La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Rewilding Europe ha introdotto una mandria di bufali d’acqua sull’isola di Ermakov con l’obiettivo di favorire il ripristino dell’ecosistema.
Causando l’estinzione di quasi la totalità della megafauna che un tempo popolava il pianeta, l’uomo ha spezzato un’incredibile quantità di cascate trofiche della quali solo ora sembra aver capito l’importanza. Proprio per ripristinare quell’equilibrio e permettere ai meccanismi ecologici di rimettersi in moto, negli ultimi anni in diverse aree del mondo sono state intraprese iniziative di rinaturalizzazione e geoingegneria. Una delle organizzazioni più attive è Rewilding Europe, nata con l’obiettivo di restaurare i depauperati ecosistemi del Vecchio continente e di (ri)fare dell’Europa un luogo selvaggio, anche grazie alla reintroduzione della sua grande fauna estinta. L’ultima iniziativa di questo tipo riguarda l’introduzione di una piccola mandria di bufali d’acqua (Bubalus bubalis) sull’isola di Ermakov, nella parte ucraina del delta del Danubio.
Una decina di giorni fa Rewilding Europe, nell’ambito di un più ampio progetto volto alla riqualificazione del delta del Danubio, ha liberato sette bufali d’acqua (cinque maschi e due femmine, di cui una incinta) sull’isola ucraina, sperando che i grandi erbivori possano contribuire a ripristinare le zone umide. I bufali sono infatti stati introdotti per innescare un impatto positivo sull’ecosistema in cui vivranno: pascolando, calpestando e rotolandosi nella vegetazione questi animali sono infatti in grado di modificare il loro ambiente, favorendo un incremento della biodiversità, sia vegetale che animale. Ad esempio mantengono in equilibrio le varie specie di piante e le pozze che creano rotolandosi nel fango creano perfetti siti riproduttivi per diverse specie di anfibi.
“Questi animali sono tra i grandi ingegneri della natura – ha dichiarato Mykhailo Nesterenko, leader del team di Rewilding Ucraina. – Aprono spazi nella boscaglia e tra i canneti, creando pozze e pozzanghere che ospitano molti insetti, anfibi e pesci”. Questi grandi bovini sono anche eccellenti “giardinieri”, disperdono infatti grandi quantità di semi. “Gli studi hanno dimostrato che possono trasportare semi di oltre 200 specie di piante nella pelliccia e nel loro apparato digerente”, ha spiegato Nesterenko.
A differenza di altri progetti analoghi intrapresi da Rewilding Europe, in questo caso non si tratta di una reintroduzione, quanto di un’introduzione, poiché i bufali introdotti sono asiatici e, pertanto, non sono una specie autoctona. Tuttavia un tempo anche in Europa viveva una specie autoctona di bufalo (Bubalus murrensis), che si estinse nel Pleistocene, circa 10mila anni fa, anche se nella zona dei Carpazi sono stati trovati reperti più recenti, risalenti a 8.000-4.000 anni fa. Si è dunque deciso di introdurre nell’ecosistema la specie ritenuta più affine a quella che originariamente popolava, e contribuiva a plasmare, questo ambiente.
La reintroduzione di grandi animali in aree da cui sono scomparsi in tempi recenti, perlomeno dal punto di vista evolutivo, e a causa dell’impatto antropico, può, come detto, contribuire al ripristino degli habitat nei quali in tempo rivestivano il ruolo di specie chiave. Gli erbivori brucano infatti l’erba contribuendo al riciclo dei nutrienti, concimano il terreno e lo smuovono con il loro incedere. Oltre che dal punto di vista ecologico, la presenza di specie selvatiche rappresenta anche un’attrattiva dal punto di vista turistico, consentendo dunque di puntare su una gestione sostenibile del territorio. Rewilding Ukraine aiuterà le comunità locali a sviluppare le infrastrutture turistiche, con l’obiettivo di fare di Ermakov “una destinazione turistica attraente e rinomata per la natura”. Nelle prossime settimane saranno introdotti sull’isola altri dieci bufali e quindici cavalli di razza Konik, razza artificiale che però ha legami con una specie di cavallo selvatico ormai estinto, il tarpan (Equus ferus ferus).
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