Sette idee per vivere l’atmosfera natalizia tra lo shopping nei mercatini, passeggiate in borghi vestiti a festa e mirabili opere d’arte.
José Pepe Mujica a proposito di felicità
José Pepe Mujica, ex presidente dell’Uruguay, è in Italia per presentare il suo ultimo libro Una pecora nera al potere, la politica della gente. Nella tappa milanese ha dialogato con Petrini e Sepúlveda, sulla felicità.
Tre dei più grandi esponenti e rappresentanti della cultura contemporanea si sono ritrovati per parlare di felicità. E di come raggiungerla, attraverso l’eliminazione degli ostacoli presenti sul percorso che ognuno di noi attraversa. Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, lo scrittore cileno Luis Sepúlveda e José Mujica (detto Pepe), senatore e presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, hanno parlato liberamente della loro visione per fermare l’emorragia di valori che caratterizza la nostra società in un’aula magna traboccante di giovani, all’Università degli studi di Milano, domenica 6 novembre.
L’occasione è stata la presentazione del libro sulla vita di Mujica Una pecora nera al potere, la politica della gente che raccoglie aneddoti, ricordi e dialoghi dell’ex presidente uruguaiano, prima e durante il suo mandato. Un ritratto sfaccettato che è emerso, senza filtri, anche nel corso della conversazione che Mujica ha avuto con Petrini e Sepúlveda toccando temi quali la disuguaglianza, l’importanza della politica e del progresso: “Il nostro dovere è pensare come specie e lottare per salvare la Terra, senza dimenticarci di coltivare il progresso con intelligenza”, ha dichiarato Mujica.
Cos’è la cultura dell’immanenza per Mujica
“La mia generazione pensava che le cose sarebbero migliorate costantemente con il passare del tempo, ma in questo è stata un po’ ingenua”. Così Mujica ha aperto il suo intervento. “La cultura dell’immanenza, cioè l’insieme delle nostre azioni subliminali, indirizza le nostre scelte di vita. Il sistema economico contemporaneo costruisce in noi necessità di cui non abbiamo bisogno veramente, la cosiddetta società del consumo è finalizzata all’accumulazione di denaro. Ci sentiamo costretti a spendere – continua Mujica –, ad abbracciare tutto questo come una religione. Per questo dobbiamo cambiare il modo di pensare. Se lo sviluppo economico non ci rende anche felici, allora è un falso sviluppo”.
La felicità si raggiunge rimuovendo gli ostacoli, secondo Sepúlveda
Della necessità di valutare i nostri acquisti in termini di tempo speso, invece che di denaro accumulato, ha parlato anche Sepúlveda: “Il destino naturale e finale della specie umana è rimuovere ogni ostacolo alla felicità”. Per questo ha citato Salvador Allende che, durante un’intervista rilasciata nel 1971, quando era presidente del Cile, ha dichiarato che “la rivoluzione non si fa per vivere a lungo, ma per vivere felici”.
Una pecora nera al potere. La presentazione del libro dell’ex presidente dell’Uruguay Pepe Mujica all’Università di Milano. pic.twitter.com/GksgZBHCRr
— LifeGate (@lifegate) 6 novembre 2016
Petrini dovrebbe essere “l’uomo più felice d’Italia”
“Io faccio parte dell’unica generazione della recente storia d’Italia ad aver vissuto 70 anni di pace, per questo dovrei essere il più felice di tutti”, ha dichiarato Petrini. Eppure i giovani d’oggi dimostrano notevoli difficoltà nel raggiungere la felicità nonostante vivano in un contesto dove le risorse si sprecano e senza guerre. Da qui l’importanza di avere sempre più persone come Mujica al potere: “Lui, al di là della politica, ha saputo trasmettere fiducia ai giovani attraverso un solo elemento: il buon esempio”.
La figura del politico, oggi
“Se le persone sono tutte uguali” come prevedono le democrazie, i politici non fanno eccezione. “Dovrebbero vivere come la maggioranza delle persone – conclude Mujica –, non come una minoranza o un’élite”. Perché se si è più interessati al potere o al denaro, allora è meglio “andare a lavorare per qualche multinazionale e lasciare perdere la politica”. La dignità, l’onestà sono valori fondamentali che non hanno prezzo e se si ha la fortuna di essere scelti come rappresentati di una comunità, bisogna “essere onorati, felici”. Una fortuna per cui dovrebbero essere gli stessi politici a pagare. Un motivo che dovrebbe portarli a ringraziare per la posizione che ricoprono. Un motivo concreto di felicità che non è sinonimo di piacere, bensì di equilibrio e di voglia di lottare per salvare la Terra, l’unica cosa che accomuna ogni essere vivente.
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