Cambiamenti climatici e impatto sull’habitat impongono di ripensare la vita in montagna. E il turismo, che resta un grande volano economico.
L’Australia dichiara guerra ai gatti per salvare le specie autoctone
Il governo australiano ha varato un piano che prevede l’uccisione di due milioni di gatti selvatici nel tentativo di salvare animali nativi in pericolo.
In Australia oltre cento specie di marsupiali, antico gruppo di mammiferi caratterizzati dalla tipica tasca cutanea ventrale, sono a rischio estinzione. Il continente vanta un elevato numero di specie endemiche, dalla storia evolutiva unica, purtroppo molti di questi animali stanno scomparendo. Negli ultimi due secoli in Australia si sono estinte 29 specie, è il peggior tasso di estinzione di mammiferi in tutto il mondo.
Tra le cause di questo declino ci sono i gatti, eccellenti predatori che i piccoli marsupiali non erano preparati ad affrontare. Infatti i felini non sono nativi dell’isola, sono stati introdotti dai coloni britannici, hanno proliferato e si sono inselvatichiti.
È evidente che i gatti non abbiano nessuna colpa, seguono un istinto antico come il tempo restando fedeli alla propria natura. Inoltre un fattore determinante nella scomparsa della fauna australiana è la perdita di habitat, fattore non ascrivibile ai gatti.
Il governo australiano ha annunciato l’avvio di un progetto quinquennale che prevede l’abbattimento di due milioni di gatti selvatici, con l’obiettivo di invertire il rapido declino degli animali locali, tra cui venti specie di mammiferi e venti di uccelli.
Il ministro dell’ambiente australiano, Greg Hunt, ha presentato il piano lo scorso giovedì a Melbourne, promettendo di “contrastare le minacce alle nostre magnifiche specie endemiche”.
Il progetto ha individuato dieci specie di mammiferi la cui conservazione è prioritaria. Sono il numbat (Myrmecobius fasciatus), il mala (Lagorchestes hirsutus), l’opossum pigmeo di montagna (Burramys parvus), il bilby maggiore (Macrotis lagotis), il bandicoot dorato (Isoodon auratus), il ratto coniglio dalla coda a pennello (Conilurus penicillatus), la bettongia orientale (Bettongia gaimardi), il quoll occidentale (Dasyurus geoffroii), il topo marsupiale di Kangaroo Island (Sminthopsis aitkeni) e il bandicoot fasciato orientale (Perameles gunnii).
Il ministro ha garantito che l’eradicazione dei gatti selvatici sarà condotta “umanamente” (senza dare ulteriori spiegazioni) e ha inoltre annunciato l’istituzione di un grande habitat recintato per contenere parte dei felini che verranno catturati.
“Non voglio che l’estinzione di importanti specie autoctone pesi collettivamente sulle nostre coscienze”, ha concluso Greg Hunt. Se il governo non affronta comunque con decisione la perdita e la frammentazione degli habitat potrà abbattere tutti i gatti del continente, ma per i marsupiali non ci sarà comunque futuro.
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