Il livello di inquinamento supera di 60 volte il limite fissato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il governo ha chiuse le scuole e ha invitato gli anziani a stare a casa.
L’attrice Jane Fonda è stata arrestata a Washington, di nuovo. Questa volta protestava per il clima
Dal Vietnam ai diritti delle donne, dal nucleare fino al clima. Cambiano i temi, ma Jane Fonda continua a protestare per il progresso. Ripercorriamo insieme alcune delle tappe più importanti del suo attivismo.
Proprio come quando aveva 30 anni e dava del filo da torcere a Richard Nixon, presidente degli Stati Uniti dal 1969 al 1974, oggi a 82 ancora nessuno è in grado di fermarla. Nemmeno i poliziotti che nei giorni scorsi l’hanno portata via dalle scale del Campidoglio, sede della municipalità di Washington, sono riusciti ad arrestare l’onda mediatica che Jane Fonda ha provocato. L’attrice, due volte premio Oscar come migliore attrice protagonista per i film Una squillo per l’ispettore Klute e Tornando a casa, è celebre anche per le sue azioni di protesta, specialmente negli anni Settanta, che l’hanno messa più volte nel mirino delle autorità.
Perché Jane Fonda è stata arrestata
La scena del suo arresto è diventata subito virale e sembra quasi fare parte della sceneggiatura di un film: l’attrice, che indossa un lungo cappotto rosso, viene allontanata dalle scale del Campidoglio e caricata sulle volanti della polizia dopo essere stata ammanettata da una squadra di agenti in uniforme nera. “Sono stati tutti arrestati per ostruzionismo”, ha dichiarato il direttore della polizia di Washington.
.@Janefonda is the THIRD arrest here at the US Capitol… The moment it happened…@WUSA9 #ClimateChange #FireDrillFriday #breaking pic.twitter.com/wWoZggYloN
— Mike Valerio (@MikevWUSA) October 11, 2019
Jane Fonda si è trasferita a Washington quattro mesi fa per unirsi ai movimenti di protesta contro la crisi climatica. Più volte l’attrice ha affermato che la sua azione è stata ispirata da due persone: Greta Thunberg, la giovane attivista svedese che ha dato vita alla più grande marcia per il clima della storia, e Randall Robinson, l’avvocato che negli anni Ottanta protestava fuori dall’ambasciata sudafricana contro l’apartheid.
@Janefonda is getting arrested because of the #ClimateEmergency. What are you doing to combat this crisis? #FireDrillFriday pic.twitter.com/fDpao1kb6K — Fire Drill Fridays (@FireDrillFriday) October 11, 2019
L’attrice ha deciso di sfruttare la sua popolarità per dare visibilità agli attivisti. L’arresto faceva infatti parte di un piano di azioni ancora in corso che l’ha vista partecipare ad una serie di proteste settimanali fuori dal Campidoglio per spingere il governo ad agire per tagliare le emissioni di CO2. “Non ho paura di essere arrestata ancora, non ho niente da perdere”, ha dichiarato. “Se la verità fosse stata detta 30 anni fa, la transizione verso altre forme di energia avrebbe potuto essere graduale, ma dato che ci hanno detto bugie per così tanto tempo, ora siamo costretti a fare qualcosa di radicale”.
L’attivismo di Jane Fonda è nato più di cinquant’anni fa
Si possono dire tante cose di Jane Fonda, ma di sicuro è una persona che lotta per ciò in cui crede. La sua carriera di attrice è stata tanto brillante quanto la sua carriera di attivista. Celebre la sua foto segnaletica del 1970 con il pugno alzato quando fu arrestata con l’accusa (infondata) di contrabbandare droga. Le sue azioni l’hanno persino portata ad essere sorvegliata dalla National security agency, l’agenzia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, per più di cinque anni.
Jane Fonda e il Vietnam
Tutto è iniziato alla fine degli anni Sessanta con la guerra in Vietnam. L’attrice decise di fare un viaggio nella parte nord del paese dove ha tenuto, nel corso degli anni, vari discorsi denunciando la politica militare americana, rivolgendosi direttamente alle truppe americane e implorandole di pensare a fondo alle conseguenze di ciò che stavano facendo.
Nel suo viaggio ha incontrato prigionieri di guerra, guidato marce e parlato apertamente contro l’allora presidente americano Nixon.
La sua posizione fu vista come controversa fin dal primo giorno e Fonda fu accusata più volte di mancare di patriottismo e di aver compromesso l’immagine dell’America. Accuse che le sono sempre scivolate addosso, fino a quando una foto fece il giro del mondo facendole guadagnare l’appellativo di “Hanoi Jane”. L’immagine la ritrae seduta su un’arma contraerea vietnamita mentre scherza con i soldati. Nella sua biografia del 2005, Fonda ha dichiarato che non si era nemmeno resa conto di dove era seduta, “stavamo cantando e ridendo. Saranno due minuti che mi perseguiteranno per sempre”.
Hanoi Jane. No one hero pic.twitter.com/92jX1KbTw8
— RealRamblinRose (@Reliefrm) October 12, 2019
La tematica della guerra è stata una parte anche del suo lavoro sul grande schermo e infatti la ritroviamo in film come Tornando a casa, dove interpreta un’infermiera che assiste un coraggioso reduce del Vietnam.
Jane Fonda tra diritti delle donne, nucleare e ambiente
Oggi l’attrice supporta vari movimenti femministi che si occupano di tutelare i diritti delle donne, ha fondato centri medici per aiutare le giovani in difficoltà e ha partecipato in produzioni come Dalle 9 alle 5, dove tratta di abusi, dell’importanza di avere orari più flessibili al lavoro e della parità di genere.
Nemmeno le tematiche ambientali le sono estranee. L’arresto di venerdì scorso a Washington è solo l’ultima delle innumerevoli proteste ambientali a cui l’attrice ha partecipato.
Earlier today, at least 16 climate activists, including @Janefonda, were arrested at the first #FireDrillFriday action at Capitol Hill. Join Jane Fonda & many more climate activists every Friday at 11am in DC to demand strong climate leadership to confront the #climatecrisis! pic.twitter.com/yisYixzDtY
— Greenpeace USA (@greenpeaceusa) October 11, 2019
Negli Settanta si è opposta all’energia nucleare facendo dichiarazioni molto forti, in un momento storico in cui si era appena verificato l’incidente di Three Mile Island, in Pennsylvania. Si è occupata di questa tematica anche nel celebre film Sindrome cinese, dove interpreta il ruolo di una giornalista che scopre i sotterfugi condotti dai dirigenti di un impianto nucleare.
Nel 2015, l’attrice ha protestato contro la proposta dell’ex presidente Barack Obama di autorizzare le trivellazioni nell’Artico, unendosi alle marce per il clima, partecipando a spedizioni di varie ong, tra cui Greenpeace. L’attrice ha già dichiarato che l’arresto di venerdì fa solo parte di un piano più grande che culminerà il prossimo novembre. Non resta che aspettare e vedere cosa accadrà.
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