No dei delegati di Stati Uniti, Russia, Arabia Saudita e Kuwait al rapporto dell’Ipcc sui cambiamenti climatici. Duro scontro alla Cop 24 di Katowice.
Clima. La situazione è fuori controllo secondo la prima bozza del nuovo rapporto Ipcc
Diffusa una bozza del sesto rapporto dell’Ipcc sul clima: “Temperatura media globale a +1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali già nel 2040”.
Se il mondo continuerà ad emettere CO2 ai ritmi attuali, non soltanto non si riusciranno a centrare gli obiettivi fissati dalla comunità internazionale nell’Accordo di Parigi. Ma, già nel 2040, la temperatura media sulla superficie di oceani e terre emerse risulterà di 1,5 gradi centigradi più alta rispetto a quella dell’epoca pre-industriale. L’allarme – l’ennesimo – sul deragliamento del clima della Terra è contenuto in una prima bozza del nuovo rapporto del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (Ipcc).
L’Ipcc: “Trend insostenibile, così non si centreranno gli obiettivi dell’Accordo di Parigi”
I contenuti del documento, che avrebbe dovuto rimanere segreto, sono stati pubblicati dall’agenzia Reuters. Se ne evince un quadro tutt’altro che roseo. I governi, infatti, secondo gli esperti dell’Ipcc potrebbero ancora riuscire a rispettare gli impegni assunti nel 2015 al termine della Cop 21, ma a patto di avviare una transizione “rapida e di grande ampiezza dell’intero sistema economico mondiale”. Altrimenti, il mondo è destinato alla catastrofe climatica: una conclusione alla quale gli scienziati sono giunti dopo aver ascoltato il parere di migliaia di esperti e aver consultato una vastissima letteratura.
“If #emissions continue, warming will exceed 1.5°C by around 2040. But the #IPCC 1.5 report clearly states that staying below 1.5 is possible if #renewableenergy grows” – read Reuters article for more: https://t.co/3IcZxug8LB pic.twitter.com/DSMz64geJe
— EnergyBoom (@EnergyBoom) June 15, 2018
D’altra parte, il fatto che il mondo non sia ancora sulla traiettoria giusta era stato certificato già nello scorso autunno dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UN Environment). In un rapporto intitolato “Emissions Gap 2017”, l’organismo aveva spiegato che le promesse avanzate finora da ciascuna nazione in materia di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra sono nettamente insufficienti. Tanto che, anche qualora fossero rispettate, l’obiettivo di limitare la crescita della temperatura media globale, nel 2100, ad un massimo di due gradi centigradi, non potrà essere comunque rispettato: “Si arriverà a 3, se non addirittura 3,2 gradi”, si legge nello studio.
Il sesto rapporto sarà pubblicato ad ottobre, a poche settimane dalla Cop 24 di Katowice
Quello che l’Ipcc pubblicherà nel prossimo mese di ottobre (dopo la revisione e l’accordo dei governi) sarà il suo sesto rapporto. Nell’ultimo, uscito nel 2013, si era già affermato che la temperatura media globale è aumentata di 0,85 gradi tra il 1880 e il 2012. E che la concentrazione di CO2 nell’atmosfera non è mai stata così alta da circa 800mila anni, a quota 400 ppm (parti per milione). Dato che secondo l’università della California di San Diego è già cresciuto a 410 ppm.
Global warming set to exceed 1.5°C, slow growth – U.N. draft @Reuters https://t.co/ZwLuxYaLjr @IPCC_CH #ClimateChange
— ClimateNow (@ClimateNow) June 16, 2018
I membri dell’Ipcc hanno spiegato in un comunicato di non voler commentare i contenuti della bozza trapelata. Ma è chiaro che, se verranno confermati, per il mondo intero si tratterà di un campanello d’allarme impossibile da ascoltare. Soprattutto perché arriverà a poche settimane dall’avvio della Cop24 di Katowice, in Polonia. Nel corso della quale si dovrà tentare di riprendere lo slancio di Parigi che, nei successivi appuntamenti di Marrakesh e Bonn, è apparso decisamente meno intenso.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo Special report (Sr15) dell’Ippc sul clima, frutto dell’analisi di oltre 5mila studi, sarà pubblicato l’8 ottobre 2018. Ma trapelano i primi contenuti.
Gli studi più recenti sul riscaldamento globale fotografano una realtà preoccupante. Ancor più di quanto previsto dal Quinto rapporto dell’Ipcc del 2014.
Il dramma che vive la città di Valencia è soltanto un assaggio di ciò che rischiamo senza un’azione immediata e drastica sul clima.
Le emissioni di gas serra continuano a crescere senza sosta e senza paura. Perché i primi a essere incoscienti e a sfidare il clima siamo noi.
Con le promesse attuali dei governi sul clima, il riscaldamento globale toccherà i 2,6 gradi nella migliore delle ipotesi; 3,1 gradi nella peggiore.
L’ennesima alluvione in Emilia-Romagna è un segnale della crisi climatica sempre più presente, aggravata da urbanizzazione e consumo di suolo.
Nonostante le difficoltà economiche che da decenni non danno tregua, Cuba ha ottenuto risultati importanti nella gestione degli uragani.
La comunità energetica nata all’inizio degli anni Duemila è diventata un porto sicuro nella Florida esposta alla minaccia degli uragani, grazie a una pianificazione efficiente basata su innovazione e fonti rinnovabili.