Nella regione del Sahel, sconvolta da conflitti inter comunitari e dai gruppi jihadisti, 29 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria.
Quando un bambino guarisce, una comunità cresce
Contribuire alla salute di una popolazione, soprattutto quella più giovane, significa avviare un processo di sviluppo perché quando un bambino guarisce, una comunità cresce. Il racconto di una volontaria di Fondazione Ambrosoli.
Dal diario di viaggio “Lessons from Kalongo” di Marta Guggiari, volontaria di Fondazione Ambrosoli
Oggi l’Uganda è uno dei Paesi più poveri al mondo, 164esimo su 187 nell’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite. Il 38 per cento della popolazione e più della metà dei bambini sotto i cinque anni di età vive sotto la soglia di povertà assoluta di un dollaro al giorno.
Alla povertà economica, come spesso accade, si somma la povertà culturale e una visione del futuro dei bambini funzionale alla sopravvivenza dell’intero nucleo famigliare. Nel tentativo di riuscire a garantire la sussistenza della famiglia, ad esempio, sono molti i bambini che vengono ritirati dalla scuola e avviati al lavoro. Ancora molto diffusi sono i matrimoni in età precoce e la punizione fisica ritenuta un metodo “educativo” rivolto ai bambini e alle donne.
Un’infanzia negata
Il panorama generale è quello di un’infanzia negata, sin dai primi giorni di vita. In termini di qualità della vita per l’infanzia questi dati si traducono in difficoltà ad accedere ad una alimentazione sufficiente e adeguata, difficoltà di accesso ad acqua e servizi igienici, difficoltà a fruire di istruzione e servizi sanitari essenziali (vaccinazioni, antibiotici, ma anche semplicemente zanzariere per proteggersi dalla malaria).
“Il bacio ai bambini qui non è un bacio. È un leggero soffio della madre sul suo viso. Non è schiocco, è aria tiepida. I giochi dei bambini qui, non sono i soliti giochi. Ci sono le cavallette, con le quali giocare, e le lucertole, da inseguire. I copertoni delle macchine da far rotolare. Le pozzanghere da schizzare. Ci sono alberi da arrampicare, manghi da conquistare. Il dovere dei bambini qui, non è quello di rimettere a posto i giochi in cameretta. Ma quello di occuparsi del fratello più piccolo. A 4 anni o forse anche meno, un bambino passa la giornata intera con il fratellino che ha pochi mesi, mentre la mamma lavora. Fa tutto da solo. Lo accudisce, lo porta sulla schiena, gli fa il bagnetto, lo protegge mentre dorme, lo calma quando piange. Gli soffia in faccia. E i capricci dei bambini qui, non sono capricci come da noi. Semplicemente, non esistono.”
Il 51 per cento delle famiglie ugandesi non ha accesso alle cure mediche a causa della propria condizione economica e drammatica è l’assenza di personale sanitario qualificato (sono disponibili 1,7 medici ogni 10mila abitanti). In questo contesto la speranza di vita alla nascita supera di poco i 59 anni (in Italia è di 82) e la mortalità infantile al di sotto dei 5 anni è altissima: 66 bambini ogni mille nati vivi (in Italia è di 4).
Il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital fa la differenza per i bambini in Nord Uganda
Ecco dove opera il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, un ex dispensario per la maternità trasformato negli anni Cinquanta in un ospedale da padre Giuseppe Ambrosoli, abilissimo chirurgo e missionario comboniano. L’ospedale è oggi un punto di riferimento essenziale per la salute in nord Uganda nel distretto di Agago. Terzo miglior ospedale generalista ugandese, serve un’area rurale molto vasta, dove non esiste nessuna reale alternativa di cura. E ogni giorno fa la differenza. La differenza tra la vita e la morte, per centinaia di pazienti, di cui il 70 per cento sono donne e bambini minori di 5 anni.
Nello scorso anno sono stati 10.700 i piccoli pazienti che sono stati ricoverati e curati nel reparto di pediatria, in molti casi per la drammatica recrudescenza di malaria che ha infestato il nord Uganda dopo la sospensione delle attività di disinfestazione del governo.
Quando un bambino guarisce, una comunità cresce
Proprio alla luce di un contesto che vede i bambini fra i gruppi più vulnerabili ed esposti a malattia, alla mancanza di cure e alle difficoltà di accesso ai servizi medici, la Fondazione Ambrosoli, che sostiene con risorse economiche e competenze manageriali il Dr. Ambrosoli Memorial Hospital, conferma ogni giorno il proprio impegno a favore della salute dei più piccoli, della tutela del diritto all’infanzia e del diritto dei piccoli ugandesi ad avere un futuro più dignitoso.
Contribuire alla salute di una popolazione e specialmente delle fasce più giovani, significa contribuire alla sua capacità di istruirsi, lavorare, produrre reddito e avviare un processo di affrancamento dalla povertà e di sviluppo. Quando un bambino guarisce, una comunità cresce.
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