di conigli in Lombardia.
Un coniglio, se solo ne avesse la possibilità, potrebbe vivere fino a dodici anni e passerebbe buona parte del suo tempo a saltare e correre, stringendo forti legami sociali con i suoi simili. Negli allevamenti questi animali crescono invece in gabbie minuscole e sporche, più piccole di un foglio in formato A4, impossibilitati ad esprimere i loro comportamenti specie-specifici, e vengono macellati a soli ottanta giorni di vita. Come se non bastasse, non sempre la macellazione avviene nel pieno rispetto delle norme, in particolare quelle relative allo stordimento, come ha rivelato un’indagine di Animal Equality, organizzazione internazionale per la protezione animale.
L’organizzazione ha recentemente reso pubblici alcuni filmati girati sotto copertura all’interno di un macello di conigli in Lombardia, mostrandoci l’orrore che si cela dietro la carne di coniglio che mangiamo. Dopo aver trascorso l’intera esistenza in gabbia, i conigli vengono trasportati al macello in un viaggio che spesso dura fino a 24 ore. Gli animali, come mostra il filmato diffuso da Animal Equality, attendono la propria fine in preda al terrore, ammassati a decine in casse di plastica.
Se la (breve) vita dei conigli è contraddistinta dalla sofferenza e dalla paura, la morte non è migliore per questi mansueti mammiferi. Gli animali vengono bruscamente prelevati dalle casse dall’operatore che li stordisce uno ad uno con una pinza elettrica stretta sul muso, dopodiché vengono appesi a dei ganci e sgozzati. Lo stordimento però non è spesso svolto in maniera efficace lasciando così i conigli completamente coscienti al momento dello sgozzamento. Per “rimediare” al mancato stordimento le immagini, particolarmente crude ma necessarie per squarciare il velo di Maya che copre gli allevamenti, mostrano un operatore che spezza il collo ad alcuni conigli a mani nude.
La normativa europea prevede obbligatoriamente lo stordimento preventivo degli animali, nonostante ci sia una deroga legislativa che consente la macellazione senza stordimento per rispettare le macellazioni rituali. La legge italiana prevede tuttavia solo sanzioni amministrative per chi viola le prescrizioni sulla procedura di macellazione, che nei casi più gravi prevedono la pena pecuniaria di appena seimila euro. La mancanza di conseguenze penali concrete, unita alla totale assenza di controlli severi, alimenta un clima di illegalità e non fa che incrementare le violazioni, sottoponendo gli animali a vere e proprie torture.
“Questa inchiesta dimostra che è necessario introdurre delle norme specifiche per la tutela degli animali che vengono macellati nel nostro Paese – ha dichiarato Matteo Cupi, direttore esecutivo di Animal Equality Italia. – L’Europa si è già espressa per una maggiore tutela dei conigli allevati per la carne, che non potranno più essere allevati in gabbia grazie a un voto del Parlamento europeo nel marzo 2017, un risultato storico ottenuto grazie a un’intensa campagna di pressione politica da parte di Animal Equality”. Ricordiamo, infine, che i consumatori detengono un grande potere, grazie al quale possono determinare il comportamento delle aziende, chiedendosi ad esempio quanta sofferenza e quanta violenza sono in grado di accettare per soddisfare il proprio stomaco.
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