La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
L’Irlanda ha deciso: mai più investimenti nei combustibili fossili
L’Irlanda sta preparando il terreno per quella che potrebbe essere una svolta epocale: fare in modo che nemmeno un euro del fondo sovrano del Paese finisca per finanziare carbone, petrolio e gas naturale. È quanto prevede il Fossil Fuel Divestment Bill 2016, che è stato approvato dal parlamento di Dublino. Cosa prevede la legge e
L’Irlanda sta preparando il terreno per quella che potrebbe essere una svolta epocale: fare in modo che nemmeno un euro del fondo sovrano del Paese finisca per finanziare carbone, petrolio e gas naturale. È quanto prevede il Fossil Fuel Divestment Bill 2016, che è stato approvato dal parlamento di Dublino.
Cosa prevede la legge e qual è il suo iter
Il 26 gennaio la legge ha passato l’esame del Dáil Éireann, la camera bassa del Parlamento d’Irlanda, con 90 voti a favore e 53 contrari. Prevede di disinvestire dai combustibili fossili tutti i capitali dell’Ireland Strategic Investment Fund, il fondo sovrano del Paese. Bisogna sottolineare, però, che sul provvedimento non è ancora stata detta l’ultima parola, visto che deve ancora ricevere il via libera da parte degli enti di vigilanza sulle finanze statali. Per l’ufficialità, dunque, bisognerà attendere ancora qualche settimana.
We are delighted that the Irish Parliament has voted the #FossilFuel #Divestment Bill 2016 through the second stage in the Dáil. #fossilfree pic.twitter.com/kvZ7eUntbt
— Trócaire (@trocaire) 26 gennaio 2017
L’Irlanda vuole rispettare l’Accordo di Parigi
Complessivamente il fondo sovrano irlandese gestisce oltre 8 miliardi di euro. Briciole rispetto ad altri fondi d’investimento statali: quello della Norvegia, il più grande al mondo, arriva addirittura a 790 miliardi di euro. Ma il valore è soprattutto simbolico: con questa decisione, l’Irlanda vuole dimostrare la propria determinazione a tener fede agli impegni presi con l’Accordo di Parigi. Non a caso, l’organizzazione Fossil Free Europe ha parlato di “un momento importante nella storia del movimento per disinvestire dai combustibili fossili”. E questo proprio negli stessi giorni in cui dall’altra parte dell’Oceano si insedia Donald Trump, che nella sua prima settimana da presidente non ha perso occasione per ribadire il suo sostegno al petrolio.
Il precedente della Norvegia
Il già citato fondo sovrano norvegese è celebre per la sua politica di investimenti, che non si basa solo sul tentativo di massimizzare il profitto ma, da anni, tiene in seria considerazione anche la sostenibilità. Nella gestione del fondo, infatti, la banca centrale è affiancata da un comitato etico, composto da esperti di ambiente, diritti umani, diritto internazionale ed economia. Nel solo 2015 questo comitato ha tagliato fuori ben 73 imprese: produttori di mine antiuomo, bombe a grappolo, armi nucleari, tabacco. E anche gruppi minerari e produttori di cemento e carbone.
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