Finora sono morte almeno sette persone. Le forze di polizia stanno investigando per capire se gli incendi siano dolosi e hanno arrestato sette persone.
Le foreste cambieranno a causa del riscaldamento globale
Nei prossimi decenni i cambiamenti climatici potrebbero mutare la composizione delle foreste.
Se visitaste oggi una foresta e ci tornaste tra diversi anni probabilmente notereste grandi differenze, addirittura cambierebbero gli alberi che la compongono. Lo afferma un nuovo studio condotto dai ricercatori dell’Università del Minnesota.
L’analisi si basa su un unico esperimento a lungo termine effettuato per esaminare gli effetti del cambiamento climatico sugli alberi della foresta boreale a ridosso del confine tra Stati Uniti e Canada. Man mano che la temperatura aumenta, secondo i ricercatori, cambiano anche le specie arboree che compongono i boschi.
Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, evidenzia come la crescita di alcune specie come l’abete e l’abete rosso, che prosperano nelle zone più fredde nel nord in Canada, abbia risentito dell’aumento di due gradi della temperatura, mentre alberi come querce e aceri, che preferiscono un clima più temperato, hanno mostrato miglioramenti.
In un primo momento tutte queste specie potrebbero continuare a coesistere, ma se la temperatura continuasse ad aumentare i rapporti di forza cambierebbero e le specie che prediligono climi temperati sarebbero in vantaggio.
Gli scienziati, guidati da Peter Reich del dipartimento delle risorse forestali dell’università statunitense, hanno simulato gli effetti di un clima più caldo su dieci specie autoctone e una alloctona in tre stagioni di crescita. Per l’esperimento sono state utilizzate lampade a raggi infrarossi e appositi cavi per simulare l’innalzamento della temperatura dell’aria e del suolo.
I ricercatori hanno monitorato i tassi di crescita di oltre 4mila giovani alberi e l’efficacia del loro processo di fotosintesi. I risultati hanno indicato, tra l’altro, che un clima più caldo rischia di accelerare l’invasione verso nord di specie non autoctone.
“Nel migliore dei casi querce e aceri diventeranno le specie dominanti e avremo foreste diverse, ma comunque funzionali – ha dichiarato Peter Reich – nel peggiore dei casi non sostituiranno le specie attualmente presenti in maniera abbastanza rapida e le foreste sarebbero irregolari e soggette all’attacco di piante infestanti”. Il cambiamento delle foreste influenzerebbe diversi aspetti, dalla fornitura di legname all’habitat per la fauna selvatica.
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