Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
In Italia gli incendi sono triplicati rispetto all’anno scorso
Rispetto al 2018, gli incendi in Italia sono triplicati: il 60% è di origine dolosa. In trent’anni è andato perso il 12% del nostro patrimonio boschivo.
Non solo la Siberia, ma anche l’Italia va a fuoco. Dall’inizio del 2019 sono divampati 251 roghi, il triplo dello scorso anno – come riporta Coldiretti sulla base dei dati Effis – e cioè quasi un incendio al giorno. Gli effetti sull’ambiente e sull’economia sono devastanti: per risanare i 400 ettari di bosco andati a fuoco tra le province di Palermo e Trapani – per citare i roghi più recenti – la forestale parla di 10 milioni di euro.
Il 60 per cento è di origine dolosa
L’origine dei roghi scoppiati alle porte di Monreale e San Martino delle Scale sono di origine dolosa. Un fatto che preoccupa dal momento che, come sottolinea l’associazione degli agricoltori, sebbene il clima anomalo favorisca la propagazione delle fiamme, il 60 per cento degli incendi è causato volontariamente per mano di piromani senza scrupoli.
I dati raccolti dall’Effis (l’European forest fire information system) contano in Italia 20.395 ettari andati a fuoco nel 2019. Rispetto al 2017, l’anno più siccitoso in due secoli di misurazioni, si tratta di un dato, per fortuna, decisamente inferiore: due anni fa, infatti, erano andati a fuoco 140.392 ettari. Ma se paragoniamo il 2019 allo stesso periodo del 2018, quando gli incendi erano stati solo 87, il numero dei roghi è triplicato. Se poi prendiamo in esame l’intera Europa, l’emergenza è confermata: considerando solo gli incendi di almeno 30 ettari, da inizio anno se ne contano 1.554 contro una media decennale di 372 (cioè il quadruplo), mentre la superficie bruciata è di 260.825 ettari contro una media di 134.900 (ovvero il doppio).
Più prevenzione e sorveglianza
Per ricostituire i boschi andati in fiamme ci vogliono almeno 15 anni con ricadute sul settore del lavoro e del turismo. Nei boschi andati a fuoco, infatti, tutte le attività umane tradizionali sono sospese, tra cui la raccolta della frutta e della legna. “Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare perché – scrive la Coldiretti – è mancata l’opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinante per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio”.
L’Italia ha un patrimonio boschivo importante, che rappresenta circa il 36 per cento della superficie territoriale nazionale. Purtroppo, anno dopo anno gli incendi boschivi causano la perdita di questo patrimonio e la Protezione civile stima che negli ultimi trenta anni sia andato perso addirittura il 12 per cento del patrimonio forestale del nostro Paese. I dispositivi di legge ci sono e andrebbero applicati con severità: oltre al delitto di incendio doloso, si deve applicare la legge sugli ecoreati e in particolare il reato di disastro ambientale.
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