Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Jair Bolsonaro è al potere. Cosa ha detto nel suo primo discorso al Brasile
Jair Bolsonaro è dal 1 gennaio alla guida del Brasile. Presentato il governo: il ministro degli Esteri considera i cambiamenti climatici “un complotto”.
Jair Bolsonaro, 63 anni, è diventato ufficialmente il 38esimo presidente del Brasile. Il leader dell’estrema destra della prima economia latino-americana ha prestato giuramento il 1 gennaio e ha tenuto il suo primo discorso alla nazione. Dai toni apparentemente pacati ma dai contenuti decisamente radicali.
“No all’ideologia di genere e sì alle armi”
“Chiedo a ciascun membro del Congresso di impegnarsi nella missione di risanamento della nostra patria”, ha affermato il neo-presidente, ricordando in questo senso che occorre “liberare il paese dal socialismo”. Bolsonaro ha quindi lanciato un appello ad un “patto nazionale per affrancare definitivamente il Brasile dal giogo della corruzione e della criminalità”. Per farlo, il leader sudamericano ha spiegato di voler innanzitutto armare i propri cittadini, poiché “è giusto che la popolazione abbia i mezzi per difendersi”.
As Bolsonaro takes office in Brazil, a reminder of his campaign promises https://t.co/EUDraUf07u pic.twitter.com/iH39mMnb6L
— AFP news agency (@AFP) 2 gennaio 2019
Di fronte alla folla accorsa per assistere alla cerimonia d’investitura, il nuovo presidente ha confermato la necessità di aprire ulteriormente l’economia al commercio internazionale, reiterando al contempo le sue idee fortemente conservatrici in campo sociale. Bolsonaro ha infatti promesso di “rispettare le tradizioni giudaico-cristiane” e di voler in questo senso “lottare contro l’ideologia di genere”. Il che si dovrebbe tradurre nell’abolizione di alcuni diritti concessi agli omosessuali e, più in generale, alla comunità Lgbt.
A quindici anni dalla vittoria della sinistra di Luiz Inacio Lula da Silva, dunque, il Brasile si appresta ad una svolta. La conferma è arrivata anche dalla composizione del governo di Bolsonaro, al cui interno sono presenti più militari di quanti non figuravano nell’esecutivo del generale Humberto de Alencar Castelo Branco, arrivato al potere dopo il colpo di stato del 1964 che diede vita alla dittatura, terminata ventuno anni più tardi.
Il liberista, l’evangelica, lo “sceriffo”, il condannato: tutti gli uomini di Jair Bolsonaro
Tra gli “uomini forti” dell’esecutivo figura Paulo Guedes, che deciderà la linea economica. Studioso ultra-liberista, guiderà un super-ministero che comprende finanze, pianificazione, industria e commercio estero. La sua linea punta a procedere a massicce privatizzazioni. Al suo fianco ci sarà poi Sergio Moro, ex giudice che fece condannare Lula per la prima volta. Soprannominato “lo sceriffo”, dovrà battersi per combattere i narcotrafficanti e la corruzione dilagante.
VIDEO: Just sworn in as president of Brazil, Jair Bolsonaro salutes troops and the public outside the presidential palace in Brasilia, before declaring a crusade against crime, corruption and leftwing ideology. pic.twitter.com/Ji6nXCdygj — AFP news agency (@AFP) 2 gennaio 2019
Al ministero degli Esteri è stato scelto Ernesto Araujo, altro esponente di estrema destra, particolarmente vicino al presidente degli Stati Uniti Donald Trump e profondamente scettico sui cambiamenti climatici, definiti “un complotto marxista”. Non stupisce in questo senso il fatto che il Brasile abbia rinunciato ad ospitare la Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, Cop 25, che si terrà per questo in Cile. Araujo punta a “stabilire una pace cristiana” nel proprio paese, puntando ad una stretta alleanza con Washington e con la Russia di Putin.
Un lobbista dell’agroindustria (condannato) all’ambiente
Ricardo Salles, uomo della lobby dell’agroindustria, guiderà invece il ministero dell’Ambiente. Apprezzato dalle grandi imprese, ha definito quella del riscaldamento globale “una questione secondaria”. Si è quindi detto favorevole al mantenimento del Brasile nell’Accordo di Parigi, “ma non in modo incondizionato”. Il 19 dicembre è stato condannato per aver modificato dei documenti relativi ad una riserva naturale – nel 2016, quando era segretario all’ambiente dello stato di San Paolo – al fine di favorire un’industria mineraria.
Sarà infine Damaers Alves ad occuparsi di diritti umani. Pastore evangelico, ha affermato di voler promuovere l’uguaglianza salariale con gli uomini, ma ha spiegato anche che a suo avviso la donna dovrebbe occuparsi principalmente della casa e dei figli.
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