La sua personalissima interpretazione di Joker gli è valsa un Golden globe. Durante il suo discorso di ringraziamento, però, l’attore statunitense Joaquin Phoenix ha parlato poco di cinema, lanciando invece un appello in difesa del Pianeta.
Ludovico Einaudi per il clima. Parte Climate space, una rassegna cinematografica per accompagnare i suoi concerti
Comincia il 3 dicembre a Milano il Seven days walking tour del pianista Ludovico Einaudi, che ha deciso di proporre, oltre alla sua musica, trenta cortometraggi d’autore sulla crisi climatica.
Un pianoforte nero, un cappotto nero che si stagliano contro il candore dell’Artico. Sembrano galleggiare alla deriva insieme ai pezzi di ghiaccio che a ritmo inesorabile si staccano dagli iceberg per finire nelle acque gelide. I suoni della natura che si fondono con le delicatissime note cui le dita infreddolite di Ludovico Einaudi danno vita pigiando sulla tastiera. Elegy for the Arctic è tutto questo. Il noto compositore italiano l’ha dedicata ad un paesaggio che sta scomparendo sotto i nostri occhi, come fosse un dipinto i cui colori stanno lentamente sbiadendo rendendo l’immagine irriconoscibile. A distanza di tre anni, dopo aver portato a termine la pubblicazione dei sette album che insieme costituiscono il progetto musicale intitolato Seven days walking, Einaudi ha deciso di continuare la battaglia contro i cambiamenti climatici, con una rassegna cinematografica che accompagnerà il suo tour milanese al Teatro Dal Verme dal 3 al 21 dicembre.
A gennaio dello scorso anno spesso sono andato a fare lunghe camminate in montagna, seguendo spesso gli stessi sentieri. Nevicava molto e in mezzo a quelle tempeste di neve, in cui tutte le forme sembravano perdere i loro contorni e i loro colori, i miei pensieri volavano liberi. Probabilmente quella fortissima sensazione di riduzione ai minimi termini ha originato questo lavoro.Ludovico Einaudi sul progetto Seven days walking
I cortometraggi consigliati da Francesco Cara, curatore della rassegna cinematografica
“È da circa un anno che lavoro con Einaudi per trovare dei linguaggi artistici con cui parlare dell’emergenza che stiamo vivendo”, spiega Francesco Cara, professore all’Istituto europeo di design e curatore della rassegna dal titolo Climate space. A latere dei concerti verranno presentati trenta cortometraggi d’autore sulla crisi climatica, nell’ambito di tre proiezioni giornaliere ad ingresso gratuito. L’11 dicembre, in occasione della Giornata internazionale della montagna, sono previsti anche ospiti speciali.
“Alcuni cortometraggi permettono d’immergersi nella natura – continua Cara –. Sono tutti molto interessanti, ma ce ne sono due davvero particolari: uno è quello con cui cominciamo il 3 dicembre, che s’intitola Overview ed è stato realizzato dalla pittrice newyorkese Zaria Forman. Ha partecipato ad una spedizione della Nasa durante la quale ha ripreso dall’alto il mare di Lincoln in Groenlandia, realizzando uno straordinario video di dodici minuti alla scoperta di questo spazio infinito che sta scomparendo a causa del riscaldamento globale. L’altro si chiama Spring ed è un time-lapse dei fiori di un giardino che si schiudono: una cosa difficile da descrivere, ma esteticamente affascinante, oltre che capace d’instaurare un rapporto intimo fra gli spettatori e la natura”.
Un altro cortometraggio che Francesco Cara ci consiglia riguarda proprio la relazione uomo-ambiente: s’intitola The snow guardian e racconta la storia di Billy Barr, un uomo che ha trascorso quarant’anni della sua vita nella città-fantasma di Gothic, in Colorado. Sperduto fra le Montagne rocciose, Barr ha creato, per suo interesse personale, un record della neve che poi è diventato un documento scientifico di grande valore per aiutarci a comprendere i cambiamenti climatici.
Prima di trovare una soluzione, dobbiamo comprendere il problema. Ed Einaudi può aiutarci
Un obiettivo, quello di capire cosa sta succedendo intorno a noi, che Cara sta portando avanti da tempo. È membro del Climate reality project, organizzazione ambientalista fondata dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore. “Mi piace andare nelle scuole, dove propongo di fissare un momento per discutere con i giovani di questi temi. Fino a due anni fa era molto difficile ottenere riscontri positivi, mentre ora c’è una fortissima domanda sia da parte degli insegnanti sia da parte degli studenti. Sto cercando di lavorare allo sviluppo di una cultura del riscaldamento globale, poiché al momento non disponiamo di molti strumenti per comprendere le nuove situazioni con cui dobbiamo confrontarci. Prima di proporre soluzioni, voglio che tutti possano formare un’opinione personale riguardo a queste problematiche”, conclude.
E spesso, per avvicinarci a tematiche ostiche abbiamo bisogno di scoprirle tramite linguaggi universali, quali possono essere quello delle emozioni e quello della musica. Due cose che Ludovico Einaudi sa davvero come regalarci.
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