La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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In Iran sopravvivono appena cento esemplari di ghepardo asiatico, specie minacciata dalla perdita di habitat, dalla riduzione delle prede e dal conflitto con i pastori.
Il ghepardo asiatico (Acinonyx jubatus venaticus) è una delle creature più veloci del pianeta, in grado di superare i 90 chilometri orari e di mappare lo spazio circostante con sorprendente abilità. Eppure la loro incredibile velocità non sarà probabilmente sufficiente a fuggire dall’estinzione cui questi animali sembrano destinati.
I ghepardi asiatici, geneticamente distinti dai cugini africani da cui si sono separati oltre trentamila anni fa, popolavano un tempo buona parte del continente asiatico, dall’Arabia Saudita all’India, mentre oggi sopravvivono solo in Iran. Il numero di questi animali si è drasticamente ridotto (negli anni Novanta gli esemplari censiti erano circa 400) a causa della perdita di habitat e della caccia che ha decimato le gazzelle, le prede principali dei ghepardi. Si è inoltre inasprito il conflitto con i pastori che hanno allargato i propri pascoli fino alle zone di caccia dei ghepardi, provocando anche diversi incidenti letali tra felini e automobili.
Si stima che sopravvivano in natura circa cento ghepardi asiatici, numeri che fanno di questo felino uno dei mammiferi più minacciati del pianeta. La specie è classificata Gravemente minacciata dalla Lista Rossa della Iucn. Negli ultimi anni l’Iran ha intensificato gli sforzi per proteggere i ghepardi e per cercare di preservare la popolazione rimanente attraverso progetti di conservazione e di sensibilizzazione per la popolazione.
Anche i ghepardi africani, seppur con numeri decisamente più rassicuranti (si stima che siano circa 10mila), sono in calo senza sosta dai primi anni del secolo scorso. Da allora sono scomparse le popolazioni selvatiche di venti nazioni. Proprio per sottolineare il rischio che corrono questi grandi felini il 4 dicembre si celebra la Giornata internazionale del ghepardo, indetta dall’organizzazione conservazionista Cheetah Conservation Fund.
Per offrire un’ulteriore possibilità di sopravvivenza ai ghepardi diversi esemplari vivono rinchiusi in parchi zoologici in tutto il mondo, in modo da conservare la più alta variabilità genetica possibile e per poterli successivamente reintrodurre in natura. “La riduzione delle popolazioni selvatiche ha prodotto il fenomeno dell’incrocio tra individui strettamente imparentati, ponendo purtroppo questa specie di fronte all’anticamera dell’estinzione”, ha dichiarato Cesare Avesani Zaborra, direttore scientifico del Parco Natura Viva di Bussolengo nel quale vivono Teo, Duma e Mookane, tre giovani maschi di ghepardo africano.
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