La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Il club dei giganti si riunisce in Kenya per contrastare il bracconaggio e il traffico d’avorio che mette a rischio la sopravvivenza degli elefanti africani.
Per salvare gli elefanti africani dal bracconaggio e dal pericolo dell’estinzione, bisogna preservare l’ecosistema, l’industria del turismo e una parte importante del patrimonio comune del continente: è per questo che si riunisce in questi giorni a Nanyuki, in Kenya, il Giants club composto da diversi governi africani, organizzazioni non governative in difesa dell’ambiente, uomini d’affari e zoologi.
“Avorio significa morte. Morte per i nostri elefanti, per un’eredità preziosa che dio ha dato al continente africano. Morte per il nostro settore turistico”, ha dichiarato il presidente keniano Uhuru Kenyatta nel discorso di apertura del vertice. “Come se non bastasse, il commercio illegale di avorio si traduce in finanziamenti illeciti ai gruppi armati in diverse parti dell’africa. Anche per questo dobbiamo unire le forze e fare tutto quanto in nostro potere per fermare il bracconaggio e il contrabbando di questo oro bianco”.
Con un gesto di portata storica, al termine del vertice che si conclude sabato, saranno date alle fiamme oltre 100 tonnellate di avorio. Si tratta di circa un quinto degli stock del prezioso materiale sequestrati nel mondo, pari a 100 milioni di dollari secondo il valore di mercato. La pira – la più grande mai realizzata per una cerimonia simile – è composta dalle zanne di circa 6.700 elefanti.
Clouds gathering ahead of the #IvoryBurn but a load of petrol should do the job! #worthmorealive @BBCWorld pic.twitter.com/uznyF62CJB
— Alastair Leithead (@aleithead) 29 aprile 2016
Secondo gli esperti, se i tassi di mortalità si manterranno ai livelli attuali, esiste il rischio concreto che questi pachidermi possano estinguersi entro il 2025. Ad oggi, della popolazione di elefanti presenti in Africa un secolo fa, resta solo il 10 per cento degli esemplari.
We must defeat the smugglers to stop the biggest poachers getting away with elephant murder #GiantsClub … pic.twitter.com/JnB3QI3a32
— ChalkAndCarrots (@ChalkAndCarrots) 19 aprile 2016
Secondo il Kenya Wildlife Authority circa 30mila elefanti vengono uccisi ogni anno per le loro zanne da bracconieri sempre meglio armati, grazie anche alle nuove tecnologie. Il risultato, drammatico, è che il numero di pachidermi morti di morte naturale e quelli uccisi dal bracconaggio, superano il tasso di riproduzione della specie.
To lose our elephants would be to lose a key part of the heritage we hold in trust.We will not allow it #GiantsClub pic.twitter.com/3YwmlgADlF
— Uhuru Kenyatta (@UKenyatta) 29 aprile 2016
Uniti per fermare il traffico d’avorio
Il club dei giganti – al suo incontro inaugurale – vede tra i soci fondatori Kenya, Gabon, Uganda e Botswana che ospitano sul loro territorio oltre la metà della popolazione di elefanti presente in Africa. Tra i suoi principali animatori c’è Evgeny Lebedev, il più giovane editore del Regno Unito, proprietario dei quotidiani Independent e Evening Standard e presidente della ong Space for giants.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
Un pomeriggio di confronto sui temi della biodiversità in occasione della presentazione del primo Bilancio di sostenibilità territoriale della Sardegna.
Il 21 ottobre è iniziata in Colombia la Cop16, la conferenza delle Nazioni Unite per tutelare la biodiversità del nostro Pianeta.
L’Australia amplia la riserva marina delle isole Heard e McDonald, superando i suoi stessi obiettivi di tutela degli oceani.
Diversi studi hanno rivalutato, nel corso degli anni, il valore delle vespe per la salute umana, grazie al loro contributo per un’agricoltura meno chimica.
I polpi lavorano in gruppo, ognuno con un ruolo ben preciso, per cacciare. Triglie e cernie sono gli “amici” più stretti.
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.