Nel primo, secondo molti decisivo, dibattito in vista delle presidenziali, Kamala Harris ha convinto. Secondo la testata americana Cnn il 63 per cento degli spettatori ha preferito la candidata democratica.
Sandali, orto e barba bianca. Chi è Jeremy Corbyn, il nuovo leader laburista
Radicale di sinistra, vegetariano, pacifista, a 66 anni Jeremy Corbyn prende la testa del più importante partito inglese di centro-sinistra.
Camicia sobria, raramente una cravatta, sandali ai piedi e giacche stropicciate. Il volto serio, qualche ruga, la barba bianca, mai una parola fuori posto, mai un tono di voce troppo alto. Il portamento di Jeremy Corbyn, neoeletto leader del partito laburista britannico, assomiglia più a quello di un professore in pensione che a quello di un personaggio politico. E forse anche questo lo ha aiutato a conquistare, a 66 anni, il ruolo di segretario del più grande partito inglese di centrosinistra.
Nato a Chippenham nel 1949, da un padre ingegnere e una madre insegnante, è un convinto pacifista e anti-militarista. Deputato nella circoscrizione londinese di Islington-Nord dal 1983, ha tre figli, è vegetariano, non beve, non fuma. Non possiede un’automobile, si sposta solamente in bicicletta e con mezzi pubblici, mangia ciò che coltiva nel suo orto, tifa per l’Arsenal, adora il narratore nigeriano Chinua Achebe.
Jeremy Corbyn, la nuova politica del Regno Unito
Alle elezioni ha sconfitto la concorrenza (ovvero gli avversari Andy Burnham, Yvette Cooper e Liz Kendall), prendendo il 59,5 per cento dei voti, sulla base di un programma giudicato unanimemente “radicale”. “Questa elezione ha dimostrato che il nostro movimento, appassionato, democratico, diverso, è unito e determinato nella richiesta di una società migliore e più giusta per tutti”, ha commentato poco dopo l’ufficializzazione dei risultati.
I ritratti che la stampa internazionale ha tracciato del nuovo leader parlano di un “outsider” e di un “ribelle” (alla Camera dei Comuni, ha votato ben 533 volte contro la linea del suo partito). È considerato per questo “l’opposto di Tony Blair”. Ovvero di colui che ha guidato il Labour e il governo inglese per un decennio, lanciando l’idea di un partito orientato a politiche moderate.
No al nucleare
I punti chiave della sua politica interna sono la fine dell’austerità, l’aumento delle imposte sulle imprese e sulle fasce più ricche della popolazione, nonché la nazionalizzazione delle ferrovie e dell’energia. Sul piano internazionale, Corbyn propone la denuclearizzazione del proprio esercito e vorrebbe avviare un nuovo processo di pace in Medio Oriente, coinvolgendo i principali movimenti islamici della Palestina e del Libano: Hamas e Hezbollah.
A livello comunitario, invece, la posizione non appare chiara, dal momento che il politico britannico non si è ancora espresso in modo netto nel merito del referendum sull’appartenenza del Regno Unito all’Unione europea, che si terrà nel 2017. Ma il primo banco di prova di Corbyn sarà l’opposizione al governo del conservatore Cameron. In attesa delle prossime elezioni politiche.
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