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175 anni di carcere per Larry Nassar, l’orco che molestava le ginnaste
Larry Nassar, per decenni nel team medico della Federazione di ginnastica degli Stati Uniti, è stato ritenuto colpevole di abusi sessuali anche su bambine di meno di dieci anni.
Il processo contro Larry Nassar, osteopata del Michigan, negli Stati Uniti, accusato di abusi sessuali su più di 150 ragazze, quasi tutte ex-ginnaste minorenni all’epoca dei fatti, si è concluso con una condanna esemplare. L’uomo, oggi 56enne, ha infatti esercitato per circa 30 anni all’interno della clinica sportiva dell’università Michigan State e della Federazione di ginnastica americana.
Per Larry Nassar si tratta, di fatto, di una condanna all’ergastolo
I giudici lo hanno riconosciuto colpevole di sette capi d’imputazione e alla fine hanno deciso di infliggergli una pena compresa tra un minimo di 40 anni ed un massimo di 175 anni di reclusione. Tenuto conto dell’età del condannato, dunque, si tratta di fatto di un ergastolo. Anche perché l’uomo aveva già subito una condanna a 60 anni di reclusione per detenzione di materiale pedopornografico.
Ma al di là della vicenda puramente legale, il processo ha avuto il merito di consentire a decine e decine di donne di rivelare l’orrore e la vergogna vissuti da un’intera generazione di giovani ginnaste. Molte di loro, prima di deporre in tribunale, non avevano mai parlato del calvario al quale erano state sottoposte, né della scioccante passività degli organismi che avrebbero dovuto vigilare e proteggerle. Così, anche la copertura mediatica del procedimento giudiziario è stata particolarmente ampia nei giornali e nelle televisioni statunitensi.
Tra le vittime giovani debuttanti e campionesse olimpiche
Alcune delle vittime avevano meno di dieci anni quando hanno subito le molestie. Larry Nassar fingeva sistematicamente di dover curare degli infortuni con dei massaggi che si trasformavano in molestie sessuali. A danno di giovani debuttanti come di campionesse olimpiche: nomi celebri negli Usa, come quelli di Simone Biles, McKayla Maroney, Jamie Dantzscher, Aly Raisman e Jordyn Wieber.
Tra le ragazze, c’è chi ha deciso di mantenere l’anonimato, chi di rendere le loro testimonianze solo in forma scritta. Ma molte hanno parlato pubblicamente, nell’aula del tribunale presieduto da Rosemarie Aquilina: “Ogni storia che ho sentito non è altro che una eco di tutto ciò che ho vissuto”, ha affermato Melissa Imrie, che ha subito le prime violenze all’età di dodici anni e ha dovuto affrontare per questo una lunga depressione. “Ho perso per sempre un bel pezzo della mia infanzia”, ha raccontato Jessica Thomashow, oggi diciassettenne, che all’epoca dei fatti aveva solo nove anni. “Voi non siete vittime, siete delle sopravvissute”, ha detto loro la giudice.
L’orco in aula: “Vi ho distrutte, vi chiedo scusa”
Prima della condanna, Nassar ha preso la parola, scusandosi con le ginnaste per averle “distrutte emotivamente”. “Le vostre parole – ha aggiunto – rimarranno dentro di me per il resto dei mei giorni”. Nel frattempo, tra le vittime c’è già chi punta il dito contro l’università, la federazione sportiva e il comitato olimpico, che avrebbero permesso per decenni all’uomo di agire impunemente. Decine di denunce sono già state depositate e un’inchiesta interna della Ncaa (la National collegiate athletic association, che organizza le competizioni di numerosi college e università) è stata avviata.
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