
Si dice che le donne non abbiano talento, tempo e temperamento per le materie Stem. Falso. Anche Women in Action aiuta a ribaltare la situazione.
Secondo l’Istat, neppure durante la crisi la povertà era così diffusa nel nostro paese. In difficoltà soprattutto minorenni, stranieri e famiglie numerose.
Il nuovo rapporto Istat sulla povertà, pubblicato oggi, dipinge un ritratto dell’Italia che è il peggiore in assoluto dal 2005, quando è iniziato il monitoraggio. Ciò significa che nemmeno negli anni più duri della crisi economica globale, scoppiata nel 2007, la povertà toccava così da vicino il nostro paese.
Si stima che 1 milione e 778mila famiglie nel 2017 vivessero in condizioni di povertà assoluta, con un’incidenza del 6,9 per cento, per un totale che quindi raggiunge 5 milioni e 58 mila persone. La situazione è particolarmente allarmante al sud, dove l’incidenza della povertà assoluta tra le persone arriva all’11,4 per cento. A livello nazionale, tra le categorie più in difficoltà si contano 2 milioni 472mila donne, un milione e 208mila minorenni, 1 milione e 112mila ragazzi di età compresa tra i 18 e i 34 anni e 611mila anziani. Se si considerano soltanto le famiglie con tre o più figli minorenni, la povertà assoluta raggiunge un’incidenza del 20,9 per cento.
Nelle famiglie con persona di riferimento operaio l’incidenza della povertà assoluta (11,8%) è più che doppia rispetto a quella delle famiglie con persona di riferimento ritirata dal lavoro (4,2%) #istat https://t.co/JLML0QMA2P pic.twitter.com/FDoLG6cIXt
— Istat (@istat_it) 26 giugno 2018
Per arrivare a queste stime, l’Istat calcola la spesa minima mensile che serve per acquistare un paniere di beni e servizi “essenziali a uno standard di vita minimamente accettabile”. Si parla di povertà assoluta quando i consumi di una famiglia non superano questa soglia.
Come la povertà assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie numerose, soprattutto giovani: 16,3% se la persona di riferimento è under35, è al 10,0% nel caso di un ultra sessantaquattrenne #istat https://t.co/JLML0QMA2P pic.twitter.com/jko3iTusf4
— Istat (@istat_it) 26 giugno 2018
Diversa è la povertà relativa, che si basa sul confronto con una soglia di spesa convenzionale, che nel 2017 è stata pari a 1082 euro per una famiglia di due persone. Anche questa condizione riguarda un bacino di persone più ampio rispetto al 2016: 3 milioni 171mila famiglie, per un totale di 9 milioni 368mila individui (con un’incidenza del 15,6 per cento). Anche in questo caso le famiglie numerose sono le più vulnerabili, soprattutto quelle giovani. L’incidenza della povertà relativa è particolarmente alta per le famiglie degli operai (19,5 per cento), delle persone in cerca di occupazione (37 per cento) e di soli stranieri (34,5 per cento), soprattutto al sud.
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