Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
Chi è Kuki Gallmann che lotta per difendere la natura del Kenya
Chi è Kuki Gallmann, l’ambientalista impegnata a proteggere la biodiversità del Kenya che mette a rischio la propria vita.
Kuki Gallmann è un’ambientalista italiana naturalizzata keniana che ha fondato il Laikipia nature conservancy a Ol Ari Nyiro (che significa “luogo di grandi sorgenti” nella lingua locale Maa), un’area al limite della Rift valley, nella regione di Laikipia, nel nord del Kenya. Quello che una volta era un ranch ora è un’area protetta che ospita diverse specie di animali selvatici, come elefanti, leoni e ghepardi. Gallmann si è trovata ad affrontare numerose invasioni della propria terra da parte dei pastori in fuga dalla siccità e di recente, a marzo 2017, ha subìto un attacco in cui è rimasta ferita e che ha messo in pericolo la fauna di quest’area.
Chi è Kuki Gallmann
Kuki Gallmann ha fondato la Gallmann memorial foundation nel 1983 dopo la morte di suo marito e di suo figlio con cui si era trasferita in Africa nel 1972. Per “creare qualcosa di positivo da una tragedia” ha dedicato la sua vita a proteggere i 35mila ettari di terra che la famiglia aveva acquisito a Laikipia. Da pioniera ambientalista ha venduto il bestiame, mollato gli affari dell’allevamento e intrapreso una missione per unire uomo e natura supportando lo sviluppo delle comunità locali e la tutela della biodiversità.
Con l’adozione del progetto Mukutan conservancy Redd+, la fondazione Gallmann aiuta a garantire un flusso di entrate sostenibili e a lungo termine per la protezione della biodiversità nell’area e per l’educazione delle comunità locali nella tutela delle flora e della fauna. Inoltre, attraverso i Laikipia highland games, un evento annuale che riunisce le nove tribù della valle in una gara sportiva, la fondazione promuove la pace e la coesistenza tra le tribù.
Il lavoro di Gallman come scrittrice, in particolare come autrice del bestseller Sognando l’Africa che è diventato anche un film con Kim Basinger, e il suo impegno instancabile come ambientalista l’hanno portata ad acquisire fama e stima internazionale.
La lotta per gli animali selvatici dell’Africa
La Gallmann memorial foundation è stata riconosciuta come un’organizzazione fondamentale nella protezione della biodiversità nella regione, tanto che l’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) l’ha definita hotspot di biodiversità e il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) gli ha dato lo status di area protetta. Negli ultimi trent’anni l’ex ranch ha ospitato un gran numero di specie a rischio e Gallman stessa ha portato avanti la lotta contro i bracconieri, la cui brama di potere ha portato l’elefante africano a rischio estinzione. La battaglia contro il commercio di zanne di elefante ha ottenuto maggiore attenzione quando il paese ha bruciato la più grande quantità di avorio confiscato:
“Dobbiamo assicurarci che il mondo riceva il messaggio forte e chiaro che l’avorio non ha valore. Bruciare qualcosa ha il significato di fine e nuovo inizio. Un fuoco può essere purificatore e può essere distruttivo”
Il Kenya e la siccità
Tuttavia la forte siccità, che ha portato il presidente Uhuru Kenyatta a dichiarare lo stato di emergenza a febbraio, ha causato un picco di insicurezza nella regione. Ol Ari Nyiro è diventato un punto caldo nel conflitto in quanto è uno dei pochi luoghi a Laikipia che ha l’acqua grazie agli sforzi a favore della biodiversità, delle foreste e delle fonti d’acqua incontaminate.
I pastori in fuga dalla siccità sono arrivati nell’area spostando senza autorizzazione migliaia di animali all’interno dell’area privata e brandendo armi e fuochi quando messi di fronte a quello che i locali definiscono un’invasione. I residenti affermano che i politici incitavano gli allevatori e addirittura i gruppi armati a prendere le terre con la forza, nella speranza di conquistarsi il supporto per le elezioni di agosto.
30 persone sono state uccise e le autorità hanno definito Laikipia un’area pericolosa in cui sono state mandate truppe per ristabilire l’ordine pubblico. Inoltre, il bestiame rappresenta una minaccia la biodiversità perché distrugge la vegetazione causando l’erosione, diffondendo malattie tra gli animali e inquinando o prosciugando le fonti di acqua.
L’attacco a Kuki Gallmann di marzo 2017
Il 29 marzo uno dei capanni più importanti di Laikipia nature conservancy, il Mukutan Retreat Lodge, è stato bruciato dai pastori illegali che hanno sparato alla figlia di Gallmann, Sveva, che fortunatamente ne è uscita indenne. Nell’incendio sono stati anche danneggiati quattromila ettari di vegetazione.
La situazione si è inasprita il 23 aprile quando Kuki Gallmann stava indagando su un nuovo caso di incendio nella sua terra ed è diventata vittima di un agguato. È stata colpita da proiettili due volte, allo stomaco. Gallmann è stata portata in ospedale in elicottero per essere operata. La figlia Sveva ha rilasciato una dichiarazione in cui ha affermato che quando hanno sparato a sua madre non c’erano mucche in vista e ha descritto la situazione come “un’invasione ben pianificata da parte di un gruppo armato nella regione, allo scopo di rovinare i buoni rapporti con i nostri vicini pastori”.
“Se cambiamo il nostro atteggiamento nei confronti dell’ambiente e verso gli altri non c’è bisogno di guerre e conflitti. Non c’è nulla che possano fare per spaventarmi o scoraggiarmi. Non riusciranno a cambiare la forma delle colline”
Le tensioni nella regione rimangono alte e la polarizzazione è aggravata dal fatto che alcuni riconducono gli eventi all’élite bianca che detiene avidamente la terra appartenente ai neri emarginati. Altri, invece, li riconducono ai politici corrotti che fomentano l’invasione armata delle terre private per un ritorno personale e politico. In ogni caso, quello di cui c’è bisogno è unità per affrontare la siccità opprimente e per portare avanti il lascito di Kuki Gallmann per proteggere la biodiversità del Kenya.
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