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L’Australia modifica geneticamente la barriera corallina per farla sopravvivere ai cambiamenti climatici
Gli scienziati australiani provano una sorta di “evoluzione assistita” per aiutare la barriera corallina ad adattarsi al riscaldamento globale.
La Grande barriera corallina, Patrimonio mondiale dell’Unesco, sta morendo lentamente, uccisa dai cambiamenti climatici. Il riscaldamento delle acque e la crescente acidificazione degli oceani, unite all’impatto antropico e all’invasione di una specie di stella marina che si nutre dei coralli, stanno provocando il degrado di uno degli ecosistemi più ricchi del pianeta.
La barriera corallina ha perso circa metà della sua copertura di corallo negli ultimi trenta anni. Il governo australiano sta sperimentando una nuova tecnica per aiutare le barriere coralline a far fronte al costante aumento delle temperature marine modificando geneticamente le specie di corallo che le compongono.
Secondo i ricercatori senza interventi la Grande barriera corallina potrebbe ridursi a meno del 10 per cento e i coralli sarebbero soppiantati da alghe e spugne. Gli scienziati dell’Istituto australiano di scienze marine (Aims), in collaborazione con l’Istituto di Biologia marina delle Hawaii, hanno provato una “evoluzione assistita” per aiutare i coralli ad adattarsi più rapidamente ai cambiamenti climatici.
È la prima volta che la modificazione genetica viene usata per scopi di conservazione e non commerciali. Il nuovo studio ha avuto inizio presso il “sea simulator” dell’Aims, un grande acquario che ospita organismi marini tropicali grazie al quale gli scienziati possono condurre ricerche all’avanguardia.
Nell’acquario sono stati inseriti diversi tipi di coralli poco prima dell’annuale deposizione delle uova e abbinati tramite fecondazione in vitro per creare nuovi ibridi. Il corallo della parte centrale della Grande barriera corallina è stato incrociato col corallo proveniente da acque più fredde per vedere se l’ibrido è più resistente a temperature più elevate.
Gli scienziati stanno anche esaminando la possibilità di alterare le alghe che vivono all’interno del tessuto del corallo, in modo che possano adattarsi meglio ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è quello di accelerare il processo evolutivo dei coralli per aiutarli a resistere al rapido riscaldamento negli oceani.
I coralli possono adattarsi a diverse temperature ma di solito per questi cambiamenti occorrono migliaia di anni. “Stiamo cercando di accelerare un processo naturale, questo è teoricamente possibile”, ha affermato Madeleine van Oppen, scienziato dell’Aims.
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