Il paese è in ginocchio dopo il crollo della lira libanese. Insicurezza alimentare, disoccupazione e povertà stanno portando migliaia di persone in piazza.
Libano: il primo ministro Saad Hariri si dimette dopo più di dieci giorni di proteste
Il primo ministro libanese Saad Hariri ha annunciato le sue dimissioni in diretta televisiva: “È il momento di fare qualcosa per ritrovare la stabilità del paese”.
Il primo ministro libanese Saad Hariri ha annunciato le sue dimissioni martedì 29 ottobre durante un breve discorso su un’emittente televisiva locale. L’annuncio arriva durante il tredicesimo giorno di proteste che hanno invaso le strade del paese e in particolare della capitale, Beirut.
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Le parole dell’ex primo ministro Hariri
“Mi trovo in un vicolo cieco”, ha detto in diretta televisiva l’ex primo ministro. “Per evitare che la situazione degeneri, ho cercato di trovare un’uscita dalla crisi che potesse calmare la rabbia della gente. Le mie dimissioni giungono come risposta alla volontà dei libanesi che sono scesi in strada chiedendo dei cambiamenti. È giunto il momento di fare qualcosa per cercare di ritrovare la stabilità del nostro paese, perché gli incarichi cambiano e le persone tornano, ma ciò che è importante è la dignità del paese e la sua stabilità”, ha affermato.
BREAKING: Lebanon’s Prime Minister Saad Hariri has resigned, succumbing to demands of protesters who have paralyzed the country with nationwide demonstrations for nearly two weeks https://t.co/JmiScIpr4T
— CNN International (@cnni) October 29, 2019
Nel pomeriggio di martedì, Hariri si è recato al palazzo Baabda per incontrare il presidente libanese Michel Aoun ed ufficializzare le sue dimissioni. Sarà compito di Aoun decidere se accettarle, formando così un nuovo governo, o se dare ad Hariri un nuovo incarico.
La reazione della folla alle dimissioni di Hariri
Secondo quanto riportato dai media locali, l’annuncio delle dimissioni è stato seguito da un urlo di gioia da parte della folla che ha festeggiato sventolando le bandiere e cantando slogan.
Reaction on street to news of Lebanese prime minister Saad Hariri’s resignation after nearly two weeks of protests pic.twitter.com/A2zAhwlUTX
— Josie Ensor (@Josiensor) October 29, 2019
“Stiamo festeggiando un primo passo verso il successo [delle nostre proteste ndr]. Domani ci risveglieremo con piani più realistici per il nostro futuro”, ha detto Patricia Zogheib, una manifestante, al quotidiano inglese The guardian.
“Voglio solo dire che lui è il primo di una lunga serie”, ha affermato un’altra protestante che era in piazza a Beirut quando ha sentito la notizia. “Aspettiamo che anche gli altri si dimettano mostrando un po’ di dignità. Ammesso che ne abbiano”.
La reazione del governo
Fino ad oggi, il governo non aveva mostrato alcun segno di apertura di fronte alle proteste popolari che erano cominciate il 17 ottobre.
Gli alleati dell’ex primo ministro hanno passato la giornata di martedì cercando di dissuaderlo dal dimettersi, temendo un’escalation di violenza e un aumento dell’instabilità del paese.
Il leader di Hezbollah, partito politico sciita libanese contrario ad un cambio nel governo, Hassan Nasrallah, aveva caldamente consigliato ad Hariri di impedire le proteste per evitare che la situazione sfuggisse di mano. L’ufficio stampa di Hezbollah non ha ancora rilasciato una dichiarazione.
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Rami Khouri, professore di giornalismo all’American university di Beirut, ha definito la mossa di Hariri come “una grande vittoria e un punto di svolta notevole per il movimento di protesta”. Ha anche aggiunto che il primo ministro era il punto debole del governo di coalizione del paese che raggruppava la maggior parte dei maggiori partiti libanesi, tra cui anche Hezbollah.
Il dubbio rimane se il nuovo governo sarà o meno disponibile a rispondere alle richieste della folla.
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