In vista della sfida tra Kamala Harris e Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa, ripercorriamo i grandi temi aperti in materia di clima.
La Malesia rispedisce al mittente i rifiuti importati illegalmente
Era solo questione di tempo e la bolla prima o poi sarebbe scoppiata. Dopo la decisione della Cina di ridurre drasticamente l’importazione di rifiuti e di plastica dai paesi esteri, Italia compresa, lo scorso mese anche la Malesia ha deciso di rimandare al mittente migliaia di tonnellate di rifiuti importati illegalmente nel paese. Il provvedimento
Era solo questione di tempo e la bolla prima o poi sarebbe scoppiata. Dopo la decisione della Cina di ridurre drasticamente l’importazione di rifiuti e di plastica dai paesi esteri, Italia compresa, lo scorso mese anche la Malesia ha deciso di rimandare al mittente migliaia di tonnellate di rifiuti importati illegalmente nel paese. Il provvedimento è stato reso noto da Yeo Bee Yin, ministro dell’Energia, della scienza, della tecnologia, dell’ambiente e del cambiamento climatico lo scorso martedì, quando ha dichiarato pubblicamente che il paese asiatico rispedirà ai paesi d’origine le prime 450 tonnellate di rifiuti contaminati, affermando di non voler diventare la discarica del resto del mondo.
La Malesia non vuole i nostri rifiuti
Sarebbero almeno tremila le tonnellate di rifiuti messe sotto sequestro in attesa di essere rispedite ai paesi d’origine secondo quanto riporta Reuters. “Questi container sono stati fatti entrare illegalmente nel paese, con false dichiarazioni e altri reati ambientali”, avrebbe riferito il ministro Yeo alla stampa, dopo aver ispezionato i container a Port Klang, alla periferia della capitale Kuala Lumpur. All’interno infatti sarebbero stati trovati rifiuti di plastica non riciclabile, rifiuti speciali, domestici e anche Raee (Rifiuti elettrici ed elettronici). Tra i paesi nominati dal ministro figurano Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Giappone, Cina, Arabia Saudita, Bangladesh, Paesi Bassi, Singapore, Francia, Australia e altri tre (tra cui, probabilmente l’Italia).
Quanta plastica importa la Malesia
Dal 2017 la Malesia ha iniziato ad importare il 20 per cento degli scarti plastici dell’Unione europea, dopo lo stop cinese. I dati diffusi da Eurostat indicano che “l’Italia esporta un quantitativo di rifiuti dal peso pari a 445 Boeing 747 a pieno carico, passeggeri compresi”, spiega in un report Greenpeace. Sempre secondo il rapporto i rifiuti italiani che finiscono in Malesia sono cresciuti in un solo anno del 195 per cento. Dopo il blocco cinese infatti è stata la Malesia la destinazione più gettonata, dove peraltro sono sorte decine di aziende per la gestione e il riciclaggio dei rifiuti, spesso però senza licenza e senza rispettare le norme ambientali. Secondo il ministro una sola azienda inglese avrebbe esportato in Malesia oltre 50mila tonnellate di plastica in soli due anni.
Evidentemente la situazione è ben più grave del previsto, anche perché spesso il cittadino ignaro che raccoglie e ricicla correttamente, non è al corrente di dove finiscano i suoi rifiuti. E certo non possiamo permetterci che il Sud est asiatico diventi la discarica della società occidentale, solamente perché non siamo in grado di gestire, trattare o riciclare in maniera corretta i nostri rifiuti.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
100% di imballaggi riciclabili entro il 2030 per puntare decisi verso l’economia circolare. Lo ha stabilito la nuova strategia della Commissione europea.
È stata l’idea di un avvocato indiano, Afroz Shah che insieme ad un concittadino, Harbanash Mathur, ha organizzato uno dei più grandi eventi di pulizia di una spiaggia dai rifiuti. È successo a Versova Beach, 2,5 chilometri di spiaggia a Mumbai, ormai trasformata in discarica. Qui centinaia di volontari, si parla di circa 1500
Il rapporto Ecosistema urbano 2024 mostra alcuni progressi nelle città italiane, ma troppo lenti. E c’è troppo divario tra nord e sud.
Un evento meteorologico estremo ha colpito la regione di Valencia, in Spagna. Decine i dispersi. Il governo invia l’esercito nelle zone colpite.
Dalla Cop16 arriva il report sullo stato mondiale degli alberi elaborato dall’Iucn. I risultati non sono quelli che speravamo.
Il 29 ottobre 2018, le raffiche di vento della tempesta Vaia hanno raso al suolo 40 milioni di alberi in Triveneto. Una distruzione a cui si sono aggiunti gli effetti del bostrico, che però hanno trovato una comunità resiliente.
Una proposta di legge è in discussione in Francia per vietare le bottiglie di plastica di dimensioni inferiori a 50 centilitri.
Continua ad aumentare il numero di sfollati nel mondo: 120 milioni, di cui un terzo sono rifugiati. Siria, Venezuela, Gaza, Myanmar le crisi più gravi.