La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Il primo ministro inglese si è dichiarato favorevole alla riapertura della caccia alla volpe e potrebbe eliminare le restrizioni introdotte da Blair nel 2004.
Un manipolo di aristocratici agghindati di tutto punto che si aggira a cavallo tra i boschi suonando corni a perdifiato, al seguito di una muta di cani, per uccidere una volpe, affermando il proprio status sociale sulla pelle di un animale. Questa dovrebbe essere un’immagine antiquata, cartolina di un mondo che non c’è più, non dovrebbe esserci più spazio nel presente per l’uccisione di animali per hobby. E invece questa immagine rischia di tornare presto di stretta attualità, il premier inglese Theresa May si è infatti dichiarato favorevole alla caccia alla volpe, aprendo ad una sua possibile riapertura in Inghilterra e Galles.
In Inghilterra la caccia alla volpe, che nel Ventesimo secolo ha quasi condotto all’estinzione la specie, ha subito forti restrizioni introdotte nel 2004 dall’allora premier laburista Tony Blair, con la legge denominata Hunting act, approvata dalla camera dei Comuni tra le polemiche. Il provvedimento in realtà non vietava la caccia, bensì proibiva l’uso dei cani per uccidere la volpe, autorizzando l’impiego di soli due cani che, dopo aver stanato l’animale, devono venire trattenuti dai cacciatori, i quali devono uccidere la volpe con una fucilata.
Theresa May, che ha dichiarato di essere “stata sempre in favore” della caccia alla volpe, ha invece promesso un voto libero ai propri deputati nella prossima legislatura per eliminare le attuali restrizioni. Secondo il quotidiano britannico Daily Mirror, dietro queste dichiarazioni ci sarebbe un piano orchestrato da un lord conservatore, Benjamin Mancroft, che avrebbe intenzione di promuovere l’elezione di deputati conservatori favorevoli all’abrogazione dell’Hunting act. L’uomo fa parte della camera dei lord di Westminster ed è presidente del Council of hunting associations, lobby venatoria del Regno Unito.
L’opinione pubblica britannica si oppone invece fermamente alla reintroduzione di questa violenta ed elitaria attività. Secondo un recente sondaggio l’84 per cento dei sudditi di sua maestà si è infatti dichiarato contrario.
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